A proposito dell’area agricola di S. Sebastiano

 

La recente proposta, di cui ormai sono presenti atti amministrativi, seppure preliminari, di modifica del PRG di Sant’Angelo in Vado, tendente a variare la destinazione d’uso del terreno agricolo, situato a monte di S. Sebastiano, suscita forti perplessità.

S. Angelo in Vado è stato il primo comune della provincia a dotarsi di tale strumento urbanistico, che alcuni definiscono superato, ma le cui modifiche avvenute fino ad oggi appaiono più legate ad interessi particolari che al bene comune.

I dispositivi legislativi che portarono al PRG, prevedevano e prevedono il coinvolgimento della popolazione, sia in fase di stesura, che nelle sue modifiche più importanti.

Il recente acquisto nell’area citata di circa 90.000 metri quadri, di cui pressoché 20.000 destinati alla costruzione di un capannone industriale, pare anche agli occhi dei non addetti ai lavori, una mera speculazione, dal momento che nella zona industriale esistente, sono presenti e disponibili gli stessi metri quadri acquistati; ciò appare ancor più evidente alla luce di una intervista rilasciata ai mass-media, da parte dell’acquirente, dove emergono accordi preesistenti con alcuni amministratori.

Non è poi trascurabile il fatto dell’impatto ambientale, in una vallata dall’evidente valore paesaggistico; a dirlo è il DM del 2003 sulla Fano Grosseto, che sposta l’asse viario all’interno dell’attigua collina, proprio adducendo questa motivazione: “ in presenza di un tratto di vallata che si caratterizza per un elevata sensibilità paesaggistica.” DM Ambiente 20 Giugno 2003.

Inoltre lo spostarsi della zona industriale verso il centro abitato, peraltro deprecabilmente già avvenuta in parte con l’attuale zona industriale, è una soluzione che penalizza lo stesso centro abitato, per le possibili conseguenze dovute dalle lavorazioni sulla salute dei cittadini.

E’ prassi comune della maggior parte dei mobilifici poi, la combustione dei propri scarti polverizzati di truciolare, che seppure dovrebbe avvenire in moderne caldaie a controllo integrato e registrazione continua, non elimina completamente la produzione di diossina, proveniente dall’ossidazione di tali materiali. A tale proposito le disposizioni regionali, prevedono che tali impianti distino non meno di 2000 metri dai centri abitati.

Gli ultimi fatti sul piano urbanistico avvenuti a Sant’Angelo in Vado, mettono in evidenza che le decisioni di pochi, servono solo per pochi. Vale allora il principio democratico, che il cittadino deve riappropriarsi il diritto di gestire il territorio dove vive. Dobbiamo chiedere conto delle scelte operate, ai nostri amministratori (nostri dipendenti direbbe Beppe Grillo), da noi eletti, partecipare maggiormente alla vita sociale della nostra cittadina, controllare gli atti prodotti dall’amministrazione e, soprattutto, smetterla di delegare questo o quello, nella gestione della nostra piccola comunità civile e nella vita sociale di Sant’Angelo in Vado.

Una possibilità da non trascurare, al fine di farci sentire come cittadini, ci viene dal nostro stesso statuto comunale, il quale prevede l’utilizzo del referendum locale quale espressione anche decisionale della volontà delle persone su un qualsiasi fatto locale: è un bell’esempio di democrazia che però necessita, in questo caso, di un impegno chiaro ad esprimere la nostra contrarietà  maggioritaria a quanto si sta prospettando nell’area agricola di S. Sebastiano.

 

Sant’Angelo in Vado 5.12.06

Giuseppe Dini

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