CONCETTO DI “PIENO”

 

Un recipiente è pieno, quando è colmo fino all’orlo di ciò che esso può contenere. Del tutto vero? Cosa accade se in esso aggiungiamo materiali di dimensioni sempre più piccole?

Attraverso questa esperienza possiamo introdurre diversi aspetti legati al metodo della disciplina ed in particolare l’osservazione e l’analisi. Senza poi trascurare che il tutto avviene attraverso una attività diretta, che meglio di altri interventi, ci permette di far vedere e toccare con mano gli oggetti ed i materiali utilizzati e di riflettere con maggior convinzione su quanto proposto.

 

Gli obiettivi

1.                  Applicare l’osservazione, l’analisi, l’esperienza (realizzazione).

2.                  Capire il concetto di pieno ed i legami con i materiali introdotti

3.                  Introdurre la realizzazione di una relazione (descrizione dei materiali, riproduzioni grafiche, modalità esecutive)

4.                  Estrazione di semplici concetti teorici

 

Risultati attesi

Gli allievi che partecipano a questa esperienza possono comprendere meglio le varie interazioni esplorative e didattiche che la proposta offre.

 

Come si svolge

Ho proposto direttamente in classe questo lavoro, portando i materiali utilizzati all’interno di una borsa in modo tale che appaiono solo quando servono.I materiali usati

Si parte quindi dal contenitore nel quale ho versato delle sfere di gomma piena del diametro di 40 mm. Ho quindi chiesto se potevamo definire il recipiente pieno fino all’orlo.

Varie le risposte che rimandavo a loro. Ho quindi aggiunto le biglie di vetro del diametro di 14 mm ed ho ripetuto la domanda di rito con la conseguente discussione.

Ho versato poi la sabbia sopra le biglie scuotendola, via via che viene aggiunta; anche questa manovra suscita impressioni, curiosità e considerazioni.

Per ultimo ho versato l’acqua contenuta in  una bottiglietta sopra la sabbia fino a quando questa non era più assorbita. Ho di nuovo chiesto se potevamo definire  il nostro recipiente pieno a tutti gli effetti.

A questo punto ho proposto loro una serie di domande da rispondere sul quadernone:

a)      Secondo te da che cosa dipende il concetto di “ pieno”

b)      Cosa accade alla sabbia quando aggiungiamo l’acqua e questa dove va a finire?

c)      Dal punto di vista del peso cosa accade ogni volta che abbiamo aggiunto del materiale?

d)      Prova a definire teoricamente il concetto di pieno.

 

 

Punti di forza

La discussione in classe è un aspetto oltremodo importante; i ragazzi si sentono, attraverso di essa, attori primi nel dare il loro contributo alla lezione affrontata. Da non trascurare la valenza educativa della stessa discussione. Spetta all’insegnante suggerire e orchestrare il rispetto degli interventi, la necessità non solo di parlare, ma anche di ascoltarci, elogiare e sostenere i giusti interventi e far emergere il positivo di quelli meno attinenti: un gioco di squadra che servirà soprattutto nelle future attività didattiche.

Utilizzare la vivace curiosità che i ragazzi esprimono, come leva per ulteriori contributi che possono essere utili all’ampliamento della lezione.

Alcuni aspetti della discussione stessa possono essere scritti come interessanti contributi per la realizzazione della relazione; questa poi, non sarà che la conseguente a quanto proposto nelle varie successioni dell’attività. Prima ero solito dare uno schema di relazione che i ragazzi facevano fatica ad applicare per quanto esteso e preciso che poteva essere; qui si tratta invece di raccontare prima quanto fatto, aggiungere le considerazioni più importanti, i materiali ed ecco che tutto diventerà più semplice.

Le sequenze usate poi, ci permettono di affrontare anche il cosiddetto testo “regolativo” che qui è di facile intuizione.

 

Approfondimenti

La semplicità della ripetizione dell’esperimento anche a casa, usando eventualmente ghiaia di pezzatura diversa, sabbia e acqua, permette una serie di approfondimenti. Lo stesso concetto di peso variabile in più, mano a mano che si aggiunge materiale, permette deduzioni in tal senso.Il barattolo è completamente pieno

Durante la discussione poi emergono osservazioni interessanti; dall’affermazione che la sabbia assorbe l’acqua, si può proporre di provare a versare in due bicchieri pieni, in uno sabbia nell’altro sale e vedere cosa accade.

La strana disposizione dell’acqua intorno alle sfere ci fa aggiungere considerazioni sulla tensione superficiale, che ci permetterà di sostenere il peso di un sottile ago adagiato con calma sulla superficie di un catino pieno d’acqua; è lo stesso motivo che permette di sostenere le pulci pattinatrici dalle lunghe zampe (gerride lacustre o idrometra degli stagni).

Non va trascurato il fatto che i ragazzi diventano protagonisti della lezione.

Tutto questo concorre all’applicazione del metodo di ed. tecnica, basato sull’osservazione, analisi, realizzazione.

 

La morale

Anche da una esperienza tecnica si può ricavarne una morale, non sempre, ma se finalizzata, serve comunque per pensare a temi più ampi.

Vediamo come.

Il barattolo rappresenta la nostra vita. Le palle più grosse rappresentano gli aspetti più importanti ai quali dovremmo tenere molto: la famiglia, i figli, il volersi bene, la salute, gli amici, gli ideali. Solo con queste la nostra vita già sarebbe piena.

Le biglie di vetro rappresentano il lavoro, la casa, l’automobile, i nostri hobbys, mentre la sabbia è tutto il resto, le cose più futili delle quali se ne può fare a meno.

Se la nostra vita (barattolo) fosse riempita di tutte queste cose (la sabbia), non ci sarebbe più posto per gli aspetti più importanti (le palle grosse), alle quali davvero dovremmo dedicare maggior tempo e attenzione.

E l’acqua? Per quanto tutto il nostro tempo possa essere occupato dai nostri  diversi impegni, essa rappresenta quei dieci minuti, da trovare per prendere un bicchiere di acqua, una bibita, una tazza di caffè al bar, insieme ad un vecchio amico che non vedevi da tempo, o anche quei dieci minuti dedicati a godersi un cielo stellato, ad ascoltare il ritmico stridio dei grilli, per estasiarsi alla luce di un tramonto, per rasserenarsi al gorgoglio di un ruscello.

 

Sant’Angelo in Vado 05.11.05

Giuseppe Dini

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