COSTRUIAMO L'INCUBATRICE

L’esigenza di poter permettere l’esperienza della nascita dei pulcini nelle classi prime è stata determinante per la costruzione a scuola dell’incubatrice.

Quindi ecco che propongo la realizzazione agli allievi delle classi terze. Due i gruppi di lavoro: uno sulla esecuzione della scatola esterna, il contenitore che dovrà contenere  le uova; l’altro sulle apparecchiature elettriche che saranno montate all’interno per far funzionare correttamente l’incubatrice.

La scatola

Per l’esecuzione della scatola usiamo dei pannelli artificiali di legno, “medium density” incollati in doppio strato per aumentarne lo spessore e per realizzare il fissaggio a battuta. Al fine di irrobustirne la struttura sugli spigoli sono stati fissati dei listelli di legno da 3 cm di lato.

Lo sportello esterno apribile viene fissato alla struttura, mediante delle cerniere lunghe e bulloncini passanti. Su questo viene realizzato uno spioncino con doppio vetro (per evitare perdite di calore) che è fissato tramite delle cornici.

Sulla base vengono fissati delle barre di legno come piedi di appoggio nelle quali abbiamo incollato appositi gommini. Lo sportello è stato poi irrobustito con tavolette interne ed esterne, per evitarne l’incurvatura. Sono stati poi realizzati dei fori superiori sopra la ventola ed altri sui lati per facilitare l’aerazione controllata dell’incubatrice.

Si è poi provveduto alla verniciatura esterna e alla realizzazione della rete di appoggio delle uova montata su un telaio in legno e fissato su due supporti interni, a mezza altezza.

Il circuito elettrico

Abbiamo recuperato un vecchio casco asciugacapelli di una mamma, non più utilizzato, ma funzionante ed abbiamo calcolato la combinazione delle resistenze di riscaldamento, in modo tale da ottenere il minimo riscaldamento possibile: collegando le due uguali in serie, abbiamo così ottenuto una potenza di 150 w utilizzabile per la nostra incubatrice.

Il fissaggio del casco ci ha dato qualche problema, risolto con il taglio fino ad una certa altezza del carter di plastica; dei fili annodati sulla griglia, ci avrebbero indicato col loro movimento, il funzionamento della ventola.

Per il collegamento elettrico abbiamo collegato in parallelo tramite una morsettiera, la resistenza e la spia rossa esterna che ci indica l’accensione del riscaldamento. Uno solo dei due conduttori è stato portato ai morsetti del termostato,  i cui contatti, normalmente chiusi si aprono al raggiungimento della temperatura  predisposta sulla manopola.

La linea elettrica è stata collegata al motore della ventola ed in parallelo alla lampada che rimane sempre accesa all’interno; un conduttore è stato portato alla resistenza, mentre l’altro al contatto libero del termostato.

Per una esecuzione a norma, il filo di messa a terra, è stato collegato alle viti di fissaggio del motore sulla incubatrice garantendo così la protezione.

Tutto il cablaggio è stato eseguito all’interno dell’incubatrice e fissato con dei fermacavi; tramite un foro, abbiamo portato all’esterno il cavo elettrico sul quale è stata montata un spina.

Collaudo

Per il collaudo si sono utilizzati i termometri di precisione del laboratorio di scienze, che ci hanno permesso di tarare anche quello casalingo acquistato. Il problema è stato quello di regolare il termostato in modo tale che abbia una piccola escursione tra lo spegnimento e l’accensione così da garantire l’uniformità di temperatura all’interno dell’incubatrice. Questo lo si è fatto tramite  le apposite due viti di regolazione: una aumenta e diminuisce  l’efficacia della molla di spinta e l’altra la distanza tra i due contatti.

Così facendo abbiamo ottenuto una escursione di soli due gradi.

Per finire

Sono stati montati due termometri, in posizioni diverse, alloggiate le due vasche umidificatici, montato il lucchetto, per evitare aperture accidentali, montata una scatola trasparente sul termostato per evitare eventuali manomissioni della temperatura.

L’incubatrice è pronta per l’esperienza.

Obiettivi conseguiti  e conoscenze acquisite

·        Conoscenza e utilizzo del pannello artificiale “medium density” (MD)

·        Esecuzione degli incastri a battuta e calcolo effettivo delle superfici

·        Montaggio delle cerniere e della clips di chiusura

·        Esecuzione dello spioncino e delle cornici di fissaggio dei vetri con considerazione del loro spessore.

·        Conoscenza di elementi generali del cablaggio di un circuito elettrico

·        Apprendimento dei simboli di apparecchiature elettriche

·        Applicazione dei calcoli elettrici per il collegamento delle resistenze e uso del tester

·        Conoscenza dell’importanza del cavo di messa a terra e del relativo colore

·        Apprendere la corretta esecuzione nei collegamenti e montaggi dei cavi elettrici nelle morsettiere e spine.

 

Sant’Angelo in Vado 3.3.2006

Giuseppe Dini

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