Una Centrale sulla Cascata del Sasso

A seguito dell’articolo apparso nel Corriere Adriatico del 24.02.06 vorrei evidenziare alcuni aspetti, da ambientalista di vecchia data.

Che l’amministrazione comunale si senta impegnata ambientalmente fa certamente piacere e non si può che condividere di primo acchito, le scelte operate in tal senso.

Ora però dato che un vecchio proverbio cita che “la volpe perde il pelo ma non il vizio”, è chiaro che non basta una operazione di interesse economico a trasformare, chi da sempre  ha remato contro l’ambiente, in ecologista seppure di facciata.

L’attuale crisi energetica ci sta spingendo giustamente a scelte  di produzione energetica locale, che nel lontano passato erano diffuse: si pensi ai piccoli generatori a vento prodotti dalla ditta Sperandio di Mercatello sul Metauro, che negli anni ’60 hanno fornito l’elettricità a tutte le case Anas della 73 bis e a tante abitazioni rurali.  Lo stesso piano energetico regionale, ha aperto le porte a diverse forme di sfruttamento energetico, fra cui ha inserito il recupero dei vecchi mulini.

Ora se è pur vero che è meglio l’utilizzo di una forma di energia rinnovabile, rispetto al nucleare ed al carbone, occorre valutare correttamente quanto si propone.

Si vorrebbe realizzare a Sant’Angelo in Vado una microcentrale idroelettrica sulla Balza del Metauro, una delle 10 cascate più belle d’Italia, la cui tutela integrale è stata formalmente attuata alcuni anni fa attraverso un apposito decreto regionale, grazie all’insistenza dei soli ambientalisti. Tale dispositivo legislativo vincola in maniera estrema, non solo il manufatto naturale, ma anche una serie di aree marginali.

E’ stata pesantemente aggredita dalla zona industriale, si è costruito senza rispettare le distanze previste: allora sostenevo che la gora del vecchio mulino, ancora rintracciabile potesse essere un riferimento catastale evidente, ma quelle misure non valevano a detta dell’amministrazione; oggi per la presenza della stessa gora, sulla quale i diritti idraulici sono decaduti da tempo, si invoca il recupero per lo sfruttamento idroelettrico: quale  coerenza?

Tutte le amministrazioni hanno approfittato pesantemente della Balza, tant’è molti turisti rimangono delusi dai vari opifici che la circondano. Tutt’oggi, nonostante la tutela integrale delle aree limitrofe che arrivano fino alla strada comunale, la zona è soggetta a scarichi e a depositi non autorizzati, senza che nessuno controlli.

Per questo non posso essere d’accordo sulla realizzazione della centrale che privi il godimento estetico della Cascata del Sasso: l’acqua, prelevata a monte verrebbe rilasciata a valle senza più attraversare la balza in diversi mesi dell’anno.

D’altra parte si potrebbero utilizzare i mulini presenti ancora a Sant’Angelo per produrre elettricità dall’acqua: mulino Matteucci e mulino Pierini.

In sostanza la nostra amministrazione comunale tenta di mostrare il volto ambientalista, ma è quella che più di altre ha abbattuto piante nel centro abitato, ha approvato la riapertura di una ex cava rinaturalizzata al 70%, che metterà a rischio l’acqua potabile del comune di Peglio, fa utilizzare la pomice di scarto nelle vicinanze delle abitazioni per la realizzazione di piazzali, non riesce ad abbattere costruzioni abusive.

Per tutto questo, personalmente affermo: no, grazie!

Sant’Angelo in Vado 25.02.06

Giuseppe Dini

Referente settore energia WWF Marche

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