Santa Maria dei servi Extramuros

La Chiesa si riapre dopo ben nove anni e torna a mostrare i suoi antichi splendori.

 

Sabato 22 novembre alla presenza del Sovrintendente ai beni storici e artici di Urbino Mochi Onori, sindaco e autorità è stata riaperta al pubblico la chiesa di Santa Maria dei Servi Extramuros.

Il sisma del 1997 causò una serie di danni alle strutture principali della chiesa con la conseguente dichiarazione di inagibilità della stessa. Di proprietà ecclesiale, affidata al comune, trattandosi di un monumento artistico nazionale, furono attivate le procedure per un intervento preposto al recupero del miglioramento sismico di tutto il complesso.

La progettazione è stata curata dallo Studio Marconi Associato di Fermignano e ha compreso  la realizzazione di una serie di migliorie statiche e antisismiche alle colonne portanti centrali che sono state rinforzate con fasce e barre in fibra di carbonio, la sistemazione di tutto il tetto ampliato per le navate laterali; inoltre è stato anche rinforzato equilibrandone meglio il peso eliminandone le spinte degli archi e delle volte con interventi articolati sulle capriate, in travatura di legno.

Sono stati realizzati anche  il restauro di tutta la cantoria in stucco dipinto, del magnifico sopra altare degli altari e relativi stucchi. Lo stesso campanile alto ben 31,5 metri, è stato completamente consolidato con la messa in opera di catene con chiavi a barra tradizionali.

E’ stata riaperta la porta posteriore  così come nel passato e restaurato l’antico portone di ingresso.

Questa chiesa risale al 1294, realizzata dai Servi di Maria che già avevano una chiesa all’interno del centro storico di Sant’Angelo. Numerosi furono i beati dei serviti  canonizzati; il più documentato fu Girolamo Ranuzzi già consigliere di Federico da Montefeltro le cui spoglie integre, sono conservate in un sarcofago attualmente sistemato nella cattedrale, per la pubblica venerazione.

Nel 1331 fu consacrata  così come appare dalla data sul pilastro destro a fianco all’altare. La chiesa ha tre navate, la forma esterna a capanna, aveva tre rosoni; quello centrale in cotto, è ancora visibile; l’uscita principale ora riaperta dopo il restauro mette in mostra un antico portale gotico di cui rimangono le tracce della parte superiore, L’ingresso attuale, verso il paese, ha la data del 1570; Il campanile realizzato in pietra fluviale e spigoli in cotto è di stile tardo romanico.

Dal punto di vista artistico è la chiesa più importante di Sant’Angelo in Vado; l’interno ha un bell’effetto scenico molto suggestivo costituito dai chiari scuri dei splenditi altari laterali. Questi costituiscono un indiscusso valore artistico e rappresentano una variazione sul tema degli altari votivi. La stessa cantoria, oggi restaurata e consolidata, appare ancora più stupenda. Realizzata nel 1627 è stata affrescata da un artista alemanno August Albrecht di Vallestein.

Ma le opere contenute in questo scrigno artistico  sono veramente tante, ne ricordiamo alcune invitando i lettori a venire a visitare questo gioiello: la Sacra Rappresentazione di Raffaellin del Colle 1593, la Natività del Battista, attribuita ad Auti di Tito del 1550, un affresco scoperto negli anni ottanta l’Adorazione dei Magi, 4 tele di Francesco Mancini fra cui la Vergine che dona lo scapolare ai sette fondatori  dei serviti, il Carro con la Vergine. Infine ricordiamo un altorilievo in bronzo del Ghiberti raffigurante la Madonna.

Chi volesse visitare questo monumento artistico può rivolgersi all’ufficio informazioni del Comune di Sant’Angelo in Vado.

I Vadesi ringraziano per questo eccezionale recupero, ma restano in attesa di interventi migliorativi per un’altra importante chiesa: quella di S. Francesco.

 

Sant’Angelo in Vado 23.11.05

Giuseppe Dini

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