Messaggio per la giornata mondiale per la pace 2007
di
Benedetto 16°
La persona umana come cuore per la pace, è ciò che sostiene il Papa, affidando la tranquillità delle generazioni future, proprio al rispetto della persona per promuovere la pace e attraverso essa, realizzare le premesse di un “autentico umanesimo integrale”.
La pace è un dono ed un compito. Dono di Dio che si dimostra attraverso la “creazione di un universo ordinato e armonioso”; compito, “che impegna ciascuno ad una risposta personale coerente col piano divino”: c’è una “grammatica scritta nel cuore dell’uomo dal suo creatore” alla quale ispirarsi e che è la base del dialogo tra religioni diverse.
Il rispetto per la dignità di ogni persona, “comporta come conseguenza che della persona non si possa disporre a piacimento. Chi gode di maggiore potere politico, tecnologico, economico, non può avvalersene per violare i diritti degli altri meno fortunati”.
Il santo padre così denuncia lo scempio che si fa della vita oggi: “accanto alle vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni e dall'eutanasia”.
Pur essendo le persone tutte uguali, oggi si assiste a “disuguaglianze nell'accesso a beni essenziali, come il cibo, l'acqua, la casa, la salute; dall'altra, alle persistenti disuguaglianze tra uomo e donna nell'esercizio dei diritti umani fondamentali.”
Riprendendo un intervento di Giovanni Paolo 2° sulla Centesimus Annus, papa Ratzinger cita il brano dedicato all’ecologia umana, frutto non solo di una attenta gestione della terra data in custodia da Dio all’uomo, ma anche il rispetto dell’uomo in sé, nella sua “struttura naturale e morale di cui è stato dotato”. “Ogni atteggiamento irrispettoso verso l’ambiente reca danni alla convivenza umana e viceversa. Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace con il creato e la pace tra gli uomini.”
Questo stretto collegamento viene messo in evidenza con “il problema ogni giorno più grave, dei rifornimenti energetici”.
La corsa che si fa, anche da parte di nuove nazioni emergenti, verso le risorse energetiche, mentre altre popolazioni vivono in uno sviluppo arretrato proprio per i continui aumenti dei costi energetici, suscita delle domande profonde. “Quali ingiustizie e antagonismi provocherà la corsa alle fonti di energia? E come reagiranno gli esclusi da questa corsa?”
“La distruzione dell'ambiente, un suo uso improprio o egoistico e l'accaparramento violento delle risorse della terra generano lacerazioni, conflitti e guerre, proprio perché sono frutto di un concetto disumano di sviluppo. Uno sviluppo infatti che si limitasse all'aspetto tecnico-economico, trascurando la dimensione morale-religiosa, non sarebbe uno sviluppo umano integrale e finirebbe, in quanto unilaterale, per incentivare le capacità distruttive dell'uomo.”
La proposta del Papa è quindi nell’impegnarsi “a dar vita ad un’ecologia umana che favorisca la crescita dell’<<albero della pace>>”. Mentre sono concepibili visioni diverse dell’uomo nelle varie culture, non si possono ammettere concezioni antropologiche che portano contrapposizione e violenza: una guerra in nome di Dio è inaccettabile.
Il pontefice evidenzia la grande insufficienza della concezione relativistica della persona quando si tratta di difenderne e giustificarne i diritti. “Solo se radicati in oggettive istanze della natura donata all'uomo dal Creatore, i diritti a lui attribuiti possono essere affermati senza timore di smentita. Va da sé, peraltro, che i diritti dell'uomo implicano a suo carico dei doveri”.
Nel riprendere la Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948, sostiene che essa è guardata come una sorta di impegno morale assunto dalla comunità intera ed è importante che gli organismi internazionali non perdano di vista che tali fondamentali diritti appartengono alla “natura stessa dell'uomo e nella sua inalienabile dignità di persona creata da Dio” e non sono solo una decisione unanime.
Lo stesso diritto internazionale umanitario, che gli stati devono rispettare in caso di guerra, non è stato considerato, come recentemente è accaduto “Libano del Sud, dove l'obbligo di proteggere e aiutare le vittime innocenti e di non coinvolgere la popolazione civile è stato in gran parte disatteso”.
“Dinanzi agli sconvolgenti scenari di questi ultimi anni, gli Stati non possono non avvertire la necessità di darsi delle regole più chiare, capaci di contrastare efficacemente la drammatica deriva a cui stiamo assistendo. La guerra rappresenta sempre un insuccesso per la comunità internazionale ed una grave perdita di umanità”.
Altro elemento di inquietudine, sottolinea il Papa, è la manifestata volontà di alcuni stati di dotarsi di armi atomiche, che, destinate alla distruzione di intere città o regioni, rappresentano così “un crimine contro Dio e contro l’uomo che deve essere condannato con fermezza e senza esitazione”.
Benedetto 16° conclude il suo messaggio che è una sorta di linea di impegno della chiesa cattolica nell’anno, affinché “ogni cristiano si senta impegnato ad essere infaticabile operatore di pace e strenuo difensore della dignità della persona umana e dei suoi inalienabili diritti”.
Sant’Angelo in Vado 04.01.07
Giuseppe Dini
Per conoscere
il testo integrale:
www.toscanaoggi.it/a_notiziabase_foglia.asp?IDNotizia=7574&IDCategoria=325&Posizione=6
www.qumran2.net/s/indici/124_1.htm
www.educambiente.it/scout/messaggio_di_benedetto16.htm