40 anni di scoutismo vadese

 

Giugno 1967 un gruppo di giovanissimi vadesi si ritrova  a Parchiule, a settembre dello stesso anno all’Orsaiola con altri giovani di Urbania; portano calzoni corti, un fazzolettone al collo e dormono in tenda: sono gli scouts.

Inizia così l’avventura del gruppo scout vadese, dove già sono direttamente coinvolto. A guidarli un aitante missionario venuto dal Congo, dove lì ha provato l’esperienza dei piccoli scouts,  i lupetti: don Igino Lani che resterà assistente per tutto il suo tempo.

Nel 1969 il campo sul Catria assieme agli esploratori di Fano e Pergola e nel 1970 si apre la branca Rover il gruppo dei giovani che arriveranno ad essere in quegli anni fino a 100 iscritti, segnando a Sant’Angelo in Vado il successo dell’esperienza proposta da Baden Powel fondatore degli scouts. Pochi sanno che dalle attività proposte da questi giovani si avvia l’attività di Caresto, una piccola chiesa di campagna assegnata ai Servi di Maria, ma ormai abbandonata; saranno i rover vadesi guidati da don Piero Pasquini, loro giovane assistente a cominciare i recupero di quella  struttura, che oggi fa la magnificenza di quel colle.

Nasce anche l’associazione femminile scout e a guidarla c’è Pinuccia Dini.

Nel 1970 le sedi si spostano dai garage della casa parrocchiale a quelle dell’oratorio; lì i  rover realizzano quella che sarà la loro sede esterna e la parte strutturale  dell’impianto del riscaldamento di tutta l’area ricreativa. Nel 1974 le due associazioni, femminile, AGI, maschile ASCI si fondono a livello nazionale e formano l’attuale AGESCI.

Nel 1976 dopo il ritorno dal servizio militare effettuato nei vigili del fuoco, dopo il mio matrimonio con Pina, nascono i primi problemi con le autorità ecclesiali che chiudono l’oratorio; molti giovani mollano l’esperienza, che però continuerà ancora a Caresto. Mi ritrovo a condurre il gruppo ed il reparto: gli scouts si ritrovano senza sede, ma le attività scout continuano ugualmente, con le riunioni effettuate al sabato nella cappella della Madonna del Pianto; gli assistenti don Piero e don Igino non vengono più nominati e al loro posto c’è don Giovanni Balsamini. Le riunioni della Comunità Capi si svolgono nella mia casa. Pochi sanno che il 1977 gli scouts vadesi rischiarono la chiusura: il commissario provinciale Bertini Carlino stava decidendo in tal senso e fu il sottoscritto a farlo  desistere. Il reparto è condotto da Pantaleoni Giorgio.

Nel 1978 Baffioni Antonio è Akela il capo dei lupetti, Salvi Andrea e Lorenzoni Franco animano i giovani, proponendo a livello locale diverse iniziative: la Marcialonga, percorso effettuato a piedi da S.Angelo, Bacciuccaro, Caresto S. Angelo, è una di queste. Ci sono anche Stefano Conti e Paolo Dini che iniziano a dare il loro contributo alla scelta educativa dell’associazione; siamo già ritornati alle sedi dell’oratorio, con le uniche iniziative presenti: gli scouts e l’ACR, nient’altro. L’attività prosegue con la voglia di continuare e dare un contributo nell’educazione dei ragazzi: nel 1985 Paolo è capo reparto; nel 1986 la squadriglia Falchi vince il premio nazionale Natura, con la riscoperta, la ripulitura e la diffusione della fonte di Callisto a S. Maria del Piano in Urbania. Nel 1987, dopo una serie di profonde discussioni e con vero rammarico, Paolo  si distacca e fonda il CNGEI.

