Restaurato un importante affresco del ‘300 a Sant’Angelo in Vado.

 

Qualche anno fa durante i lavori di risistemazione dell’intero complesso ecclesiale in località Palazzi, antica frazione di Sant’Angelo in Vado, venne alla luce nella pieve dedicata a San Donato, un eccezionale dipinto su muro.

Attribuibile ad un autore marchigiano della scuola riminese nell’ambito di Giovanni da Rimini e Maestro Verrucchio, esso viene subito datato nel periodo trecentesco.

Oggi, grazie alla segnalazione dell’Associazione Cento Città, in particolare dell’infaticabile insistenza della dott.sa Silvana Mariotti di Pesaro ed al finanziamento dell’Assoindustria di Pesaro Urbino, sta avvenendo il suo completo restauro.

I lavori sotto la direzione dall’ispettrice Adele Vastano della Sovraintendenza dei beni artisti e storici di Urbino, sono eseguiti dai restauratori Beatrice Ferri di Pesaro e Rino Angelini di Ascoli.

Per effettuare gli interventi è stato necessario rimuovere le parti lignee dell’altare e del dossale. Qui ecco un’altra sorpresa; sotto le rifiniture in legno appaiono ai lati le figure di due santi: Sant’Antonio abate protettore della campagna e San Donato cui è dedicata la chiesa.

E’ così possibile ammirare l’affresco nel suo splendore. Si tratta di un Cristo dei dolori, in croce, attorniato da cherubini e con ai piedi la Madre, Maria Maddalena e Giovanni.

Particolarmente interessanti due stemmi laterali della famiglia Brancaleoni, nobili che alla fine del ‘300, reggevano la Massa Trabaria da Sant’Angelo in Vado, Mercatello, Valbona a Palazzo Mucci, Figiano, Dese. Nella cornice decorativa si possono osservare anche delle lettere.

Il restauro finora eseguito, ha comportato il consolidamento dell’intonaco d’appoggio sulle mura e dello stesso film pittorico. Dopo aver eseguito una serie di lavaggi particolari, ma adatti a eliminare il bianco della calce data sopra, si sta provvedendo al ritocco della pittura con acquarello pregiato, utilizzando pigmenti puri, gli stessi dell’affresco.

La piccola finestra al centro, orientata caratteristicamente ad est, indica che la pieve era ancora antecedente all’affresco, che vi è stato appoggiato sopra, murandola.

Sant’Angelo in Vado si continua a rivelare così una città scrigno, ricca di tesori e cultura.

 

Sant’Angelo in Vado 15 nov.‘05

Giuseppe Dini

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