UN REGALO INTERESSATO

 

E’ quello che il ministro Brunetta ci ha fatto da qualche giorno, la posta elettronica certificata PEC, per tutti. Ora che le tecnologie si fanno sempre più dominanti, la posta elettronica è la conseguenza dell’uso che si fa del computer e la posta certificata garantisce il valore legale di ciò che si trasmette; in sostanza una sorta di raccomandata, che ha tutti i valori di legge previsti. Particolare è il fatto che viene offerta dal governo a titolo del tutto gratuito e fin qui la proposta si fa interessante, dovendo pagare diversamente un abbonamento annuale ai diversi gestori che si propongono.

Ma la cosa ha il rovescio della medaglia. Infatti se si richiede tale servizio “gratuito”,  si accetta direttamente con la richiesta, di avere una sorta di domicilio elettronico nel quale lo stato attraverso le sue amministrazioni, può inviare  tutti i documenti possibili che ci interessano:

“La volontà del cittadino espressa ai sensi dell’art. 2, comma 1, rappresenta la esplicita accettazione dell’invio, tramite PEC, da parte delle pubbliche amministrazioni di tutti i provvedimenti e gli atti che lo riguardano” (art. 3, comma 4, Dpcm 6 maggio 2009).

La cosa non è di poco conto se si considera che in questa maniera lo stato risparmierà notevolmente in fatto di spedizioni di documenti di qualsiasi amministrazione pubblica e l’assegnare gratuitamente la casella elettronica diventa così in secondo piano.

Va detto anche se che c’è chi considera già la PEC, utilizzata solo in Italia, uno strumento obsoleto, essa garantisce al momento, al cittadino facilità di intervento presso le amministrazioni e gli può garantire meglio la risposta dalle stesse.

Va però segnalato, che la maggior parte delle amministrazioni pubbliche, non sono dotate della casella di posta elettronica certificata, pur essendo specificatamente richiesto da una legge del 2006. Nel fare un giro nei siti pubblici ci si accorge che pochissimi  hanno la PEC e chi ce l’ha non lo scrive; Sant’Angelo in Vado dove risiedo, pur avendo una linea di connessione via radio, riservata per i giornalisti della mostra del tartufo, non c’è l’ha , la provincia di Ancona nemmeno, così le prefettura, le procure , gli uffici INPS, INPDAP…

Eppure la Regione Marche ha promosso gratuitamente la Carta Raffello tra i cittadini e le proprie amministrazioni; tale servizio fornisce appunto una PEC ed il comune di Apecchio è stato tra i primi ad aver aderito; eppure questa eclatante iniziativa della Regione Marche, ha un neo. Il dominio @emarche.it, quello della Posta Raffello, scrive solo a se stesso per cui, può ricevere le PEC di altri ma non le può ritrasmettere.

Per ritornare al “dono” di Brunetta essa  ha inoltre il rischio evidente di fornire il servizio solo ad un unico gestore che ha così, rispetto agli altri una posizione dominante, Si formerà una anagrafe elettronica che sarà a disposizione di un gestore privato, con tutti i rischi del caso.

In una nazione la nostra, drammaticamente indietro sotto il profilo della diffusione della banda larga (ultimi con Grecia, Messico e Turchia) secondo i recentissimi dati OCSE e con un evidente  “divario digitale”, regalare a tutti i cittadini una "casella di posta elettronica certificata" non mi sembra, potersi considerare una vera priorità.

 

Sant’Angelo in Vado 07.06.2009

 

Giuseppe Dini