Al Tribunale Superiore Acque Pubbliche

Roma

Al Comitato per la vigilanza sull’uso

delle risorse agricole

Al Presidente della Giunta Regionale Marche

Sant’Angelo in Vado 25.01.2009

Prot. PTA01/09

Oggetto: Piano Tutela Acque Regione Marche

Io sottoscritto Dini Giuseppe, quale Coordinatore Regionale Guardie Giurate WWF Marche competente ai sensi della L. R. 29/1992 anche alla vigilanza ittica, con qualifica di P.G. ai sensi del R.D. n.1604 dell’8.10.1931 art. 31, invio queste mie indicazioni relativamente al Piano Tutela Acque delle Marche, affinché gli organi in indirizzo ne valutino la giusta applicazione.

Faccio presente di essere già intervenuto con l’invio, presso gli uffici regionali, di opportune osservazioni in fase di stesura del PTA evidentemente recepite solo in parte.

All’art. 67 “Monitoraggio delle utilizzazioni in atto”, delle Norme Tecniche Applicative del PTA si  inserisce chiaramente l’obbligo dei contatori di misura delle portate per le grandi concessioni, superiori a 100 l/sec, mentre per le piccole derivazioni tale obbligo rimane non definito, se non nelle concessioni esistenti che già lo prevedono nei rispettivi disciplinari.

Infatti nel comma 3 punto b), si legge di comunicare “le stime dei consumi”.

Ora tale dispositivo lascerebbe intendere, per le nuove piccole derivazioni, la non necessità del misuratore delle quantità d’acqua consumate, permettendo intanto delle discriminazioni con le concessioni già esistenti, che nelle Marche fin dal 1989 riportano per iscritto nei relativi disciplinari, l’obbligo di installazioni di tali apparecchiature.

Già la stessa L. R. Marche  n. 5 del 9.06.2006 all’art 12 comma 9 e l’art 39 comma 6, lega l’obbligo di installazione di strumenti di misura alla necessità di determinazione del canone. Essendo le concessioni di tipo irriguo, con canoni dipendenti dalla superficie irrigata, si sosterrebbe la non necessità degli strumenti di misura.

Ora in tal senso mi permetto di affermare che l’obbligo di inserimento di tali apparecchiature era ed è una necessità di controllo quantitativo della risorsa acqua disponibile, così come era evidenziato fin dalla vecchia legge Merli 319/1976; la n. 36/1994 all’articolo 5 inseriva tale obbligo proprio per questo motivo,  in tutti gli insediamenti produttivi dagli industriali agli agricoli; infine lo stesso R.D. 1775/1933 all’art. 42 prevede  tale obbligo.

Fra l’altro il settore agricoltura è quello che, secondo recenti dati statistici OCSE, consuma più acqua in assoluto dal 60 al 70 %. Gli attuali idranti carellati, hanno una portata di oltre 40 l/sec, anche se le piccole derivazioni rientrano nei 1000 l/min che corrispondono a 16,6 l/sec. Se si considera la necessità di irrigazione va a pesare proprio quando nel periodo estivo, i nostri fiumi hanno bassissime portate, cioè quando è necessario ancor più controllare i consumi. Sono proprio gli emungimenti per uso agricolo a sottrarre l’acqua dal corso idrico, senza ridarla in alveo, come avviene ad esempio per la produzione idroelettrica

Le concessioni irrigue in particolare hanno dei quantitativi ben assegnati, che corrispondono ad una portata minima media in litri al secondo bassa e che equivale ad un quantitativo totale ben preciso, oltrepassato il quale è possibile ipotizzare il furto d’acqua, solo avendo a disposizione  gli opportuni strumenti di misura, facilitando così anche i compiti di vigilanza del settore.

Si consideri che senza tali apparecchiature il concessionario non si preoccupa di rispettare i dati assegnati nel rispettivo disciplinare, sentendosi in diritto di pompare tutta l’acqua che gli serve, come molto spesso avviene.

Ora anche la tecnologie ed i rispettivi costi non eccessivi, permettono l’acquisto di opportuni apparecchi che ci sanno indicare  i consumi effettuati, invece di utilizzare “la stima dei consumi” effettuati.

Il basso costo di tali strumenti di misura permetterebbe anche alle cosiddette utenze domestiche, di indicare nella denuncia annuale dei prelievi effettuati l’effettivo consumo.

 

Ai sensi delle normative in vigore si chiede di essere tenuto informato di vostre eventuali decisioni o pareri in merito.

 

Giuseppe Dini

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