RESTAURIAMO UN VECCHIO MOBILE

 

Il restauro a scuola di vecchi mobili, è una attività interessante sotto diversi punti di vista. Intanto si ha la possibilità di apprendere seppure parzialmente, l’arte della falegnameria; le soluzioni adottate per montare cassettiere e sportelli, per fissare piane, le tecniche di incastro delle gambe di un mobile, l’uso della stessa attrezzatura. Le colle e adesivi impiegati, i materiali di rifinitura e le stesse vernici usate per il corretto restauro sono argomenti tecnologici che è possibile affrontare. Non va poi trascurato l’interessante discorso dedicato al recupero il quale è uno dei capisaldi dell’ecologia.

Insomma il restauro ha una forte valenza coinvolgente perché permette ai ragazzi di vedere le loro fatiche ricompensate in un lavoro finale di cui la partenza appare, di fatto, piuttosto in cattivo stato.

 

Gli obiettivi

1.      Utilizzo delle giuste attrezzature

2.      Saper individuare le tecniche meno invasive per una corretta riparazione

3.      conoscenza di come va trattato il legno

4.      Scoprire le tecniche e le abilità degli artigiani del passato

5.      Utilizzo e conoscenza dei materiali di rifinitura

 

 

Come si procede

Questa antica arte mi ha permesso di coinvolgere i ragazzi in diverse esperienze: la rimessa a nuovo di una vecchia madia, il restauro completo di una culla di arte contadina con rete a striscette di legno intrecciate, una ritrecina completa di un mulino, un paio di comodini, un cassettone ed un tavolo della scuola.

Sarà  di quest’ultima realizzazione che presenterò le varie operazioni eseguite.

Si tratta di un vecchio tavolo lungo, stile inizi del novecento, con gambe tornite. Era ricoperto di più strati di vernice a smalto, di una pellicola in plastica adesiva simil-legno, la piana si presentava staccata dal supporto in più punti, con infossatura centrale, e varie fessure e spaccature.

Si è proceduto inizialmente, ad asportare la pellicola,  mediante  raschietti; al momento di passare alla sverniciatura vera e propria, ci si è accorti che gli strati di vernice erano diversi e piuttosto vecchi da essere tenaci. Inizialmente si è provato con lo sverniciante chimico ovviamente con le dovute precauzioni per i ragazzi muniti di occhiali e guanti, nonché vestiari appositi. Il costo eccessivo e la consistenza degli strati di pigmenti, ci ha fatto desistere; si è provato allora con la soda caustica bollente e data con delle vecchie scope e seguita da un a serie di asportazioni manuali con raschietti e relativo lavaggio prolungato con acqua corrente.

Lo strato inferiore era di cementite difficilmente asportabile; perciò si è passati all’azione meccanica con levigatrice e soprattutto con pezzi di lastra di vetro, al fine di togliere tutte le parti depositate e portare alla luce definitiva il legno.

Ciò ci ha richiesto diverso tempo, tanto che tale procedura e continuata con la successiva seconda che ha provveduto a ripulire soprattutto le gambe tornite del tavolo.

Si è quindi passati a rinforzare la piana del tavolo che è stata rincollata, tamponata nelle fenditure con appositi listelli di legno incollato con vinavil e fissata al telaio con chiodi la cui testa è stata squadrata prima sull’incudine, di modo tale da imitarne i vecchi. Anche le gambe hanno necessitato di un profondo restauro. Alla fine si è rifinito tutto con carta vetrata. Per correggere l’imbarcatura della piana, si è provveduto a lasciarla, per tutto il periodo estivo sotto serraggio di appositi sergenti, migliorando così notevolmente la situazione finale.

Una volta ripulito e rifinito con carta vetrata, si è passati a passare una mano di impregnante colorato color noce chiaro. Nell’usare il pennello i ragazzi hanno provveduto a “tirare” il prodotto in modo tale da non presentare segni di sbaffature, evidenziando così le venature legnose. A questo punto si è provveduto a tamponare i fori le piccole fessure con apposito stucco cerato, la cui parte eccessiva veniva asportata con un panno di lana tenacemente strofinato.

Si è ripassata una ulteriore mano di impregnante noce, facendo attenzione ad abbondare nelle parti chiare e a limitarci in quelle scure, così da uniformare il tavolo.

Si sono quindi passate due mani vernici a rifinitura cerata, avendo cura di aspettare la corretta asciugatura e di dare una passata con paglietta di acciaio fine, per eliminare le asperità di superficie. L’ultimo trattamento è stato quello di applicare la cera da mobili color marrone in tutte le parti esposte del tavolo e la lucidatura mediante panni di lana.

Il lavoro è venuto così bene che la dirigente, la quale inizialmente aveva più volte espresso l’intenzione di disfarci del mobile, lo ha voluto per l’ingresso della scuola. La nostra idea era di venderlo per acquistarci due pannelli fotovoltaici per il laboratorio di educazione tecnica, che comunque abbiamo avuto direttamente dalla scuola.

 

Gli argomenti conosciuti

Gli adesivi: colle e mastici, loro sostanziale differenza e quelli offerti dal mercato; si è provveduto ad inviare richieste  a due importanti ditte produttrici al fine di conoscere la loro produzione e la diversità dei loro prodotti.

I metodi di fissaggio: con chiodi, con viti, a coda di rondine, a incastro, a perni.

Un po’ di chimica riguardante l’azione caustica della soda caustica e dello sverniciante, nonché l’adozione di forme adeguate di prevenzione.

Le vernici: a base di solventi organici e a base acquosa, con catalizzatore per rapida essiccazione e senza, quelle trasparenti; visita ad una industria locale di vernici.

Per le tecniche di falegnameria si è provveduto a visitare un laboratorio artigianale del papà di una alunna.

 

Le verifiche

Hanno riguardato gli argomenti conosciuti e sono state sviluppate ogni volta che si affrontava una diversa fase operativa di restauro.

Anche le operazioni manuali sono state verificate in base alla corretta realizzazione e applicazione.

Le visite guidate sono state oggetto di apposita relazione soggetta a relativa valutazione.

 

Bibliografia

AA. VV. “Il fai da te dell’artigianato creativo”  ed. Selezione dal Reader’s Digest Milano 1983

Bucari Casali Lanari “Chimica per l’arte” Milano 2005

 

Sant’Angelo in Vado 22.12.2005

Giuseppe Dini

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