Dony cavalca le
praterie del cielo
Don Igino, assistente del gruppo scout AGESCI di S. Angelo in Vado, è tornato alla casa del Padre. Ci ha lasciato domenica poco prima di pranzo, dopo alcuni mesi di malattia.
Gli scout vadesi lo ricordano come è sempre stato,… in mezzo a loro.
Sì, l’associazione è stata la sua seconda famiglia, che ha sempre seguito con attenzione e frequenza. Ne è stato il fondatore, nel 1967, quando appena tornato dopo cinque anni dal Congo Belga, dove aveva seguito un gruppo di Lupetti, ci aveva convinto di iniziare l’avventura scout a S.Angelo in Vado. Ricordo ancora il viaggio in Urbania, sulla sua Opel bianca, per sollecitare un aiuto dal gruppo scout durantino, numeroso e attivo.
Da allora è sempre stato presente a tutti i nostri campeggi con la sua tenda e “l’angolo dell’Assistente” che arredava con cura e precisione, pieno di figure e simbologie ricche di contenuti. Anche quest’anno con la salute precaria, ha voluto ripetere questo gesto per essere lì con noi.
Sapeva stare con i ragazzi riuscendo a cogliere con il suo stile pragmatico, puntualizzante e sintetico la loro attenzione. Ripeteva loro spesso e ne chiedeva il significato, una preghiera di tre parole: “GRAZIE AIUTAMI PERDONAMI”. Grazie Signore per tutto quello che ci hai dato, genitori, amici, il creato. Aiutami nelle difficoltà che la vita ogni giorno ci propone. Perdonami le mancanze che faccio ogni giorno, anche senza volerlo.
Amava la vita, con una passione particolare. Venerdì quando sono andato a trovarlo, si meravigliava con me affermando di non capire, di quei due strani suicidi di adolescenti che pur avendo tutto, non hanno il più: l’amore. E ad i ragazzi ripeteva spesso di essere coerenti nelle scelte, di essere attenti nel loro cammino, “PERCHE’ DIO PERDONA, LA VITA NO” . Amante dello sport e assistente della Vadese Calcio, dove molti giovani scouts sono impegnati, usava spesso questa attività come paragone per la vita: “Se uno vuol diventare un bravo calciatore, deve allenarsi! Così noi per diventare bravi scouts, bravi cittadini, bravi cristiani dobbiamo essere in continuo esercizio…” e sosteneva spesso che “La vita va vissuta” e che dobbiamo impegnarci, per non essere dei “QUAQUARAQUA” (degli insignificanti).
Amava tanto la natura e tutto il creato da stupirsi della bellezza di un fiore o di una farfalla, del canto dei suoi canarini, della bellezza di un tramonto e più volte ci sottolineava che dietro a tutto questo c’era Dio Creatore, tant’è che durante le sue messe prediligeva in modo particolare il prefazio 6° della Domenica ordinaria “Dio onnipotente ed eterno dal quale tutto l’universo riceve ESISTENZA ENERGIA E VITA, ogni giorno è un dono sempre nuovo del tuo amore per noi.
Durante le riunioni era lì presente, perché se c’era una interruzione o un momento disponibile chiedeva “Vuoi confessarti” e ripeteva ai ragazzi di essere “SEMPRE LEALI CON DIO, CON GLI ALTRI, CON SE STESSI, CON LA NATURA”.
Amava l’avventura e molti di noi lo ricordano in sella al suo cavallo, con il suo particolare cappello, che gli ha fruttato i nomignoli di don Zorro o di prete cow boy. Ma con noi ha voluto percorre, lo scorso anno il ripido sentiero che porta alla Madonna degli scout, sul Monte Amiata, per celebrare la messa insieme, nel Duomo di Siena.
Amava il Papa, Giovanni Paolo 2°, che definiva “PAPA CORAGGIO”, che spesso ci portava come esempio di vero scout, quando va nelle montagne, quando si reca nei tanti paesi del mondo, nonostante i rischi. Amava la Chiesa, della quale sapeva notare anche i difetti, ma era molto attento alle nostre critiche, ai nostri interventi, per richiamarci all’ortodossia, o ad una attenta analisi dei problemi prima di intraprendere iniziative o scrivere articoli .
Amava noi educatori, i capi scout, ci capiva quando eravamo in difficoltà, ci ha sostenuto, nei momenti più difficili, nel lavoro, nelle nostre famiglie e vi entrava come dice una preghiera che tanto gli piaceva: “Per indovinare la gioia e dividerla, per indovinare la tristezza e avvicinarmi in punta di piedi, per cercare insieme la nuova gioia”.
Sant’Angelo in Vado 7.2.00
Il Capo Gruppo
dell’AGESCI
vadese
Giuseppe Dini