Prevenzione e Protezione Civile

Diffondere la cultura della prevenzione e della sicurezza è un aspetto educativo molto importate specialmente nella nostra Italia, dove buona parte del suo territorio è a rischio sismico, con la presenza di vulcani e fenomeni ad essi legati, con diverse zone  dissestate geologicamente, con rischi di frane e smontamenti, e con il l’imprevedibile sempre in agguato, come incendi, aeromobili che cadono su edifici ed un insieme di incidenti dovuti alla trascuratezza dell’impiantistica e di chi la usa.

Bene perciò ha fatto il Ministero della Pubblica istruzione, ad inserire la Protezione Civile come materia di insegnamento. Era quanto emergeva dalla Circolare Ministeriale n°69 del 23.2.98 riportante il Protocollo di Intesa per l’inserimento della Protezione Civile nelle attività di insegnamento. Successivamente con la C. M. n° 231 del 6.10.99, avente per oggetto “Attività di formazione alla cultura della Protezione Civile”, propone un documento di monitoraggio riguardante la sicurezza nelle scuole e le attività didattiche connesse. Per il maggio 2000, l’INAIL di concerto con il Ministero della P.I.  ha organizzato la giornata dedicata all’esercitazione di abbandono degli edifici scolastici, al fine di coinvolgere tutte le istituzioni scolastiche nell’educare alla prevenzione e sicurezza. Già il D.M. Min. Interno del 26.8.1992 sull’edilizia scolastica, al punto 12.0 prevedeva di effettuare almeno “due prove di evacuazione all’anno”.

La mia proposta didattica indica una serie di attività educative, facilmente realizzabili anche in quegli istituti territorialmente decentrati che non possono fare conto degli organi istituzionalmente preposti all’emergenze, quali i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa, il Corpo Forestale, la Prefettura, la Provincia. Utilizzando le risorse locali e interne all’edificio stesso, è possibile coinvolgere i ragazzi delle medie, in una attività piuttosto accattivante. Che siano interessanti per i ragazzi lo ha anche dimostrato il coinvolgimento di ragazzi con handicap, che non solo hanno partecipato come gli altri alle varie esercitazioni, ma attraverso queste, hanno imparato a non avere paura di sporcarsi, ad essere più sicuri e a contare sui propri compagni, che hanno dimostrato una solidarietà e sensibilità notevole.

Per ultimo vorrei aggiungere che molto importante è stata la conoscenza delle disposizioni legislative in materia, sia per l’apporto conoscitivo che esse hanno dato negli aspetti comportamentali e di informazione tecnica, sia per una concreta crescita del proprio senso civico.

 

Gli obiettivi da proporre ai ragazzi potrebbero essere i seguenti.

1.      Conoscere le regole di prevenzione nella vita di ogni giorno

2.      Conoscere le semplici  norme di comportamento nelle emergenze

3.      Saper utilizzare i dispositivi antincedio in uso a casa e a scuola

4.      Acquisire elementi fondamentali delle strutture ai fini delle sicurezza

5.      Individuare le caratteristiche principali di sicurezza di un impianto elettrico, termico  e gas

 

I contenuti da svolgere riguardano questi aspetti.

La prevenzione domestica: l’uso corretto degli elettrodomestici, come l’aprire e salire in una scaletta, le sostanze chimiche che sono a disposizione in casa, prodotti per l’igiene, per la cucina, i medicinali, come comportarsi con la presenza di bambini piccoli.

Le sostanze pericolose, nella normativa, loro simbologia codificata e ricostruzione grafica.

Gli incendi, il triangolo del fuoco o di Kinsley, i mezzi di estinzione e loro azione sui diversi tipi di combustibile, le classi di incendio, il comportamento al fuoco dei materiali e delle strutture alla stabilità,  alla tenuta, all’isolamento termico ( la cosiddetta R E I ).

L’impianto elettrico della scuola; il funzionamento del conduttore di messa a terra, il suo colore codificato, il suo simbolo e l’intervento del cosiddetto salvavita.

L’impianto a gas, i differenti tipi di gas utilizzati, le caratteristiche di un locale tipico quale la cucina domestica, il posizionamento dei dispositivi di controllo di fughe.

La centrale termica della scuola  e le caratteristiche di sicurezza più evidenti.

Cosa accade nelle emergenze, gli organi preposti, comportamento in caso di emergenza a scuola, il piano di evacuazione.

Uso e montaggio della tenda della Protezione Civile.

