RICICLIAMO I COMPUTERS

  Il computer obsoleto è un rifiuto con un costo di smaltimento; per la scuola però, in certe condizioni, può trasformarsi in risorsa

L'utilizzo tecnologico dei computer è oggi sempre più evidente. Anche la scuola ne sente l'esigenza e la praticità dell'uso, anche per una didattica vicina ai ragazzi e al passo coi tempi. Non solo: con la sfida Internet, la rete, mirabile intreccio di linguaggi, di popoli, culture, economie, diventa fonte di notizie e accesso informativo notevole, capace di arricchire la proposta didattica.

La scuola di base, che ha risorse finanziare limitate, difficilmente può usufruire di una dotazione seria e diffusa di sistemi informatici. Pur non essendoci un reale bisogno di strumenti particolarmente potenti e raffinati, c'è tuttavia la necessità di avviarne l'uso e individuarne una possibile valenza didattica.

Allo stesso tempo, oggi si assiste a un aggiornamento tecnologico costante  e rapidissimo tale da rendere le macchine obsolete dopo nemmeno due anni e da indurne la sostituzione, sia da parte dei privati che delle aziende.

Computer e hardware vario, abbandonati presso i cassonetti della raccolta dei rifiuti urbani, costituiscono non soltanto una pratica illegale (in particolare per aziende, negozi e uffici, che sono obbligati a ricorrere ai servizi di apposite ditte) ma anche uno spreco di risorse.

È possibile tentare il riciclaggio di questi rifiuti elettronici, per destinarli a una specifica attività didattica. Vale il principio che ho già sostenuto per elettrodomestici non più funzionanti che, invece di essere buttati, possono essere soggetti a tentativi di riparazione da parte dei ragazzi o riciclati nei loro vari componenti (soluzione che permette di capire le soluzioni progettuali e tecnologiche adottate per la realizzazione) o ancora sezionati ed esposti su un pannello, corredati di apposita legenda, in una sorta di bacheca didattica su "Come funziona...".

Una buona parte dei vecchi computer è ancora utilizzabile e può essere dotata di specifici software adatti alle funzioni didattiche che ci interessano. Sul circuito Internet vi è un'ampia disponibilità di programmi gratuiti, senza licenza d'uso, che fare al caso nostro. Occorre comunque l'appoggio di insegnanti che hanno già maturato esperienze di questo tipo, di aziende locali che lavorano nel settore dei computer, di genitori competenti e disponibili, dell'azienda municipalizzata che raccoglie questo materiale.

I rifiuti

Ogni anno monitor, tastiere, hard disk, stampanti, finiscono nei cassonetti e da qui in discarica, proprio là dove per legge non dovrebbero essere smaltiti. I materiali tecnologici infatti, sono composti da sostanze altamente inquinanti, ragion per cui è necessario che siano raccolti in centri appositi e quindi smantellati e riciclati.

Nonostante le direttive comunitarie, questo è il destino dell'80% dei rifiuti tecnologici, in attesa che le norme europee entrino a pieno regime nel 2006, quando i vecchi PC dovranno essere ritirati dalle ditte e i nuovi saranno composti almeno dal 90 % di materiale riciclato.

Intanto, quest'eliminazione incontrollata favorisce l'aumento di emissioni di sostanze inquinanti, quali piombo, mercurio, cadmio ed altri, presenti nella componentistica elettronica e fortemente dannose per la salute. 

La scuola

Dobbiamo qui distinguere i due ruoli che si possono attivare: la riparazione e l'utilizzo dei vecchi PC.

Nel primo caso, la valenza didattica non risiede solo nell'individuazione del guasto e nella successiva rimessa in funzione. Sarebbe opportuno selezionare le varie parti utilizzabili dei computer (scheda madre, RAM, hard disk, floppy, schede di porte, modem, ecc.) per avere a disposizione una serie di materiali pronti all'uso, la cui conoscenza diventa una valida esperienza così come il successivo assemblaggio ragionato.

Si possono realizzare gruppi operativi da dedicare ad alunni portatori di handicap, fornirne uno per classe per gestire il giornalino oppure abilitandolo alle discipline specifiche, come l'astronomia, la matematica, la programmazione informatica, il disegno tecnico, l'utilizzo di sistemi operativi diversi da Micosoft (VMS, Unix, OS/2, LINUX). Anche l'indagine sui programmi specifici a questo scopo, liberi da licenze, sarà motivo di scelte e crescita educativa.

La collaborazione

Probabilmente le scuole tecniche superiori possono far propria questa proposta sia per le disponibilità didattiche avanzate, sia per la presenza di diversi laboratori operativi. Si potrebbe istituire un programma di tutoraggio svolto dagli Istituti Professionali o Tecnici a favore delle scuole medie di primo grado, coinvolte nelle materie di educazione tecnica e informatica.

Importante è il contributo che genitori esperti del settore possono dare all'iniziativa o anche per la possibile disponibilità di PC. Non è poi trascurabile anche, a questo fine, l'uso del mezzo elettronico per inviare suggerimenti, software, indicazioni.

La municipalità, cui spetta il compito della raccolta di rifiuti ingombranti domestici (fra cui anche i vecchi elettrodomestici), può dare il suo appoggio fornendo macchine e contributi, o indirizzando i cittadini presso la scuola.

Anche le aziende che rinnovano il proprio corredo elettronico possono cederlo alle scuole, il che eviterebbe la spesa dello smaltimento ad opera delle ditte demolitrici

Attività didattiche

Riparazione e assemblaggio dei computer sono soltanto una delle attività didattiche legate al riuso del materiale informatico. Una seconda possibilità è data dal recupero in Interne! di software adatto e dalla relativa installazione. Importante è  la conoscenza e l'uso del bios di configurazione iniziale del computer, con la conseguente attivazione della varia componentistica e memorizzazione dei dati. Infine, la parte della verifica funzionale complessiva, si rende necessaria ai fini della efficienza nel tempo del gruppo hardware e software.

L'idea prioritaria è di far capire ai ragazzi di essere persone creative capaci di usare l'ingegno e la propria iniziativa, per rendere utile ciò che per gli altri è inutile, anche macchinari obsoleti, per non farsi dominare dalle mode.


15.04.2002

Peppe Dini