NASCE LA VITA

 

Premessa

Siamo in una classe numerosa, poco capace di autodisciplinarsi e di seguire delle regole di comportamento. Colgo l’occasione quindi di proporre loro una attività accattivante e che al tempo stesso possa loro offrire una modalità di comportamenti precisi, vincolanti.

Così nasce la proposta dedicata all’esperienza della incubatrice e del seguire lo sviluppo delle uova lì introdotte.

Gli obiettivi didattici

1.      Conoscere la cellula uovo

2.      Apprendere la riproduzione degli uccelli

3.      Conoscere il ciclo della riproduzione

4.      Imparare a disegnare un uovo ed una ellisse

Gli obiettivi educativi

1.      Rispetto dei materiali della scuola

2.      Eseguire con metodo le varie fasi presentate

3.      Fare attenzione alla buona esecuzione dell’esercitazione

Come funziona l’incubatrice

E’ stata realizzata dai compagni di terza, a noi interessa solo sapere come funzione sommariamente. E’ un apparecchio elettrico (ha una spina che va inserita nella presa di corrente). E’ una scatola grande con delle pareti isolate termicamente (in modo da non raffreddarsi). All’interno c’è una ventola che spinge l’aria verso il baso, al fine di spargere il calore prodotto da una resistenza elettrica (come quella del fon) che scalda. C’è un termostato a bulbo (interno), che controlla il calore, ed è affiancato da una spia rossa che si accende quando si attiva la resistenza elettrica. Una lampada interna rimane sempre accesa per permetterci di controllare l’interno.

Un ripiano realizzato con rete metallica sostiene le uova, mentre nella parte sottostante ci sono due vassoi che contengono acqua per umidificare costantemente l’ambiente interno. L’umidità ha la funzione di ammorbidire il guscio della uova per facilitare la schiusa.

Vediamo le fasi di funzionamento:

1.      quando si attacca la spina alla presa di corrente, si accende tutto

2.      la resistenza si scalda e la spia è accesa

3.      la ventola motorizzata diffonde il calore

4.      l’incubatrice si scalda fino alla temperatura stabilita dal termostato

5.      Il termostato tramite il suo bulbo interno sente che la temperatura è stata raggiunta e stacca la resistenza e la spia.

6.      La ventola continua a muovere l’aria interna permettendo una diffusione soffusa del calore

7.      quando il termostato sente l’abbassamento della temperatura fa partire la resistenza di riscaldamento

Procedimento per il corretto uso dell’incubatrice

Al fine di dare precise indicazioni di comportamento si sono stabiliti dei turni di due ragazzi alla volta addetti per quel giorno all’incubatrice. La macchina è chiusa con un lucchetto al fine di evitare continue aperture causate soprattutto dalla curiosità dei ragazzi, ma che alterano sensibilmente la realizzazione dell’esperienza.

La gestione della macchina viene effettuata durante la ricreazione, a turno e prima occorre prendere le chiavi dalla bidella e riempire due bottiglie di acqua.

1.      Si apre l’incubatrice e si ripristina il livello dell’acqua nelle vaschette.

2.      Lo sportello deve stare aperto lo stretto necessario

3.      Ruotare delicatamente le uova  come indicato, senza attardarsi

4.      Spruzzare le uova di papera e anatra con la pompetta in tutti i lati

5.      Controllare sempre la temperatura media dell’incubatrice che deve essere intorno ai 38° C

6.      Richiudere l’incubatrice e riportare la chiave alla bidella, tenere le bottiglie piene d’acqua.

Al fine di coinvolgere meglio i ragazzi, ho invitato loro a portare le uova possibilmente di pollaio dove è garantita la presenza del gallo, affinché queste siano fecondate in elevata percentuale. Ad ogni uovo è stato assegnato un nome di un fiore (l’attività più ampia è dedicata allo studio dell’ambiente) ed a disegnarci una striscia rossa e, all’opposto una blu; in questa maniera i ragazzi saranno facilitati nel ruotare le uova.

Per le uova di oca e di anatra, avendo il guscio molto duro, è necessario bagnarle con uno spruzzatore: la papera quando si alza dalla cova, per i suoi bisogni, prima di ritornarci, va a bagnarsi sullo stagno e bagnata, ritorna sulle uova che vengono fortemente inumidite.

Come è fatto un uovo

Ho presentato quindi , come è fatto un uovo, in tutte le sue parti.

All’esterno l’uovo è formato dal guscio; ha una superficie, liscia ed è composto soprattutto da calcio e fosforo. E’ attraversato da numerosi pori piccolissimi, ma visibili tramite una lente, i quali permettono il passaggio di ossigeno, la traspirazione e così la respirazione dell’embrione.

