QUARTA GIORNATA PER LA SALVAGUARDIA DEL CREATO SETTEMBRE 2009

 

“Laudato si' mi' signore... per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, al le Tue creature dai sustentamento”.

S. Francesco anticipa con la sua preghiera, la quarta giornata del creato che la Chiesa Cattolica italiana dedica alla tutela dell'aria. Un proclama di lode a Dio creatore per gli innumerevoli doni del suo amore.

Tutte le comunità ecclesiali sono quindi sollecitate in questa giornata a porre l'attenzione per quel bene essenziale, indispensabile per la vita, che è l'aria. Siamo così invitati a riscoprire le orme di Dio come Elia nell'Oreb, non nel terremoto, né nel fuoco, ma nel vento leggero, col cuore puro invocato nelle beatitudini, per giungere a cogliere i doni del Creatore nei gigli del campo e negli uccelli dell'aria. Non per niente il manifesto dedicato all'iniziativa mostra una bella aquila librarsi, maestosa nel cielo, con lo sfondo di un bosco.

L'aria è vita, l'uomo plasmato dall'argilla ricevette la vita attraverso lo Spirito soffiato nelle sue narici. Lo stesso Spirito evocato nella creazione, che si manifesta appunto dove nasce e si sviluppa la vita, ogni forma di vita.

La crisi ecologica che stiamo vivendo, è frutto  delle pessime relazioni che abbiamo con il creato: gli effetti dei mutamenti climatici innegabili, sono sotto gli occhi di tutti e sono attribuibili ai cosiddetti “gas serra”, prodotti dalle nostre innumerevoli attività. Siamo perciò chiamati a prendere coscienza dei nostri errori e conseguentemente avviarci alla “conversione ecologica”, fatta non di immobilismo, ma di atti concreti sia comunitari, che individuali.

Le variazioni climatiche oltre che essere seguite a livello scientifico, politico, giuridico, richiedono che i comportamenti di noi consumatori e degli imprenditori industriali, siano orientati ad un maggior senso di responsabilità. Anche quando non vi fosse una completa certezza scientifica, il principio di precauzione relativo alle possibili conseguenze, richiede azioni chiare e decise.

Ridurre le emissioni climalteranti diventa dunque un'azione necessaria, sia per tutelare le generazioni future, ma anche quelle popolazioni più povere, che maggiormente patiscono gli effetti dei cambiamenti climatici.

I nostri vescovi ci indicano anche strade pratiche: risparmiare energia per ridurre i consumi, limitare l'uso di automezzi, ottimizzare il riscaldamento degli edifici riducendone le perdite termiche, valorizzare le energie pulite e rinnovabili.

Intervenire per la stabilità climatica è anche una grave questione di giustizia: le possibili conseguenze vanno a pesare soprattutto in quei paesi più poveri che già subiscono l’effetto della desertificazione o delle inondazioni incontrollate, popolazioni a cui fra l’altro, non sono imputabili questi cambiamenti climatici.

Occorre riguadagnare stili di vita più essenziali e “una disciplina della responsabilità nei riguardi del futuro degli altri e del nostro stesso futuro” (Benedetto 16° Bressanone 2008).

E’ una questione che deve coinvolgerci tutti, dobbiamo sentire questa responsabilità comune che è anche una grave questione di giustizia.

Nel prossimo convegno di Copenaghen i paesi industrializzati dovranno assumersi le loro responsabilità per giungere ad un reale cambiamento.

“In quanto credenti, siamo chiamati a un particolare impegno di custodia del creato, perché l’essere cristiani implica sempre e comunque una precisa responsabilità nei riguardi della creazione”

Si spera che quest’anno le diocesi italiane siano maggiormente coinvolte  nella Giornata del creato: lo scorso anno sono state poco più di una decina. Nella nostra provincia sarebbe auspicabile che le quattro diocesi si impegnino nella realizzazione di opportune iniziative in merito.

 

Sant’Angelo in Vado 25.06.2009

Giuseppe Dini

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