La piena del Metauro a Sant’Angelo in Vado

26 novembre 2005

 

Sabato 26 novembre 2005, mattina. La campagna circostante è tutta imbiancata da una copiosa nevicata circa 40 cm in paese sta piovendo, su tutto il bacino del Metauro dall’Appennino a valle.

Questo fatto, provoca lo scioglimento della neve e il conseguente ingrossamento del fiume; nel pomeriggio ecco l’ondata di piena. Campi invasi dalle acque, il vivaio regionale allagato, il ponte dei Bensi per Caresto, sommerso dalle acque e ostruito dalle ramaglie, il torrente Apsa non riesce a scaricare le sue acque sul fiume e invade la strada per il Bacciuccaro, in più punti. Continua a piovere ed il fiume ingrossa fino alle ore 16

Più di 210 metri cubi di acqua al secondo nascondono le traverse artificiali. La stessa Balza del Metauro una delle 10 cascate più caratteristiche d’Italia, è sommersa dalle acque; la sua larghezza di 100 metri è tutta invasa dal liquido fangoso ed il suo dislivello di 15 metri pare proprio sparito. Il fiume è un tutt’uno.

Si mobilitano ufficio tecnico, volontari della protezione civile per monitorare ponti, laghi, punti a rischio quali il mulino dei Pierini. Si fanno le prime ordinanze: il ponte dei Bensi inagibile e sul quale si lavorerà fino a tarda sera per disotturarlo dalle ramaglie, la strada dell’Apsa ostruita da una serie di frane piuttosto voluminose, la strada per Piobbico asportata dalle frane.

Durante la notte la situazione va gradualmente migliorando.

Un copione già avvenuto nel novembre 1981 quando il Metauro con 300 metri cubi al secondo di acqua, spezzò l’argine in cemento armato, inondando l’area del fratello S. Maria e via Conciatori.

Evidentemente la natura non dimentica e ogni tanto deve manifestare la sua potenza. Lo sa anche l’uomo che ha messo il divieto di costruire nelle aree esondate a memoria: una memoria sempre più corta e non sostenuta dai continui condoni edilizi.

Tutto ciò deve farci riflettere, per agire con cautela valutando sempre i nostri interventi sul creato e per riconoscere chiaramente le nostre responsabilità nei suoi confronti.

 

Sant’Angelo in Vado 26.11.05

 

Giuseppe Dini

Archivio