All’interno del guscio, solidale con esso, c’è la membrana vitellina, che è quella pellicina che la mamma toglie quando cucina le uova sode.

Vi troviamo l’albume che è una soluzione viscosa composta da acqua e albumina (una proteina). Poi c’è il tuorlo, che è solitamente di un colore giallo arancio ed è composto da materie grasse destinate a nutrire l’embrione fino alla sua completa trasformazione; infatti oltre ai lipidi esso contiene anche tutte quelle sostanze necessarie a formare un essere vivente completo.Il tuorlo è tenuto centrale da dei strati di albume più consistente e avvolti a spirale (come un ammortizzatore) che si chiamano calaze, che hanno proprio il compito si sorreggere il tuorlo ed evitargli scossoni.

Lateralmente nel tuorlo c’è l’unica parte vivente, cioè la cellula germinativa (quando ovviamente l’uovo è fecondato). Se manca significa che non è stato fecondato (gallato). Nella parte più panciuta dell’uovo, c’è la camera d’aria, che aumenta di volume mano a mano che l’uovo invecchia.

Al fine di utilizzare gli strumenti grafici ho proposto la realizzazione di un aerogramma, sulle sostanze nutritive contenute nell’uovo:

Acqua             74%

Proteine          13 %

Grassi             11,2 %

Zuccheri           1%

Minerali             0,8%

Inoltre abbiamo seguito la fase di maturazione dell’embrione, utilizzando il proiettore delle diapositive. Appoggiando delicatamente l’uovo sull’obiettivo e oscurando l’aula (il proiettore era tenuto verso l’alto), si è potuto notare la sagoma dell’embrione che variava nel passare dei giorni.

Al 18 giorno abbiamo smesso di ruotarli in modo tale che i pulcini si possano orientare quando si chiudono le uova.

Al 21.o giorno le uova di gallina si schiudono e nasce il pulcino, che ancora bagnato deve rimanere nell’incubatrice per almeno due giorni. Non occorre preoccuparsi di dare loro da mangiare dato che  hanno ancora a disposizione parte del tuorlo nel sacco vitellino.

Questi poi sono stati messi per circa dieci giorni, all’interno di uno scatolone dove abbiamo messo una lampada portatile da 100 watt che ha il compito di tenerli al caldo. Ovviamente vi abbiamo sistemato anche dei vassoi con il mangime per pulcini e l’acqua. Abbiamo anche provato a portarli in giardino, dove hanno incominciato a spargersi, ma seguivano sempre il professore, dato che è stato il primo che hanno visto. Questo aspetto viene definito “imprinting”.

Dopo di che  sono stati riconsegnati ai bambini che li avevano portati.

Nella seconda mandata abbiamo rispettato il suggerimento di un nonno, che ci aveva consigliato di tener conto della luna: così facendo sono nati più pulcini.

Abbiamo aperto alcune uova, la maggior parte delle quali è apparsa non gallata; in alcune abbiano visto l’embrione morto e formato solo in parte.

Abbiamo avuto anche la nascita di un pulcino a 4 gambe che dopo una settimana è morto. Questo, ci ha permesso anche di trattare il discorso genetico e della modifica dei geni sia dovuta a fattori ambientali esterni, sia operata dall’uomo (OGM).

Una esperienza interessante che ha permesso di raggiungere gli obiettivi proposti e di allargare gli orizzonti della conoscenza.

Glossario

Coibentate: si dice delle pareti che sono realizzate in modo da trattenere il calore (isolate termicamente).

Termostato: apparecchio elettrico che serve a ad inserire o distaccare la resistenza elettrica ad una determina temperatura predisposta sulla manopola ruotante.

Termometro: strumento che misura la temperatura.

Inetto: (prole inetta) si dice di piccoli incapaci di  accudirsi da soli.

Implume: privo di penne

Impermeabile: che non si lascia attraversare da liquidi, fluidi, polveri, radiazioni.

Macula: piccola zona dell’epidermide diversa per colore e consistenza.

Emulsione: mescolanza di due liquidi non solubili fra loro, uno dei quali è disperso nell’altro sotto forma di minutissime particelle.

Glassa: strato leggero di zucchero fuso, di cui si ricoprono pasticcini, frutta candita, torte.

Meringhe: chiara d’uovo montata a neve, con zucchero a velo usata in pasticceria; dolce fatto con tale composto e cotto al forno.

Sitografia  

www.scricciolo.com una forma di uovo, per ogni tipo di uccello e non solo.

www.vet.unipi.it/Dpa/mbagliac cliccare su gestione esperienza incubazione artificiale

Sant’Angelo in Vado 02.03.06

Giuseppe Dini

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