Per l’acqua potabile sì, ma…

La diga realizzata recentemente e già sfondata dall'aumento di portata causato dalle piogge del 29 luglio.

Questi giorni il caldo ha fatto sentire il suo effetto , anche ai nostri rubinetti. La diminuzione della portata d’acqua potabile in alcune zone cittadine ha fatto scattare l’ordinanza di limitazione d’uso ed il solito scadente intervento stagionale in località Bersaglio. Essendo diminuite le portate di Ca’ Alessandro, di Magnavacca ove si versa anche la ridotta quantità di acqua proveniente dal Nerone ed in parte anche dal Burano, soggetto ai recenti scarichi, non si trova di meglio che intervenire innalzando la solita “diga” sul Metauro. Per aumentare il livello della falda fluviale all’interno dei pozzi, non si è pensato che al solito rimedio a suon di trattori e ruspe. Il risultato scadente e mediocre è possibile poi vederlo sul posto.

Quali interventi? Quali autorizzazioni?

Quello che però viene evidente, è che l’acqua del fiume è quella che alimenta i pozzi quasi direttamente, data l’esigua distanza fluviale e la formazione di canalicoli diretti prodotti dalla forza aspirante delle pompe di sollevamento, quando il corso idrico ha la sua più bassa portata ed la sua più alta di concentrazione di inquinanti. Inoltre a Mercatello sul S. Antonio che fornisce l’acqua dei rubinetti ed a Urbania il fiume viene classificato A3, cioè significa che deve essere potabilizzato, mentre da noi il tutto si risolve con sovradosaggi di varechina.
Tutto questo dimostra la scarsa lungimiranza dei gestori e dei nostri amministratori, il sindaco ha dirette responsabilità sanitarie locali, per quanto riguarda la conduzione di questo bene prezioso che è l’acqua; mentre si proibisce di innaffiare gli orti con l’acqua del rubinetto, il campo sportivo è giornalmente irrigato; non si è provveduto ad alcun controllo sui pozzi privati che incidono sulla falda freatica che va da via Galassia a via papa Clemente 14° (sono denunciati, hanno il contatore, presentano la denuncia annuale dei consumi, sono inseriti direttamente nella rete idrica interna) e che sicuramente va ad alimentare i pozzi del Bersaglio.

Cancelli aperti , reti abbattute

Poco importa se a monte c’è uno scarico fognario, risolto qualche giorno fa, grazie a questo sito, poco importa se l’area che deve essere per legge opportunamente limitata da recinzione, ha spesso il cancelli aperti e la rete abbattuta, mai ripristinata. E se qualche malintenzionato volesse buttare qualcosa sui pozzi?

Pozzi davvero raggiungibili !!!

Tutto questo avviene mentre i gestori stanno facendosi in quattro, per dire che l’acqua del rubinetto è meglio della minerale perché è più controllata; ricordo che 8 potabilizzatori su 10 nelle Marche, sono nella nostra provincia, che si approvvigiona per l’80 % dai fiumi. “ Che fai Peppe , il tifo per le multinazionali dell’acqua minerale. Butti a monte tutto il nostro impegno per quella pubblica”, mi sono sentito dire dai mie amici ambientalisti. Sì, è vero occorre battersi per far ritornare l’acqua pubblica, per questo ho contribuito per il referendum promosso da “Acqua bene comune”, ma occorre battersi per soluzioni che siano davvero migliori.
Negli anni ’90, Sant’Angelo in Vado, guadagnava circa 350 milioni di vecchie lire all’anno, dalla conduzione del settore idrico. Oggi con il gestore e le tariffe aumentate, non credo che questi siano rispesi per i miglioramenti ed i recenti fatti lo dimostrano.
Definisco la conduzione dell’acqua potabile “funambolica” per far capire la difficoltà nel garantire sempre più maggiori consumi, catturando, captando tutto quello che la natura mette a disposizione in maniera diversa nelle varie stagioni, aggiungendo poi tutti i limiti delle tecnologie, pompe, tubazioni, perdite, ecc.
Va detto che nei 62 parametri previsti ( http://www.educambiente.it/Ambiente/acquapotabile.htm ) ci sono rimasti 3 organolettici: “Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite”. Colore, odore, sapore devono essere “Accettabili per i consumatori e senza variazioni anomale”. Ditemi voi come si fa a dire che un’acqua è potabile quando al rubinetto è marrone o quando è percepibile un qualsiasi odore, anche di cloro che deve essere: “Al livello più basso possibile, senza compromettere la disinfezione stessa.”
“Ma la si può lasciare in una brocca aperta nel frigo per eliminare il sapore di cloro”, dicono ; non basta, perché il rischio è la formazione di composti tossici.
Questo è quanto scrive la dott.sa Anna Maria Fabbri sul sito del dipartimento di Prevenzione dell’ASUR 2 di Urbino rinvenibile su http://www.asurzona2.marche.it/viewdoc.asp?CO_ID=14049


“Naturalmente le acque di origine superficiale subiscono una serie di trattamenti che le rendono assolutamente sicure e prive di batteri o sostanze tossiche, ma hanno un grosso problema: il gusto! Può capitare infatti che siano fresche e limpide, ma imbevibili, per il peggioramento delle caratteristiche organolettiche a causa dei trattamenti impiegati più o meno spinti, che ne modificano spesso il sapore e l’odore.
In ogni caso l’acqua di rubinetto sia di origine superficiale che sotterranea, deve risultare all’utilizzo batteriologicamente pura. Il cloro viene solitamente aggiunto all'acqua potabile non solo per eliminare l’eventuale contaminazione batterica presente alla captazione, ma anche per impedire lo sviluppo batterico durante il trasporto attraverso le reti idriche più o meno lunghe e ramificate.
Proprio a causa del passaggio attraverso le tubature, non si può escludere la possibilità di infiltrazioni dall’esterno a causa di rotture, o il rilascio di frammenti di incrostazioni a causa della vetustà di alcune reti idriche. Il cloro purtroppo, combinandosi con le sostanze organiche, presenti in particolare nelle acque di origine superficiale, provoca la formazione di vari sottoprodotti tossici e indesiderabili, e pur nel rispetto dei limiti imposti dalla legge, conferisce all'acqua potabile un sapore a volte sgradevole o comunque peggiore rispetto alle acque minerali.”


Non possiamo certo pensare di risolvere il tutto, buttandoci sull’acquisto delle acque minerali, le quali soffrono gli stessi rischi di inquinamento delle acque potabili, con in più quelli derivanti dal materiale delle bottiglie. Dobbiamo ritornare ad una gestione pubblica dell’acqua del rubinetto (perché nel nostro comune non se ne mai parlato?) e orientarci per il doppio approvvigionamento, anche attraverso fontanelle separate debatterizzate, non col cloro, ma con lampade a ultravioletti; la vecchia legge Galli tanto declamata per altri motivi, già conteneva la fornitura duale e il vecchio decreto sugli apparecchi domestici di trattamento dell’acqua del 1990, prevedeva per le nuove ristrutturazioni la linea di acqua tecnologica e la linea potabile.
Infine, è importante che chiediamo di vedere le analisi della nostra acqua potabile, se non altro per non perdere i nostri diritti di cittadini, proprio su un bene prezioso e importante come l’acqua.


Sant’Angelo in Vado 31.07.2010

Peppe Dini

Per chi volesse leggere i commenti:

http://www.altrometauro.net/?area=apriPost&IdPost=10020100731095332

 

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