Grave danno ecologico al fiume Metauro

Moria di pesci a ponte S. Giovanni in Petra

Su "in Nuovo Amico" dell'8 ottobre 2006

                       

La notte del 28 le guardie ecologiche del WWF e dell’ENAL Pesca sono intervenute per una presunta moria di pesci all’altezza del ponte sul Metauro a San Giovanni in Petra.

Sul posto alla luce delle torce elettriche hanno visto emergere una discreta quantità di pesci morti soprattutto novellame. Le Guardie Giurate hanno provveduto al campionamento dell’acqua fluviale a valle e a monte dell’area industriale di bivio  Peglio e al prelievo di pesci diversi in specie e stazza.

La mattina seguente lo spettacolo è apparso davvero assurdo; tutto il Metauro in quel punto per un tratto circa di tre chilometri  brulicava di pesci affioranti e morti: lasche, carpe, cavedani alborelle, ben visibili per il luccichio al sole mattutino lungo le rive e sui massi affioranti del fiume.

L’intervento del tecnico dell’Arpam, della Polizia Provinciale, delle guardie giurate Enal pesca, ha permesso di risalire alla causa.

Dal serbatoio del cloro della lavanderia LeonTex sono fuoriusciti ben 800 litri di cloro da una tubazione rotta che attraverso una discutibile tubazione di scarico laterale, si sono riversati sul fosso delle Gamberane, che più a valle si immette nel Metauro.

Le conseguenze sono state la distruzione stimata di circa 8 quintali di pesce vario e di tutto il sistema macrobentonico del fiume. Nella zona di Calariccia si è potuto notare delle buche contenenti anche 40 chili di pesce affiorato, che neanche gli aironi mangiano.

Il nostro Metauro abituato a tutto, sfruttato anche con le captazioni irrigue, sta sempre più diventando  un “corpo recettore” sterile, portatore solamente dei nostri scarichi.

Sarebbe auspicabile che tutti ci sentissimo responsabili di quanto sta accadendo nel nostro ambiente e collaborassimo tutti insieme, dalle forze di polizia per la repressione, agli enti locali, alle associazioni di tutela ambientale, ai cittadini, per far si che tutto il nostro ambiente torni effettivamente vivibile per tutte gli esseri viventi.

 

Sant’Angelo in Vado 1.10.06

Giuseppe Dini

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