Clamoroso intervento delle Guardie Ecologiche Volontarie

 

La mattina del 13 novembre  due guardie ecologiche del gruppo provinciale, intenti nel servizio di vigilanza sul territorio della Comunità Montana di Urbania, nella zona di Monte Proverso, si sono imbattuti, in un chiaro esempio di bracconaggio. Una rete per uccellagione di circa 15 metri,  era stesa all’interno di un fondo chiuso, dove non è ammessa tale pratica.

In collaborazione con il personale del Corpo Forestale di Sant’Angelo in Vado, hanno potuto accertare il nominativo del proprietario del fondo certo S. S., il quale raggiunto presso la sua abitazione in Urbania ha accompagnato le guardie all’interno dell’area, dove si è potuto accertare che la rete è di proprietà della provincia, in quanto il trasgressore è autorizzato dall’ente alla cattura di volatili a scopo venatorio, le pessime condizioni di due tordi sasselli tenuti costantemente sul posto come richiami, nonché l’utilizzo difforme degli anelli di riconoscimento.

Il trasgressore interrogato ha dichiarato di aver spostato le reti sul fondo chiuso, perché dalle altre parti non si prendeva niente.

Tale operazione dimostra chiaramente che il nostro territorio necessita di un controllo più approfondito, in tema di violazioni ambientali e che per ottenere dei risultati efficaci è necessaria la collaborazione tra tutti gli organi vigilanza. Inoltre l’azione dei guardie ecologiche maggiormente inserite nel territorio, può essere resa ancora più efficace sia riconoscendo di fatto la loro particolare tipologia e  senza ostacolare i loro interventi, sia riconoscendo  loro i compiti previsti dalle normative vigenti quali quelli di polizia giudiziaria così come citato dalla legge 189/2004 sulla vigilanza zoofila, che prevede anche la caccia, qualifica riconosciuta dalla procura di Pesaro, mentre negata da quella di Urbino.

 

Sant’Angelo in Vado 14.11.06

Giuseppe Dini

   Archivio