La risorsa acqua nel tessuto urbano.

Convegno sull’acqua a Urbania, nel quadro delle iniziative sulla “Casa Sostenibile”.

 

Si è tenuto ad Urbania sabato 1 marzo presso la sala Volponi, il convegno su “L'acqua nel tessuto urbano”. Luca Bellocchi sindaco del Comune, che ha promosso l'iniziativa, ha affermato che il tema base, si riproporrà a maggio, con la presentazione della modifica del Piano Regolatore cittadino, che consentirà la realizzazione di abitazioni a basso consumo energetico.

Il presidente dell'ATO  Renato Minardi ha messo in evidenza come la provincia di Pesaro dipenda per l'80% del suo approvigionamento idrico, dalle acque superficiali e perciò legate alle precipitazioni meteoriche. La scorsa estate si è rischiata l'emergenza, che è stata sopperita dall'apertura del pozzo del Burano. Il servizio idrico integrato è passato da 16 differenti gestioni a 2, ASET di Fano e Marche Multiservizi, che ha capitale all'interno di Hera. Oltre a questi nella nostra provincia Hera gestisce Carpegna più altri comuni della Val Marecchia; tre comuni, Montecopiolo, Pietrarubbia, Maiolo, lo gesticono in proprio.

L'ing. Michele Ranocchi dell'ATO ha mostrato dove ci si fornisce di acqua:  516 captazioni, 372 sorgenti, 35 pozzi e 7 derivazioni superficiali, le quali rappresentano da sole il 70% della risorsa. Perciò questo provoca emergenze nei periodi siccitosi. La media nazionale Italia per le captazioni idriche potabili è dell'80%  sotterranee ed il 20 % superficiale. Anche nelle Marche, eccetto per la provincia di Pesaro Urbino, la quasi totalità della risorsa ha provenienza sotterranea. C'è stata la possibilità di fare ricerca di nuove risorse idriche; nella cava di S. Anna del Furlo ed in località S. Lazzaro di Fossombrone sono stati fatti due pozzi profondi 300 metri che hanno permesso di individuare due grosse captazioni con oltre 100 litri/sec di portata.

L'ing. Carlo Duca ha presentato il piano generale degli acquedotti nelle Marche e le prospettive future. Interessanti i dati proposti, fra cui emergono i consumi totali della nostra regione: 7700 litri/sec.

Il dott. Mauro Tiviroli, quale amministratore delegato di Marche Multiservizi, che si occuperà dei servizi idrici del nostro territorio, ha sostenuto come questa unificazione, di cui il 53% è in mano ai comuni, è un vantaggio qualitativo per tutti. Ci sarà un miglioramento dei servizi e dei rapporti col cittadino attraverso la realizzazione di un apposito portale web;  verrà intensificata la riduzione delle perdite, ma le tariffe non diminuiranno (Tra le città col costo più alto del servizio idrico d'Italia, figurano Pesaro al 3.o posto e Urbino all'8.vo; fonte Cittadinanzattiva, tariffe 2007).

La comunità Montana di Urbania ha presentato attraverso il dott. Sandro Cangiotti della SEA il progetto APEA, che fra l'altro prevede il riutilizzo delle acque reflue delle lavorazioni tecnologiche. (Qui occorre dire che la stessa legge istitutiva degli ATO L.36 del 1990, così come il DM ministero della Sanità 443 del 1990, prevedevano, già da allora, la realizzazione di reti duali).

Lo stesso ente tramite il dott. Daniele Sacchi, ha proposto dei progetti di fattibilità di laghi montani realizzati nei comuni di Borgo Pace, Mercatello, S.Angelo in Vado: a la Villa, Castello delle Pieve, Guinza, Morsina, Apsa; questi ultimi due sono piuttosto interessanti come capacità.

Il dibattito, a cui purtroppo è stato concesso poco tempo, è stato aperto dal rappresentante della Lupus in Fabula, che ha chiesto il diritto di parola come controparte dell'azienda privata Marche Multiservizi, ribadendo chiaramente che il servizio idrico debba essere totalmente pubblico dal momento che una azienda privata non farà nient'altro che il giusto interesse di guadagnarci sopra. Un rappresentante dell'università di Urbino ha messo in evidenza come non sia stata affatto considerata la ricerca nel settore idrico, né coinvolta la stessa Università. Di fatto, è stato fortemente osteggiato l'intervento del rappresentante del WWF Marche che ha potuto solo dire i 5 tipi di acque alimentari previste dalle normative, potabile, potabile in bottiglia, ultrafiltrata venduta in farmacia per i neonati, di sorgente (quella dei bottiglioni da 18 litri all'americana) e la minerale; una frammentazione che evidenzia la metafora di “Oro blu”. L'architetto Tontini ha evidenziato come l'acqua certamente non è sempre “insapore, inodore, incolore” ed ha chiesto la possibilità per tutti, di poter riproporre, in altro momento una discussione ampia sullo stesso argomento.

 

Sant'Angelo in Vado 02.03.08                                                                    

Giuseppe Dini

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