STRUMENTI FORME FUNZIONI
Obiettivi
1. Miglior conoscenza degli strumenti utilizzati
2. Capire la geometria delle squadre
3. Conoscere il compasso
4. Osservazione e analisi di utensili e attrezzi di uso comune
Contenuti
Le squadre ed i triangoli che esse formano in base al lato di appoggio.
Gli angoli come normalmente vengono espressi.
Dimostriamo perché la somma degli angoli interni di un triangolo qualsiasi è 180°.
Il compasso: cosa serve, come deve essere tenuto, come viene usato.
Osserviamo
alcuni tipi di utensili comuni; proviamo a capire il loro funzionamento e il
perché della loro diversa forma.
Metodo
I principi ribaditi, ancora con questa unità didattica sono quelli dell’osservazione e dell’analisi. Utilizzeremo gli strumenti che sono già disponibili per i ragazzi quali quelli utilizzati per il disegno tecnico: squadre, compasso, matite e utensili di uso comune.
Attraverso la presentazione di ciascuna squadra, appoggiate via via su una base diversa, si indicano direttamente sul quaderno i vari triangoli che si formano, sia in base ai lati che agli angoli. Procedo, attraverso domande ed il coinvolgimento degli allievi a trascrivere anche i vari tipi di angoli conosciuti, il loro valore sommario, utilizzando la simbologia minore, maggiore, uguale, diverso, corrispondente, che va ad aggiungersi nel box dei simboli già conosciuti nella precedenti lezioni. Qui inserisco anche l’uso corretto del goniometro per valutare l’ampiezza in gradi, di angoli disegnati casualmente. E’ facile notare la difficoltà o meno del corretto uso dello strumento da parte di alcuni allievi.
A questo punto propongo il calcolo della somma degli angoli di un triangolo qualsiasi. Prolungando i lati con la matita, è possibile misurare gli angoli con il goniometro e ricavarne la somma. Utilizzando la parte grafica, abbinata ai colori, e alcune regole geometriche, quali la definizione di angoli opposti ad un vertice e angoli interni a paralle tagliate da una linea obliqua propongo la definizione teorica. Successivamente la stessa dimostrazione, viene proposta in maniera pratica utilizzando un triangolo di carta nel quale avremo colorato in maniera diversa i tre angoli, che possono essere piegati su se stessi, o strappati e incollati affiancati, su un foglio di carta. E’ possibile qui rilevare come gli alunni riescono ad utilizzare le forbici per tagliare il triangolo, come vengono piegati o incollati gli angoli sul quaderno. Inoltre faccio notare loro, come l’esperienza pratica aiuta a capire meglio le teorie proposte, ma di come si possono incontrare nella manualizzazione, anche altri tipi di difficoltà.
Osserviamo il compasso che abbiamo in dotazione: tre sono le parti principali che distinguiamo il perno di presa, zigrinato, per evitare che sfugga dalle dita durante la rotazione, il braccio laterale con l’ago di puntamento, l’altro braccio con la mina per il segno. Consiglio di acquistare un balaustrone, anche non di marca, munito di prolunga per i cerchi più grandi. Se i ragazzi ne fanno un uso corretto e sono attenti nella giusta manutenzione, questo strumento può continuare ad essere utilizzato anche nelle superiori.
Il balaustrone è munito di una unica doppia vite centrale, che garantisce meglio, l’immobilità della sua apertura e quindi, maggior precisione.
L’ago da preferire, sarà quello a battuta, per evitare la formazione di grossi buchi sulla carta; la mina dovrà essere di tipo medio-morbida, essere mantenuta e affilata a scalpello, via via che si usa, con una altezza lievemente inferiore all’ago. Faccio provare le diverse posizioni della mina, per far capire la necessità di avere un segno sottile, non largo, per arrivare al giusto posizionamento dell’affilatura. Insisto sul non togliere completamente le viti, con il rischio di vederle smarrite, ma solo di allentarle, in caso di uso della prolunga, dell’uso della mina, della sistemazione dell’ago.