Antonio diventa Capo Gruppo, rimangono solo alcuni giovani rover che continuano l’attività alla scuola del Baciuccaro che avevamo avuto in uso dal comune. Alla fine del 1990, su sollecitazione del responsabile provinciale Giorgio Filippini, riprendo la direzione del gruppo, con Stefano che viene direttamente coinvolto  con i lupetti. Nel 1993 festeggiamo il 25° di fondazione, con qualche difficoltà, poi risolta, da parte della nuova gestione dell’oratorio; nel 1994 andiamo a Roma con tutti i lupetti da Giovanni Paolo 2° per “Dare una mano al Papa”,  rientra Paola Pagliardini in qualità di corresponsabile del gruppo; nel 1997 festeggiamo il trentennale con gara di canoe sul fiume, dato che il reparto Antares è diventato un reparto fluviale. Nel 2000 partecipiamo alle celebrazioni del Giubileo, promuoviamo la pubblicazione del libro “La Chiesa L’ecologia”, prendo per 3 anni anche la responsabilità dell’AGESCI  provinciale. Nel 2002 don Igino ci lascia per tornare alla Casa del Padre.

Nel 2006/2007 la struttura ecclesiale mostra ancora il suo peso autoritario e non appare affatto profetica. Ad essere sconfitto in tutto questo è il dialogo, non voluto, non dato, non affrontato.

Gli scout, che sorridono e cantano anche nelle difficoltà, promuovono comunque una serie di iniziative dedicate ai 40 anni dalla fondazione, tanto è il tempo passato; le attività coincidono anche con il centenario mondiale della fondazione degli scout; per la prima volta, grazie anche al contributo del gruppo missionario, una nostra guida, Conti Maddalena, viene mandata al Jamboree mondiale a rappresentarci. Un corso di aggiornamento per insegnanti, soci e interessati, l’inaugurazione di via Baden Powell,  la festa di giugno, l’annullo filatelico dedicato ai 40 anni di fondazione, sono le attività che il gruppo ha promosso.

All’inizio del nuovo anno lascio la direzione del gruppo, che viene affidato a Sauro Passeri assieme a Paola.

 

Dopo questa breve cronistoria pare giusto fare un bilancio finale. In questi anni da educatore professionista (insegnante), che da volontario (responsabile scout), posso sicuramente affermare che questa esperienza mi ha arricchito molto; attraverso lo scoutismo ho imparato a mettermi a confronto con gli altri, a sostenere le mie idee, ad affrontare le difficoltà con spirito sereno; l’esperienza della Comunità Capi,  lo staff dirigente del gruppo, mi ha permesso di capire veramente cosa significa condividere la gestione, apprezzare il lavoro di chi ti sta vicino, sostenere chi è in difficoltà, non per niente è stata chiamata proprio “comunità”; mi ha permesso di capire il valore del volontario, (tutti gli educatori scouts sono volontari a tutti gli effetti) dove oltre i normali impegni, trovi il tempo da dedicare ad altri, in maniera del tutto gratuita. Tutto questo mi ha permesso inoltre di acquisire sul campo, una pedagogia pratica che mi è molto utile nella mia professione. In sostanza lo scoutismo mi ha permesso una educazione permanente, che di volta in volta è stato arricchimento e sviluppo.

Più volte parlando tra di noi ci si è domandati in questi 40 anni quanti ragazzi sono passati tra gli scout: pare che oltre 3000 scouts abbiano rinnovato di volta in volta la loro tessera di soci del Gruppo Sant’Angelo in Vado 1°: un risultato che ci fa onore, prima di tutto al gruppo che ha continuato il suo cammino e poi al paese nel quale si svolgono le attività; si può certamente affermare che a Sant’Angelo lo scoutismo ha lasciato la sua “impronta”.

Allora prima di tutto un grazie va a don Igino,  che col suo entusiasmo ha lanciato il gruppo e con la sua consapevolezza ne ha permesso il cammino. Poi a tutti quelli che hanno condiviso l’esperienza e che qui non ho scritto, che hanno dato il loro tempo e le loro fatiche affinché altri, più piccoli,  potessero apprezzare l’esperienza scout; grazie anche chi con noi ha condiviso l’avventura, il sentiero, la”religione dei boschi”; grazie anche a chi ci ha fatto difficoltà, perché ci ha permesso di diventare più forti e tenaci nelle nostre idee.

Infine un augurio al gruppo che continua il suo cammino, a Sauro che si è preso questa responsabilità; nel caso ci fossero delle necessità, sapete che mi potete contare, perché “Scout un giorno, Scout per sempre”.

 

Sant’Angelo in Vado 23.06.08

Giuseppe Dini

già capo gruppo AGESCI

Sant’Angelo in Vado 1°

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