OSSERVARE PER CAPIRE ED IMPARARE

 

Molto spesso un oggetto, anche dei più semplici raccoglie in sé una ricca dote di fenomeni, informazioni, teorie, conoscenze.

Ecco che quindi, in prima media, questa unità didattica diventa utile, per l’approccio alla disciplina , per apprendere meglio il metodo che la stessa adotta nel suo percorso didattico.

Perciò propongo agli allievi la scoperta di semplici oggetti dai quali estrarre quante più informazioni possibili.

Obiettivi

1.                 Osservare per dedurre

2.                 Apprendere i funzionamenti

3.                 Conoscere i materiali

4.                 Capire il metodo di Educazione Tecnica

 

Contenuti

Differenza tra strumenti ed attrezzi; le fasi esecutive o testo regolativo; come funziona l’elicottero, i materiali conosciuti; la balsa, l’acciaio al widia, il vinavil, la colla a caldo; differenza tra colle e mastici; il vetro e lo specchio, loro realizzazione; l’alluminio e le sue proprietà: la malleabilità; una legge fisica: il principio di Archimede; regole di comportamento in laboratorio; per capire i termini che non si conoscono: il glossario.

 

Metodo

Ho proposto l’osservazione di tre oggetti diversi:

Ø      L’elica volante

Ø      Il caleidoscopio

Ø      La barchetta

 

Ho posto loro il funzionamento degli oggetti e, attraverso una serie di domande ho suscitato la riflessione sul loro funzionamento e sui materiali usati.

Tutte le osservazioni da loro proposte sono state riportate sul quaderno, sottolineando quelle più importanti.

 

Elica volante

Ho preso l’elica e ruotandone il perno tra le mani ho impresso una rotazione veloce che ne ha permesso il sollevamento, tra l’eccitazione dei ragazzi; ho ripetuto più volte la manovra chiedendo ai ragazzi di osservare bene il tutto. Ho poi fatto passare tra loro l’elica chiedendo di osservare bene come era fatta, dal perno di rotazione alle due pale  inclinate, al senso di rotazione da imprimere, al materiale di cui è costituita.

Ho quindi proposto la ricostruzione grafica alla lavagna, da trasferire nel loro quaderno, con la descrizione delle varie parti del giocattolo.

Domando come fa a volare in aria: la rotazione impressa dalle mani fa ruotare le pale che tenderanno ad “avvitarsi nell’aria e sollevandosi”.

Chiedo perché l’elica giri così veloce:  dato che l’aria è poco densa rispetto ad esempio all’acqua l’elica per sollevarsi è costretta a ruotare con molta velocità al fine di prendere il volo.

Per capire meglio il principio chiedo di osservare bene l’elica vista dal fianco e di notare come sono state incollate le pale sul supporto centrale; i ragazzi mettono in evidenza l’inclinazione della pala e da qui la possibilità di decollare, una volta messe in rotazione veloce. Anche questa particolarità è stata disegnata sul quaderno.

Domando perché il perno ha una sezione quadrata e quale è il senso di rotazione dell’elica: al fine di non scivolare sulle mani, il perno di lancio ha una sezione quadrata, mentre il senso di rotazione è quello orario. Mi sono meravigliato nel notare che alcuni ragazzi non riuscivano a far sollevare l’elica, dato che imprimevano un senso di rotazione inverso.

Infine nel descrivere il materiale, hanno notato che essa è realizzata con un legno leggerissimo con le parti incollate fra loro. Quando ho fatto notare che è costituita dallo stesso legno di cui sono fatti gli aeromodelli, solo due di loro sono riusciti a dire che si trattava di balsa. Per casa ho chiesto loro di informarsi maggiormente su questa essenza vegetale.

Quando ho chiesto che tipo di colla è stata usata alcuni hanno citato il vinavil, sul quale ho proposto un ulteriore approfondimento.

 

Caleidoscopio

Il caleidoscopio è un giocattolo del passato, ma che ancora svolge la funzione di catturare e stimolare la fantasia dei ragazzi. Quello che ho portato in classe è  stato acquistato, ma anche quelli autocostruiti, non sono meno efficienti e meno belli. Oggi ci sono anche quelli che hanno delle fiale a liquido oleoso che permettono una visione delle immagini continue, mentre nei tradizionali, è necessario ruotare l’apparecchio, per ottenere composizioni decorative diverse.

