La Tre Tozzi colpisce ancora.
Nuovo impianto eolico in zona Furlo.
E’ di qualche giorno fa la pubblicazione sul BUR Marche dell’avvio del procedimento di valutazione ambientale, per la realizzazione di un campo eolico in comune di Cagli, sul Monte San Lorenzo, dirimpetto al monte Paganuccio della riserva del Furlo.
Si tratta della messa in opera di 12 aeromotori di grossa taglia da 2300 kw ciascuno, per una potenza totale installata di 27600 Kw, esattamente quanto due centrali idroelettriche del Furlo.
La corrente prodotta sarà avviata alla sottostazione Enel di Cagli tramite un elettrodotto interrato. Lo studio esecutivo è della società Genia Engineering di Urbania.
Pur essendo in Comune di Cagli, esso risulta situato, proprio davanti al monte Paganuccio ad una distanza di circa 1 Km dalla Riserva Naturale.
La ditta Tre Tozzi è già nota per il doppio parco eolico in Comune di Urbania, con 24 gruppi eolici, per una potenza complessiva di 54000 kw ed ha progettato altri due impianti, che con quello di monte S. Lorenzo, circondano la Riserva del Furlo, nei pressi di Cartoceto di Pergola e nell’area dei Cappuccini di Fossombrone.
Nel seppure attento e preciso progetto tecnico, non pare esserci una valutazione che consideri l’impatto del campo eolico sull’avifauna del posto, soprattutto con i rapaci e le aquile presenti.
E’ per questo che le associazioni ambientali hanno chiesto, l’avvio del procedimento, una riunione pubblica, ove potranno partecipare tutti i cittadini interessati i vari proprietari delle aree, se non contattati, e quelli delle zone interessate dall’elettrodotto interrato. Questi di solito si trovano il problema a lavori compiuti, cioè quando non è possibile fare più alcuna osservazione, né azioni di sorta.
Seppure l’eolico non trova concordi le varie associazioni ecologiste, vale sempre la valutazione del “dove e come” installarlo; inoltre il WWF pur avendo firmato l’accordo con l’ANEV , associazione dei produttori eolici, prevede la realizzazione di campi di sfruttamento del vento, ad una distanza non inferiore a 10 Km tra loro e per questo quello di Urbania non rientra negli accordi. Né si capisce perché le nostre cime più belle, debbano essere aggredite da queste enormi ventole. A dir la verità, le motivazioni ci sono: sono racchiuse nei famosi certificati verdi e nelle agevolazioni di prezzo sull’elettricità prodotta, che insieme permettono la convenienza del funzionamento dell’impianto anche per meno di 3 mesi annui. Inoltre quelle zone sono le ultime propaggini di Nord Est, che l’Atlante eolico italiano riporta con venti maggiori a 20 km/h, utilizzabili dagli aeromotori.
Altro
aspetto non trascurabile, è il coinvolgimento dei cittadini che, seppure poco
attenti alle prassi burocratiche, si fanno avanti quando vedono gli interventi
sul posto. Per questo il WWF ha chiesto da tempo, a tutte le amministrazioni
pubbliche, dalla Regione alle Province e Comuni di attivare nei propri siti
informatici, le giuste informazioni per poter partecipare ai procedimenti
previsti come le conferenze dei servizi ed evitare così, successivamente
possibili ed interminabili problemi e contenziosi.
Sant’Angelo in Vado 2 luglio 2009
Giuseppe Dini