 

Lo svolgimento delle attività ed i metodi proposti

Si propone ai ragazzi di raccogliere etichette, o di trascriverle,  di prodotti usati in casa, per l’igiene domestica, la cosmesi e  attività hobbistiche chiedendo di riprodurre con cura i simboli riprodotti, i termini difficili. Le eventuali indicazioni contenute.

A scuola si passano in esame le varie sostanza presentate dai ragazzi dando sia i pericoli delle componenti chimiche contenute, sia eventuali comportamenti in caso di incidenti con tali prodotti. Si possono rappresentare graficamente, la casistica degli incidenti domestici e sul lavoro, distinguendoli nelle varie tipologie.

Partendo dalle etichette disegnate dai ragazzi si prendono in esame le classificazioni delle sostanze pericolose, predisposte da apposite normative internazionali, la loro individuazione, ed il relativo codice di pericolo ( le tabelle più diffuse sono quelle color arancio inserite sulle autocisterne di rifornimento dei carburanti, che contengono appunto dei codici numerici di riferimento). Si possono trascrivere sul quadernone le principali classi, il significato dei numeri  riportati sui pannelli color arancio, i numeri di identificazione del pericolo, e la cifra corrispondente ad alcune delle varie sostanze, più conosciute, che è riportata nella parte inferiore della tabella .

PANNELLI DI SEGNALAZIONE PERICOLO

Si possono riprodurre graficamente le etichette di pericolo delle sostanze ed dei simboli con le indicazioni di pericolo.

Per gli incendi rappresentando il triangolo del fuoco, si analizzano le sue tre componenti: combustibile, comburente (ossigeno), temperatura di innesco. Si possono fare esempi  semplici di interventi  su incendi (la padella con l’olio per friggere che si incendia e poi spento appoggiando il coperchio e chiudendo il gas). Si presentano ai ragazzi le classi di incendio, riportate anche sugli estintori, sulle indicazioni da tener presente in caso di incendi su materiali diverse e le caratteristiche di infiammabilità di elementi e sostanze diverse Importante è far notare i vari mezzi antincendio e la loro scelta, in base appunto alle specifiche classi di intervento ; si possono verificare le istruzioni d’uso riportate sugli estintori in dotazione alla scuola, verificarne il tipo e la struttura. Graficamente si possono realizzare anche degli spaccati interni per spiegarne meglio il funzionamento. Si possono controllare gli idranti in dotazione all’edificio scolastico e vedere la tubazione in dotazione e la lancia terminale del getto.

CLASSI  DI COMBUSTIONE IN BASE AI MATERIALI

Classe A

Incendi di materiale solido, combustibile, infiammabile ed incandescente come legname, carta, carboni, tessuti, pelli, gomma e derivati, rifiuti che fanno brace ed il cui spegnimento presenta notevoli difficoltà.

Su questi incendi l’acqua o la schiuma hanno notevole efficacia

Classe B

Incendi di materiali liquidi per i quali è necessario un effetto di copertura e soffocamento, quali alcoli, solventi, oli minerali, grassi, eteri, petrolio e derivati, automezzi.

Su questi incendi si interviene con schiume di consistenza diversa in base al prodotto incendiato

Classe C

Incendi di materiali gassosi infiammabili come idrogeno, metano, acetilene, butano, etilene, propilene.

Nel caso di primo incendio di gas di rete o in bombole e sufficiente chiudere le saracine principali.

Classe D

Incendi di sostanze chimiche spontaneamente combustibili in presenza di aria, reattive in presenza di acqua o schiuma con formazione di idrogeno e pericolo di esplosioni.

Si utilizzano estintori a polvere o ad anidride carbonica CO2

Classe E

Incendi di apparecchiature elettriche, trasformatori, alternatori, interruttori, computers, quadri elettrici e apparecchiature elettriche sotto tensione per il cui spegnimento sono necessari agenti elettricamente non conduttivi.

In questo caso sono da evitare assolutamente l’acqua e schiume in base acquosa. Si utilizzano estintori a polvere, ad anidride carbonica CO2 , quest’ultima da preferire quando non si vogliono danneggiare apparecchiature elettroniche delicate quali computers, centrali di commutazione elettronica per la telefonia; in questo caso è possibile utilizzare estintori ad idrocarburi alogenati, del tipo ammesso dalla normativa.