Subito i ragazzi hanno parlato di riflessione tra specchi, mentre si sono trovati più in difficoltà, per indicare da cosa sono composte le figure colorate che appaiono internamente.

Quando ho chiesto loro il perché il vetro esterno è opaco, diversi si sono trovati in difficoltà; solo dopo una serie di interventi si è arrivati a capire la necessità di non vedere l’esterno, ma solo le figure che si formano.

Ho proposto loro di realizzarlo in laboratorio, perciò ho indicato loro i materiali da portare, un tubo grosso della carta in rotoli da cucina, delle pellicole acriliche trasparenti ricavate anche dalle scatole delle camicie del babbo, perline, strass, graffette colorate, per riempire la camera contenete i materiali per le figure.

Alla lavagna ho riproposto il disegno del caleidoscopio, del suo intermo e della sua sezione indicando su di essi le varie parti che lo compongono.

Degli specchi rimediati da un amico, sono serviti per tagliare quelli da destinare ad essere infilati nei tubi di cartone. Qui ho proposto l’esecuzione anticipata del triangolo equilatero e aggiungendo lo spessore dello specchio siamo risaliti alla larghezza da attribuire.

Per dimensionare gli specchi ho utilizzato il tagliavetro del vetraio, munito di rotelle durissime di acciaio al widia, materiale su cui i ragazzi hanno effettuato un approfondimento. Ho fatto loro notare le varie fasi realizzative del giocattolo, appuntate nel quadernone,  fino ad arrivare all’esecuzione finale. Per fissare gli specchi fra loro abbiamo utilizzato del nastro adesivo, mentre per le altri parti la colla a caldo, anche questa approfondita.

Utilizzando due lastre di specchi inclinate fra loro di 120° ho dimostrato il perché vengono figure regolari e ripetute semplicemente mettendo al centro un mazzo di chiavi o altri oggetti diversi.

L’esecuzione mi ha permesso anche di anticipare le regole di accesso al laboratorio e dell’uso dell’attrezzatura, nonché della necessità a fine lezione di risistemare l’aula, cui tutti dovranno collaborare.

Dopo aver mostrato l’esecuzione di due caleidoscopi, mi sono limitato al taglio degli specchi, lasciando a loro l’intera esecuzione del caleidoscopio; a casa questi sono stati liberamente decorati.

 

La barchetta di alluminio

Ho quindi proposto un lavoro a casa per valutare l’apprendimento del metodo; utilizzando un foglio di alluminio per cucina essi devono cercare di costruire una barchetta e valutarne il galleggiamento; poi la barchetta viene ridotta ad un piccolo cubo e rimessa nell’acqua; cosa accade e perché? Quali sono le differenze? Cosa possiamo ricavare?

Al rientro a scuola, ho chiesto le loro prove e osservazioni, presentate con ordine vicendevole a tutta la classe. C’è stato chi ha notato il galleggiamento, mentre il pezzo di alluminio è affondato; altri che hanno caricato la barchetta di pesi, notando che reggeva anche una saponetta; altri ancora si sono limitati ad appallottolare l’alluminio e hanno notato che una volta messo in acqua non è affondato; alla mia richiesta di capire il perché, diversi sono intervenuti dicendo che  nella palla si è intrappolata dell’aria  che non permette l’affondamento. Altri hanno notato che le navi sono di acciaio, pesano tantissimo, ma galleggiano, perché “all’interno c’è tanta aria”.

Da qui ho indicato la legge di Archimede: “Un corpo immerso nell’acqua riceve una spinta dal basso verso l’alto uguale al peso del liquido spostato”, quindi più un corpo è compatto, minore sarà la spinta verso l’alto, più esso sarà ampio ed esteso (come la nave metallica),  più la spinta che riceve gli permetterà il galleggiamento.

Tutti a fine unità didattica, hanno realizzato il glossario delle parole difficili conosciute.

 

Sant’Angelo in Vado 3.11.2008

Giuseppe Dini

 Costruiamo il caleidoscopio in laboratorio

(documentazione fotografica)

Si fissano gli specchi tra loro col nastro adesivo

 

Si tagliano i dischi di trasparente acrilico da fissare nel tubo

 

 Si fissano gli specchi al tubo con la colla a caldo

 

Si incollano i dischi di supporto dell'oculare e del contenitore di perline

 

 Si mettono le perline e si sigilla  il tutto

 

Funziona? Proviamo!

 

Ecco i nostri risultati

 

Sempre più belli.