Visita a Mateureka, museo del Calcolo di Pennabilli
Si è conclusa la proposta di aggiornamento degli insegnanti aderenti all’iniziativa promossa dal presidio di Urbino del piano nazionale Insegnare Scienze Sperimentali. L’ultimo incontro si è tenuto venerdì 9 maggio, presso il Museo del Calcolo Mateureka di Pennabilli. Ad accompagnare i docenti nella visita, è stato lo stesso direttore, il prof. Renzo Baldoni, curatore e realizzatore del museo.
Il prof. Baldoni ha spaziato dalle origini della matematica ai calcolatori dei nostri giorni; ha iniziato nel mostrare l’unico cono di fondazione numerico visibile in Italia, uno dei cinque presenti in Europa e oggi con la distruzione ed il conseguente saccheggio del museo di Bagdad, riveste una enorme importanza scientifica averlo qui, per i dati che in esso sono riportati.
Nelle civiltà
babilonese ed egiziana troviamo una aritmetica dei numeri interi e delle
frazioni, i primi rudimenti dell’algebra e alcune formule geometriche
empiriche.
Manca quasi il simbolismo, l’astrazione, una metodologia generale, una
dimostrazione.
La matematica di allora serviva per risolvere i problemi che nascevano nella
vita quotidiana della gente. Nel Medio Evo, l’Europa sprofonda nelle tenebre,
ma gli arabi, con le
loro conquiste, diffondono anche le conoscenze scientifiche: la diffusione dei
numeri indiani, la crescita dell’algebra, l’introduzione della
trigonometria, la divulgazione della geometria greca; essi seppero conferire
alla scienza una dimensione universale.
Il 1600 fu
il secolo speciale per la matematica che ha portato idee e metodi nuovi che sono
alla base della matematica moderna: i logaritmi
di Nepero e Briggs,
il metodo sperimentale di Galileo, la teoria della probabilità con Fermat e
Pascal, costruttore anche della prima calcolatrice chiamata “pascalina”, la
derivata e l’integrale con il tedesco Leibniz e l’inglese Newton.
Notevoli i
pezzi proposti: dal regolo calcolatore Charpentier in lega di argento, all’aritmometro
di Colmar del 1822, alla più piccola calcolatrice meccanica Curta con ben 1047
pezzi.
Durante la visita si sono potuti sperimentare i concetti e le idee della matematica ricevendo non solo conoscenze, ma anche emozioni. Si è osservato l'infinito e lo zero, manipolato il teorema di Pitagora, ci si è immergersi in un viaggio emozionante all'interno di un frattale; si è giocato con i numeri primi e il pi greco, si è rimasti affascinati dalla sezione aurea, 1,618, che fa apparire bello tutto ciò che ci circonda e scoprire che la matematica è alla base dell'informatica, di internet, della realtà virtuale, della robotica.
Il museo ha stupito i docenti, molti dei quali non ne conoscevano neanche l’esistenza, anche per le possibilità didattiche che esso offre.
E’ una delle tante realtà che l’entroterra ha a disposizione, ma che spesso non vengono affatto valorizzate a livello provinciale.
Sant’Angelo in Vado 10.05.08
Giuseppe Dini