Aggiungo tre regole importanti per il suo corretto uso:
a) Dove punto; sapere dove devo mettere esattamente l’ago del compasso
b) Con quale apertura; con quale misura e ampiezza devo allargare le punte del compasso (deve essere precisa, non approssimata)
c) Cosa faccio e trovo; cosa mi accingo a fare, un cerchio, un arco piccolo, un arco grande… per formare, trovare un punto, un incrocio, un riferimento…
Al fine di concretizzare l’osservazione e l’analisi, porto in classe vari tipi di forbici, come quelle riportate nella figura. Propongo di osservarle bene, per conoscerne il corretto uso, il loro funzionamento (perché riescono a tagliare), i materiali e le modalità con cui sono costruite e inoltre valutarne le differenze.
Ciò permette non solo di approfondire la conoscenza tecnologica, ma anche di intuire i principi fisici cui si riferiscono: in questo caso è evidente il principio delle leve meccaniche.
Vediamone l’uso e alcune particolarità:
1. Si tratta di forbici polivalenti da cucina di tipo moderno, con manici in plastica e con al centro un serratappi, per facilitarne l’estrazione.
2. Sono le classiche forbici.
3. Forbici da stoffa con manici anatomici, con quello sottostante per infilare più dita e aumentare così la forza di taglio
4. Per manicure, con lame molto corte rispetto ad i manici, per tagliare materiale resistente, curve per adattarle meglio alla forma del dito
5. Da elettricista, con manici isolanti, lame robuste, con sede per spelafili
6. “Snips” a lame autoaffilanti, tagliatutto
7. Cesoie per tagli di lamiera; le lame strette, ma robuste, facilitano il taglio curvo.
8. Cesoie per potatura; una lama facilita la tenuta, mentre l’altra molto affilata taglia il ramo; interessante la tronchesa laterale per tranciare fili di ferro.
9. Cesoie tagliasiepe a lame molto lunghe, per garantire un taglio pareggiato; le ondulazioni fanno sì che i rametti non sfuggano.
Ne propongo anche il disegno sul quaderno, con le indicazione delle varie parti e particolarità. Ricordo, che questo è anche un esercizio per la mano, si deve cercare di rispettare le proporzioni tra le diverse forme, si inseriscono le definizioni di quelle parti non conosciute.
Propongo lo stesso esercizio per casa chiedendo di utilizzare diversi tipi di bicchieri, coltelli da cucina, pinze, invitando a scriverne l’uso specifico e segnalandone le differenze e particolarità, i materiali con cui sono realizzati.
Verifiche
Si propongono una serie di angoli disegnati a piacere, dei quali è necessario riportarne correttamente l’ampiezza. Si valuta così la correttezza della misura e dell’uso del goniometro.
Si chiede di riproporre la dimostrazione pratica della somma degli angoli interni di un triangolo qualsiasi; si valuta l’uso corretto degli strumenti usati (riga, forbici, colori), il rispetto della sequenza delle varie operazioni, l’allineamento sulle righe del quaderno, dei lati e dei rispettivi vertici.
Si possono far disegnare circonferenze di ampiezza diversa, far montare correttamente la mina sul compasso e valutarne il corretto uso. Questo aspetto può essere continuato ad essere controllato nel tempo, dal momento che il compasso sarà più volte utilizzato nelle costruzioni grafiche.
Nel quaderno è possibile controllare la corretta esecuzione grafica dei vari utensili osservati a scuola ed a casa, il rispetto delle proporzioni, il corretto posizionamento e la completezza delle varie indicazioni riportate, le analisi dei materiali, cercate a casa, sul libro, o da altri riferimenti bibliografici, quali enciclopedie o anche attraverso l’uso di “internet”.
Non va trascurato il glossario e le relative spiegazioni.
Discipline coinvolte
Geometria. Presentazione degli angoli, loro differenze, come si misurano. Distinzione dei triangoli in base ai lati, in base agli angoli, la somma degli angoli interni. I punti notevoli e le loro caratteristiche.
Lettere. Uso del vocabolario per la ricerca dei termini; l’importanza della conoscenza di termini specifici. Le varie parti che compongono un libro, uso dell’indice.
Bibliografia
A cura di Elio Damiano “La casa di Salomone. Materiale per un catalogo curricolare di Educazione Tecnica” ed. IRRSAE Marche; Ancona 1997
A cura di Maria Famiglietti “Progetto Icaro. La ricerca sul pensiero tecnologico come motore per la formazione per tutti…” ed. IRRSAE Sicilia; Palermo 2000
Prof. Giuseppe Dini