Educazione tecnica
Sono forse i docenti più messi alla prova dall’avvio della riforma in quanto si vedono privati dell’attuale materia di insegnamento. Nell’ambito della nuova configurazione disciplinare prevista dalle "Indicazioni Nazionali" viene infatti contemplato un ambito di tecnologica ed informatica all’interno della più ampia area disciplinare "matematica-scienze-tecnologia", senza connotarne pertanto la specificità disciplinare. Noi riteniamo che a tecnologia ed informatica debba essere riconosciuto uno spazio disciplinare autonomo, in analogia a quanto avviene negli altri Paesi europei, stante l’imprescindibilità, ormai, del possesso dei nuovi linguaggi propri dell’informazione e della comunicazione odierna. A sostegno di questo, l’insegnamento di tecnologia è preannunciato nella stessa C.M. 37 del 24.32004 che riprende, nel merito, la C.M. 29/04 contenente indicazioni ed istruzioni per l’attuazione del D.M. 59/03.
Ambedue le circolari, in chiave aperturista rispetto al decreto 59/03, anche se dentro precisi vincoli dettati dalla transitorietà delle norme e dalla prospettiva di revisione delle classi di concorso attribuiscono tale insegnamento ai docenti di educazione tecnica, anche con utilizzo sulle attività facoltative in presenza di quote orario non coperte. A fronte di tale soluzione, assolutamente parziale e contingente, individuata per consentire l’avvio della riforma, noi riteniamo che l’attuale incertezza debba essere superata nel la direzione di un incardinamento di tali apprendimenti nel curricolo obbligatorio, fermo restando tutte le potenzialità degli spazi e delle metodologie laboratoriali, ad integrazione e supporto dell’attività curricolare. Ad esempio, un’articolazione oraria che preveda settimanalmente due ore dedicate a tecnologia ed un’ora ad informatica potrebbe rispondere alle esigenze degli obiettivi culturali e formativi e concorrere alla loro realizzazione. In questo senso potrebbe essere arricchito e declinato quanto previsto nelle "Indicazioni Nazionali" in un’ottica che coniuga il nuovo con l’esperienza positiva del passato.
Siamo, infatti, in presenza di professionalità che si sono, negli anni, misurate sul terreno dell’innovazione e della sperimentazione con esiti positivi, favorendo la diffusione di modelli didattici flessibili, rivelatisi anticipatori rispetto alle stesse prerogative dell’autonomia, che hanno altresì felicemente coniugato gli aspetti teorici e pratici dell’insegnamento.
Perseguendo i suddetti obiettivi come possibile acquisizione all’interno della decretazione definitiva, si presenta comunque nell’immediato l’esigenza della programmazione di un modello didattico-organizzativo che dia continuità alle caratteristiche di unitarietà e di integrazione del POF anche attraverso il pieno e qualificato impiego del personale, come peraltro la stessa C.M. 29 prevede. Anche in questo caso l’articolo 6 del contratto sulle utilizzazioni fornisce risposte possibili in quanto, prevedendo istituti che si applicano a tutto il personale della scuola media eventualmente coinvolto dalla riduzione dell’orario di insegnamento a seguito dell’applicazione della riforma, salvaguarda anche queste indispensabili professionalità.
tratto da "Scuola e formazione " della CISL del 12 luglio 2004