Una voce autorevole
della Chiesa Cattolica, dice no alle colture transgeniche
E’ quella di Mons. Angelo
Comastri, arcivescovo di Loreto, che risponde ai giovani
del gruppo scout AGESCI di
Sant’Angelo in Vado. Animati da
interesse per l’argomento, dopo un incontro con Gianni Tamino, membro della
Commissione agricoltura dei Deputati, svoltosi lo scorso gennaio ad Urbania, gli
scout si sono informati nell’argomento, al fine di poter organizzare una
mostra sul tema. Hanno scoperto che nonostante la delibera della Giunta
Regionale n. 774 del 29.3.99, la quale impedisce nella regione l’avvio di
colture geneticamente modificate, nelle Marche sono state autorizzate dal
Ministero della Sanità, sei sperimentazioni di colture transgeniche, due delle
quali nel territorio della Pontificia Santa Casa, una gestita
dall’Associazione Nazionale Bieticoltori e l’altra dalla Monsanto (quella
degli organismi geneticamente modificati). Perciò scrivono al vescovo di Loreto
che risponde al responsabile:” La ringrazio per la sua segnalazione che
condivido pienamente. Ho trasmesso una nota all’Amministrazione, affinché si
esca al più presto da questa situazione…”.
In sostanza i giovani hanno scritto:” Molti dubbi
ancora ci sono su questo tipo di colture, di cui certamente non si è fatto una
attenta sperimentazione sui rischi e conseguenze per
la salute dell’uomo.
Certo
è, che attraverso questi interventi le multinazionali, si fanno detentrici di
brevetti, su organismi che fanno parte dell’ecosistema Terra, la cui
disponibilità e risorsa è data da Dio Creatore a tutti gli uomini, non a
pochi. Che dire ancora poi del fatto che con la manipolazione, certe
colture potranno proseguire la crescita solo se irrorate di prodotti distribuiti
in kit dalle stesse multinazionali. O anche, far diventare resistente certe
piante ad un appropriato fitofarmaco, da acquistare sempre dalla stessa ditta
che fornisce i semi, per poi irrorarlo, senza preoccuparci dei residui nel
prodotto e nel terreno. Cosa è questo, se non uno sfruttamento della Natura
messa a disposizione di tutti gli uomini?
E’ anche ergersi simili a Dio,
tanto oggi possono la scienza e la tecnologia (quasi il peccato originale che si
ripete), ma senza le dovute cautele, senza valutare i possibili rischi, solo a
fine prettamente economico.”
Rischi messi in evidenza anche
da Giovanni Paolo 2° il 10.1.2000,
nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede: ”Le
scienze della vita e le
biotecnologie continuano ad avere nuovi campi di applicazione, ma pongono allo
stesso momento il problema dei limiti da non oltrepassare se vogliamo
salvaguardare la dignità, la responsabilità e la sicurezza delle persone.”
Attraverso la manipolazione
genetica si mette a rischio anche la conservazione delle specie biologiche
diverse, per la possibile fecondazione tra piante normali e geneticamente
manipolate, dello stessa specie, soprattutto quando le stesse colture, sono
vicine.
Il Cardinale Angelo Sodano
l’8.11.97 alla conferenza della FAO a Roma sosteneva: ”Quest’ultimo
profilo richiede un ulteriore sforzo, per assumere quella necessaria
impostazione di ordine etico e concettuale nel ritenere che è una questione di
giustizia internazionale quella della disponibilità comune del patrimonio
genetico naturale. La disponibilità delle risorse biologiche è dell’umanità…
Realizzare una effettiva giustizia delle relazioni fra i popoli significa essere
coscienti della universale destinazione dei beni
e che il criterio verso cui orientare la vita economica e quella
internazionale resta una comunione dei beni stessi.”
Vedi anche:
www.rfb.it/csa/links/archivio/ogm-loreto.htm
Sant’Angelo in Vado 8.3.00
Giuseppe Dini