MESSAGGIO
DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
PER LA GIORNATA
MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 2008
Particolarmente interessante si rivela il messaggio del Papa per la giornata della pace che la Chiesa Cattolica festeggia la prima domenica di ogni inizio anno.
“Famiglia umana, comunità di pace”; un giusto connubio tra la famiglia carnale, quella a cui ogni uomo fa riferimento e quella più ampia fatta da tutti gli uomini e donne che occupano la Terra. Non popoli sparsi sul pianeta, ma persone che sono chiamate a creare “rapporti di solidarietà e di collaborazione” tipici della famiglia.
In famiglia
si prova veramente cosa significa dono per l’altro, nell’amore tra lo sposo
e la sposa, nel rapporto genitori e figli: ecco quindi che per questo “la
violenza, se perpetrata in famiglia, sia percepita come particolarmente
intollerabile”.
Un
richiamo particolare alla Dichiarazione universale dei diritti umani, “I
diritti della persona, anche se espressi come diritti dell'individuo, hanno una
fondamentale dimensione sociale, che trova nella famiglia la sua nativa e vitale
espressione”, permette al Papa, di sottolineare la necessità di protezione e
di riconoscimento giuridico dei compiti della famiglia, anche come “principale
agenzia di pace”.
Per la più grande famiglia umana, valgono gli stessi principi e tutele,
essendo questa società non solo “un'aggregazione di vicini”, ma “una
comunità di fratelli e sorelle, chiamati a formare una grande famiglia”.
Ecco che questa famiglia umana ha necessità per vivere, di una casa, la
Terra, “l'ambiente che Dio Creatore ci ha dato perché lo abitassimo con
creatività e responsabilità”.
“Dobbiamo avere cura dell’ambiente” da non sfruttare per i nostri
egoistici interessi, ma esserne custodi responsabili, con l’attenta cura di
chi sa usare bene il proprio giardino, al fine che possa continuare a
raccogliere perennemente i suoi frutti.
Rispettare l’ambiente non vuol dire mettere la natura materiale al
primo posto, “Vuol
dire piuttosto non considerarla egoisticamente a completa disposizione dei
propri interessi, perché anche le future generazioni hanno il diritto di trarre
beneficio dalla creazione, esprimendo in essa la stessa libertà responsabile
che rivendichiamo per noi”. Non vanno certamente dimenticati chi spesso è
escluso dalla spartizione dei beni del Creato: i più poveri!
Una affermazione echeggia: “Oggi
l'umanità teme per il futuro equilibrio ecologico”!
Giustamente, non spetta ai paesi poveri pagare i costi del
disinquinamento ambientale. “Se la tutela dell'ambiente comporta dei costi,
questi devono essere distribuiti con giustizia, tenendo conto delle diversità
di sviluppo dei vari Paesi e della solidarietà con le future generazioni.”
Certo che le azioni in tal senso devono essere dettate dalla prudenza,
che non significa certamente posticipare le decisioni e mancanza di senso di
responsabilità, ma decidere insieme la strada da percorrere. Significa
scegliere per la nostra casa comune, la Terra, una sua gestione a servizio di
tutti, maturando la necessità di una collaborazione responsabile.
Mai come oggi il campo delle risorse energetiche merita una particolare
dialogo tra i popoli: i paesi tecnologicamente avanzati devono “rivedere, da
una parte, gli elevati standard di consumo dovuti all'attuale modello di
sviluppo, e provvedere, dall'altra, ad adeguati investimenti per la
differenziazione delle fonti di energia e per il miglioramento del suo
utilizzo”. Ancora qui, sono i paesi poveri a pagare le conseguenze di questo
sfruttamento, svendendo le loro risorse.
L’emergente globalizzazione non ha solo la necessità
dello scambio transnazionale di merci ma, ha bisogno, “oltre che di un
fondamento di valori condivisi, di un'economia che risponda veramente alle
esigenze di un bene comune a dimensioni planetarie”, “che permettano a tutti
di collaborare su un piano di parità e di giustizia” e “ci si deve
adoperare per una saggia utilizzazione delle risorse e per un'equa distribuzione
della ricchezza”.
Il messaggio di Benedetto XVI, continua con una riflessione
sull’esigenza di leggi giuste basate su solide leggi morali, sulla vendita di
armi, dove i paesi industrializzati traggono lauti profitti, sulle armi nucleari
da smantellare.
Chiude invitando “ogni uomo e ogni donna a prendere più lucida consapevolezza della comune appartenenza all'unica famiglia umana e ad impegnarsi perché la convivenza sulla terra rispecchi sempre di più questa convinzione da cui dipende l'instaurazione di una pace vera e duratura.”
In conclusione mi piace terminare questo articolo, con una frase dell’omelia di Giovanni Paolo 2° del 1 gennaio 1990 Giornata per la Pace, che ben si addice a noi cristiani, rafforzando l’attuale intervento di Benedetto XVI: “Non uccidere, distruggendo in diversi modi il tuo ambiente naturale. Questo ambiente appartiene pure alla comune eredità di tutti gli uomini, non soltanto alle generazioni passate e contemporanee, ma anche a quelle future. Sii fautore, non distruttore della vita!”
Sant’Angelo in Vado 22.12.07
Testo integrale del Messaggio su
Giuseppe Dini