Conferenza
dei Vescovi Cattolici del Sud Africa
Pretoria
8 novembre 2000
La
Chiesa Cattolica richiede una moratoria sui cibi e coltivazioni
geneticamente manipolati.
La
chiesa dei Vescovi Cattolici del Sud Africa, esprime il suo
interessamento riguardo all’utilizzo di tecnologie di manipolazione
genetica in agricoltura e
nella produzione di cibo. Decine di migliaia di ettari nel nostro paese
sono seminati con coltivazioni di Organismi geneticamente manipolati (OGM).
Mais e cotone transgenici, sono già nel mercato, mentre soia, patata,
pomodoro, mela e canola, sono in una fase di sperimentazione.
Siamo
consapevoli che la manipolazione genetica sia una tecnologia imprecisa e
che gli effetti a lungo termine sulla salute nel consumare il cibo da
OGM non sono stati valutati. Gli scienziati avvertono che nuovi
allergeni, sostanze cancerogene e tossine, possono essere introdotti nei
cibi.
Inoltre
il danno verso l’ambiente
sarebbe in gran misura irreversibile. Una volta liberati, gli OGM,
diventano parte del nostro ecosistema. Un’altra importante questione
espressa dalle tecnologie di coltivazioni transgeniche, è
l’impollinazione incrociata di coltivazioni vicine non manipolate
geneticamente, dovute al trasporto del polline. Questo inquinamento
potrebbe risultare nello sradicamento della biodiversità, nelle aree
confinanti con coltivazioni OGM.
Poiché
non sappiamo se ci sono seri rischi per l’ambiente o per la salute
umana, produrre cibi da OGM e introdurli sul mercato è moralmente
irresponsabile. Il principio di precauzione dovrebbe applicarsi, come
avviene nella ricerca medica.
Quindi
invitiamo il Governo del Sud Africa ad introdurre un blocco di 5 anni
sulla manipolazione genetica a favore della campagna
lanciata dall’Associazione per il blocco delle manipolazioni
genetiche del Sud Africa (SAF e AGE). Noi conveniamo che il periodo di 5
anni sia il tempo minimo necessario per effettuare dei rigorosi tests di
sicurezza sui cibi da OGM e per ricercare in modo esaustivo le influenze
delle coltivazioni OGM sulla salute e sull’ambiente. Durante questo
periodo le importazioni ed esportazioni di OGM, come anche il brevetto
dei semi per cibi e
coltivazioni dovrebbe
essere bloccato.
Invitiamo,
inoltre il Governo ad introdurre obbligatoriamente etichette sul cibo da
OGM. In questo modo i consumatori del Sud Africa saranno in grado di
esercitare il loro diritto di comperare cibo a loro scelta. Questo
diretto è attualmente negato poiché non c’è alcun modo per
distinguere il prodotto modificato da qualsiasi altro prodotto.
Infine
ci appelliamo al Governo per firmare il Protocollo Internazionale sulla
Biosicurezza. Questo protocollo richiede che i paesi che esportano OGM
forniscano, in anticipo, informazioni dettagliate al paese importatore.
Questa misura assicurerà il diritto del consumatore e ridurrà le
possibili conseguenze negative per la nostra salute e per l’ambiente.
Mons.
Rev. Wilfred F. Napier
Arcivescovo
di Durban
Presidente
della Conferenza dei vescovi Cattolici del Sud Africa