Elaborazione tabella, tratta da Leonardo Corbo “Manuale  di prevenzione incendi nell’edilizia e nell’industria” ed. Pirola Milano 1986  pag 71

Per l’impiantistica di sicurezza si prediligono, se possibile gli impianti della scuola e quelli domestici. Si mostrano ai ragazzi i quadri elettrici di piano, l’interruttore differenziale salvavita spiegando il suo tipico intervento e che il pulsante rosso sistemato di solito all’ingresso con la dicitura “da premere in caso di incendio” agisce su un identico interruttore principale togliendo così la corrente a tutto l’edificio; si mostrano i colori del filo di messa a terra giallo-verde, con cui sono collegate tutte le strutture metalliche, il polo centrale delle prese di corrente, i discendenti del sistema parafulmine; presso ogni pozzetto di messa a terra è possibile vedere anche il relativo simbolo tecnico. Per completare  la parte elettrica si può far vedere ai ragazzi il contatore Enel ed il relativo interruttore automatico limitatore della potenza fornita e misurare l’energia consumata dalla scuola conteggiando i giri al minuto percorsi dal disco dello strumento.

Si può visitare la centrale termica della scuola e verificarne i criteri di sicurezza, le varie prese d’aria necessarie per la combustione la valvola automatica di chiusura del combustibile; se la centrale è a gas far notare i sensori di rilevamento del gas le aperture di sicurezza, il contatore: qui si può fare un raffronto con l’impianti a gas nelle abitazioni di ciascun alunno verificarne le diversità e indicare le disposizioni esecutive di prevenzione più importanti. In questa occasione si possono presentare le caratteristiche strutturali  della centrale definite con la sigla R E I ; infatti pareti e porte del locale tecnico devono non solo resistere al fuoco, ma anche alla stabilità meccanica “R”, alla tenuta dei gas o vapori sprigionati dall’incendio “E”, alla tenuta dell’isolamento termico “I”; la sigla è seguita dal numero dei minuti: la porta della centrale siglata REI 120, indica che essa può resistere alle tre componenti per 120 minuti.

Si può predisporre con i ragazzi il piano di emergenza, in particolare, utilizzando il progetto costruttivo dell’edificio che dovrebbe essere a disposizione di ciascuna scuola, fotocopiare ciascuna aula, laboratorio, corridoio, e riportano su questi, la distanza ed il percorso per raggiungere la via di uscita più breve, le uscite di emergenza,  la dislocazione dei mezzi antincendio, segnalare eventuali pericoli per l’uso di particolari attrezzature (fornelli a gas del laboratorio di scienze, sporgenze, porte che si aprono occupando i corridoi, ecc).

Accordandosi con le figure preposte per la sicurezza e la prevenzione presenti in ciascuna scuola è possibile effettuare, stando alle disposizioni normative, due prove di evacuazione all’anno, che possono diventare un utile strumento didattico. Si possono a tal fine montare delle telecamere fisse per valutare il comportamento dei compagni in uscita, cronometrare il tempo impiegato, realizzare dei questionari in merito; lo stesso piano di evacuazione può essere realizzato coinvolgendo gli allievi nella predisposizione.

Ci si può recare in Comune e visionare il piano territoriale di emergenza, incontrare le associazioni e gli enti che fanno parte della Protezione Civile e visionare i loro apparati, visitare la stazione del Corpo Forestale per gli incendi boschivi, il distaccamento dei Vigili del Fuoco. In Prefettura nel capoluogo di provincia si può chiedere di incontrare nella specifica sala operativa, il personale addetto alle emergenze, valutare come opera in caso di allarme e chiedere indicazioni sul piano provinciale di Prot. Civile.

A conclusione di questa attività nella scuola dove insegno, in collaborazione con l’insegnante di Ed. Fisica, proponiamo una esercitazione all’aperto nella quale presentiamo degli interventi di pronto soccorso, uso degli estintori per lo spegnimento di un bidone incendiato, montaggio della Tenda di Protezione Civile modello standard usato nelle calamità e messoci gentilmente a disposizione dal nostro Prefetto, il tutto condotto dagli alunni della scuola.  Lord Baden Powell fondatore dello scoutismo, tuttora uno dei movimenti educativi più diffusi a livello mondiale, a proposito dei ragazzi diceva che due sono le cose che li attirano: “la natura… e il fare il pompiere…”.

 

Cosa verificare

Si utilizzeranno ai fini delle verifiche, le relazioni relative alle diverse visite guidate organizzate, questionari attinenti ai diversi argomenti incontrati e analizzati, gli schemi e grafici realizzati, nonché i vari termini specifici incontrati.

