CENTRALE IDROELETTRICA DEL FURLO

La centrale idroelettrica del Furlo è stata realizzata sul Candigliano, il principale affluente del Metauro dalla maggior portata garantita dai massicci calcarei del monte Nerone, del monte Catria e del monte Petrano. Ristrutturata nel dopoguerra, essa fu il fiore all'occhiello della nascente Enel nel 1964. E' stata il risultato dell'unione di due vecchie centrali, quella del Furlo appunto e di quella di Raggioli; la diga è di fatto rimasta quella del 1928, anno della sua costruzione, ammodernata da due paratoie, mentre la centrale fu realizzata nei pressi di quella di Raggioli, acquisendo così un salto di 48 metri, con una potenza complessiva generata di circa 14 milioni di watt.

È la meta delle nostre visite di istruzione delle classi terze, sia per la specificità della centrale completa in tutti gli aspetti tecnici, sia per la particolare immagine naturalistica su cui è inserita.

La galleria più antica attribuita, secondo alcune versioni, agli etruschi

 

La diga vista da monte

 

Opere di presa dell'acqua, in sponda sinistra viste dalla vecchia nazionale

 

Opere di presa viste dalla diga; alimentano la galleria in pressione, che passando sotto la strada porta l'acqua alla centrale

 

Le paratoie

 

Cabina di comando manuale delle paratoie

 

Gruppo di emergenza utilizzato in mancanza di corrente, per il comando dei motori elettrici delle paratoie

 

Scarico di fondo; serve a svuotare il bacino dal materiale di apporto per alluvionamento, del fiume; è un'operazione eseguita in caso di disponibilità d'acqua

 

Pozzo piezometrico; è situato alla fine della galleria in pressione e all'inizio della condotta forzata; serve a proteggere l'intera galleria da eventuali colpi d'ariete, contropressioni elevate che vengono a formarsi sulla condotta in caso di chiusure rapide di una turbina

Condotta forzata che alimenta le 4 turbine del Furlo

 

I quattro generatori

 

Albero di trasmissione della rotazione dalla turbina al generatore

 

Particolare esterno del comando delle palette del distributore; esso serve a regolare il flusso dell'acqua alla turbina in base alla potenza prodotta.

Il regolatore oleodinamico rileva la necessità di aprire o chiudere il distributore, sul quale agisce tramite appunto la pressione dell'olio

 

Nuovo tipo di comando oleodinamico

 

Ogni generatore è fornito di una dinamo eccitatrice coassiale necessaria a produrre la corrente continua per generare il campo magnetico  all'alternartore

 

L'acqua utilizzata dalle turbine ritorna al fiume attraverso lo scarico, nelle stesse condizioni cui è entrata; a valle può essere utilizzata da un'altra centrale: ecco il concetto di energia rinnovabile

 

Foto di gruppo sopra lo scarico delle turbine

 

La potenza prodotta viene trasformata nei suoi parametri, tensione e corrente, nella centrale di trasformazione.

 

Il trasformatore appunto, alzando la tensione prodotta dall'alternatore da 5000 v a 160.000 v permette di ridurre la corrente  e quindi di abbassare notevolmente le perdite per effetto Joule nelle linee di trasmissione.