Gli italiani e la religione

 

Così dai dati dell’Eurispes sul Rapporto Italia del 2006

 

Gian Maria Fara presidente di Eurisps, commenta a proposito dell’annuale indagine sull’Italia, la parte che riguarda il senso dell’indagine sul rapporto tra italiani e chiesa: “Una crisi non della religione, ma della religiosità”.

Il rilevamento ha coinvolto 1.070 persone ed è stato realizzato tra il 22 dicembre 2005 e il 5 gennaio 2006. L’87,8% degli italiani si è dichiarato cattolico (l’8% in più rispetto a 15 anni fa), ma solo il 30 %  si è detto anche “praticante”.

“Per quanto riguarda i cattolici, si profila l’immagine di una religione vacillante, - commenta il presidente Fara - lontana dall’idea di un rilancio religioso autentico, in grado di fare del cattolico una forza individuale e collettiva capace di immettere nella società nuovi valori e di farli diventare veramente egemoni.”

Secondo l’identikit del credente tracciato dall’istituto al crescere dell’età aumenta la percentuale di coloro i quali si dichiarano cattolici: tra quelli oltre i 65 anni, il 96,2%, più ferventi le donne l’89,4%, rispetto agli uomini l’86%. I credenti italiani sono rappresentati dal 90,5% al Centro, 86,7% Nord Ovest, l’87,7% al Sud, l’86,9% Nord Est e isole.

Il 37,7% di quelli che si recano in Chiesa appartiene, alla fascia d’età 65 anni ed oltre; questi sono anche i maggiori frequentatori delle messe infrasettimanali (12,3%).

Per il  76,2% degli intervistati la motivazione principale a recarsi in Chiesa è la preghiera; il 16,4% del campione va in chiesa per tradizione, mentre il 14%  per superare i momenti più difficili della vita.

Per quanto riguarda la vita sociale, il 48,8% degli intervistati ritiene che la Chiesa intervenga in maniera opportuna,  nella vita socio-politica del paese, il 44,6% dice che lo fa più del dovuto e l’11,2 sostiene che gli interventi sono al di sotto delle necessità.

Il 79,3% degli intervistati (cattolici e non cattolici) non condivide il fatto che i divorziati e i risposati civilmente non possano essere ammessi alla Santa Comunione.

Il 38,4% del totale degli intervistati considera la convivenza come un modo per testare il rapporto prima del matrimonio; in particolare, la pensa così il 39% dei cattolici e il 34,1% dei non cattolici.

Sul tema dell’aborto l’83,2,% dei cattolici intervistati è favorevole a questa pratica nel caso in cui la madre sia in pericolo di vita, il 72,9% in caso di gravi anomalie e malformazioni del feto e in caso di violenza sessuale il  61,9%.

Circa la posizione dei cattolici italiani sulla legge sul divorzio, sono favorevoli, infatti, il 69,1% del totale degli intervistati. Il 62,5%  afferma di essere favorevole alla fecondazione assistita.
Il tema dell’eutanasia vede favorevole il 38,1% dei cattolici contro il 48,1% dei contrari.

La maggioranza degli intervistati (63,9%) reputa ingiusto il decreto fiscale collegato alla Finanziaria che esonera la Chiesa Cattolica e le altre confessioni religiose riconosciute dallo Stato, dal versamento dell’imposta comunale su tutti gli immobili, anche ad uso commerciale; si dichiara favorevole solo il 24,9%. Il 73,6% ritiene giusto l’otto per mille come forma di finanziamento, contro il 23% che la pensa diversamente.

 

Sant’Angelo in Vado 20.01.06

Giuseppe Dini

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