Saranno inoltre oggetto di verifica il coretto uso dei mezzi antincendio, il rispetto delle regole comportamentali in caso di prove di evacuazione.

Per la tenda di Protezione Civile, si procede al montaggio a squadre e si assegneranno penalità in base ai diversi errori conseguiti.

 

Discipline coinvolte

Un’attività di questo genere non può essere condotta da un solo insegnante, ma dovrebbe attivare tutte le discipline del Consiglio di Classe. Propongo qui, solo a titolo di suggerimento,  qualche intervento più specifico.

Scienze può presentare la combustione, il punto di infiammabilità di elementi e sostanze diverse, le caratteristiche chimiche delle sostanze usate in casa, le reazioni delle sostanze contenute sugli estintori.

Geografia può verificare le emergenze geologiche  locali, stilare un elenco degli eventuali rischi presenti nel territorio (frane, alluvioni, terremoti, rischi ecologici), recuperare dagli archivi pubblici le calamità accadute nel tempo.

Ed. Civica può utilizzare le diverse normative che regolano il settore  metterne in evidenza i punti più interessanti e utili, verificare gli enti e le associazioni del proprio che possono essere coinvolti in caso di emergenza.

Ed. Fisica  può presentare la conoscenza del proprio corpo, le tecniche di pronto soccorso, il  trasporti dei feriti, le tecniche di  respirazione artificiale.

Ed. artistica può realizzare, cartelloni di pubblicità progresso, fumetti inerenti i comportamenti da tenere in caso di emergenza, la costruzione di filmati, sulle esercitazioni, o veri e propri suggerimenti visivi

 

Per saperne di più attraverso le normative

DPR n° 532 del 15.1.1981 sulle sostanze pericolose

Legge n° 46 del 5.3.90 sulla corretta esecuzione di impianti

D. M. Industria n° 43 del 21.4.93 sulle norme tecniche per l’impiego di gas combustibile

Legge n° 225 del 24.2. 1992 sull’istituzione del Servizio Nazionale della Prot. Civile

D. L.vo n° 626 del 19.9.94 sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro

C. M. MPI n°69 del 23.2.1998 la Prot. Civile come materia di insegnamento

C. M. MPI n° 231 del 6.10.99 sulla formazione della cultura della Prot. Civile

 

Bibliografia

Regione Marche  Balduino Simone “Le sostanze pericolose” ed. Sapignoli Torriana Fo 1989

Gabriella Martino “Educazione Sanitaria: la prevenzione degli incidenti domestici”  ed. NIS  Urbino 1983

AA. VV. “Il pericolo abita con noi” ed. Elvetica  Chiasso 1987

Leonardo Corbo “Manuale di prevenzione incendi nell’edilizia e nell’industria”  ed. Pirola  Milano 1986

Vito Carrescia “Codice elettrico” ed. TNE Torino 1994

Anselmo di Giorgio “Le nuove norme antinfortunistiche e la scuola”  ed. BM italiana Roma 1998

Raccolta e aggiornamenti “Normativa sulla sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro” Snals Scuola gennaio 1998

Progetto Scuola sicura “Impariamo a difenderci  dai rischi” Poligrafico dello Stato

CD  Corso  di aggiornamento multimediale “Sulla sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro 626/94” edito dal Ministero della Pubblica Istruzione 1997

 

Per la Tenda di Prot. Civile, modello standard, si può chiedere di avere in uso quelle già utilizzate nelle emergenze e depositate nei Centri operativi di solito situati nei capoluoghi di regione, tramite il Prefetto della propria provincia.

FOTO ALLEGATE:

Prot. Civile 1 e 2  E’ un ragazzo diversamente abile che si sta esercitando con l’estintore a polvere. In questa U. D. , grazie anche all’aiuto dei compagni di classe, ha imparato a non avere paura di sporcarsi, ha collaborato al montaggio della Tenda ed a usare l’estintore.

 

Prot. Civile 3 La classe  2 C della scuola media Bramante di Fermignano Posa davanti alla tenda modello standard, appena montata dai ragazzi.

 

Prot. Civile 4 Il gruppo interno di Protezione Civile della Scuola Bramante, composto da allievi provenienti da classi diverse, si esercita all’uso dell’estintore.

 

Prot. Civile 5 Il gruppo in esercitazione con la scala

 

Prot. Civile 6 Il gruppo sta usando l’idrante in dotazione alla scuola

 

Sant’Angelo in Vado 4.4.2000

Giuseppe Dini