Italia Oggi
Egregio direttore le scrivo per gli articoli inerenti alla scuola del 24 ottobre 2008, o meglio per i titoli che lei propone nel suo giornale: “Uno sciopero a tavolino. Bocciati per principio i decreti Gelmini, anche se nessuno li conosce”. Quello che è evidente l’intento denigratorio della figura dei docenti, come se fossero tutti disinformati. Forse è la categoria meno sindacalizzata sì, 70% donne sì, ma disinformata no! Basta acquistare in edicola il quindicinale “ Notizie della scuola” n.4 del 15-31 ottobre 2008 per avere tutti i prospetti e le indicazioni relativi alla scuola non come quelli pubblicati dal suo giornale a pagina 4 e 5. Lì si legge di come complessivamente l’intervento sulla scuola proponga una riduzione in tre anni di 87341 docenti e 44.500 ATA come da voi riportato all’interno dell’articolo. Tutto questo comporta un risparmio di oltre 8 miliardi di euro, una cifra che è pari ad una finanziaria, che tutta va a pesare sulla scuola, così come affermato dalla stessa Gelmini nel suo intervento a Cortina a fine agosto.
Non vi fa specie che questa volta ben 5 organizzazioni sindacali, confederali più Snals e Gilda si sono concordati per lo sciopero; non dice niente questo?
Quello che più mi pesa da parte della maggior parte degli organi di informazione è questa presenza denigratoria nei confronti degli insegnanti, che partendo dagli strali di Brunetta “Sono tutti assenteisti e vagabondi” con voi sono anche disinformati. Basta vedere quanto è durata nella stampa la campagna contro “Docentopoli” nuovo neologismo da voi coniato per mettere in evidenza il marcio che è successo a Napoli da parte di soli 60 docenti.
Tutto questo sistema denigrante avrà certamente una ricaduta nella scuola stessa, perché ci fa perdere il senso di autorevolezza che dovremmo avere e questo non è un danno solo per noi, ma per tutto il sistema educativo che coinvolge non solo i saperi, ma le sfere affettive che sempre più oggi devono essere utilizzate per trasmettere i valori ideali che un qualsiasi insegnante deve proporre, oltre la tecnica delle proprie discipline.
E poi perché non andare a vedere se un qualsiasi insegnante fa davvero poche ore, se e quanto prende per le attività che svolge in più. Non c’è solo il tempo per la disciplina, ma per tutto quanto essa richiede nella sua preparazione, nelle verifiche, oltre alle riunioni di prassi previste dal calendario annuale. Una mia collega di un professionale, mi ha confidato che ha rifiutato l’incarico di figura funzionale, di supporto per i colleghi, perché la scuola ancora deve pagare quella di 2 anni fa. Io stesso ho svolto nello scorso anno scolastico 250 ore di aggiornamento (Fortic C1, RSPP, corso ambientale ) mi sono stati dati 130 euro lordi, 77 netti; non lo fatto per i soldi , ma questo è quello che da la scuola.
Nel mio istituto un ragazzino in carrozzella che non parla, né si esprime ed è accudito in tutto, non ha la copertura completa con il sostegno; c’è l’assistente comunale e per 1 ora c’è la bidella “certificata” che lo tiene. Questo è il risultato dei tagli fatti con la scure, non di una vera e propria riforma.
Dal suo giornale, a cui riconosco la serietà tecnica, mi sarei aspettato che avesse confrontato i numeri veri degli insegnanti italiani con quelli europei e scoprire che in Italia abbiamo gli insegnanti di sostegno e di religione in più; mi sarei aspetto che seriamente fossero confrontati i dati OCSE PISA (dati comunque difficili da trattare se tolti dal contesto), conteggiando anche le ore pomeridiane dedicate alle varie attività che le scuole estere propongono ai loro allievi; nessun giornale lo ha mai fatto.
Insegno Educazione Tecnica, la mia disciplina sarà accorpata a scienze, “Tanto non serve a nulla” è l’opinione diffusa tra diversi dirigenti del ministro, eppure se guardiamo il passato recente sia il Belgio che la stessa Argentina l’hanno inserita nel proprio curricolo scolastico: strano, no! Sono fiero del mio essere insegnante di ed. tecnica, l’ho vista nascere , mi ha permesso di dare molto ai ragazzi che ho avuto, mi ha dato molto (sono diventato giornalista grazie ai miei articoli didattici) forse la vedrò morire come si propone al ministero, ma credo che sarà proprio una perdita per tutta la scuola.
Se la struttura scolastica, va avanti ancora, è solo per la buona volontà di tantissimi docenti che spendono molto tempo oltre gli ordinari impegni; il vero sciopero sarebbe quello di incrociare le braccia proprio su tutto l’extrascolastico che facciamo e la scuola veramente allora sarebbe in difficoltà.
Intanto per questa volta, anch’io sarò presente a Roma per lo sciopero del 30 ottobre.
Sant’Angelo in Vado 26.10.08
Giuseppe Dini
Docente di Educazione Tecnica (tecnologia)
Scuola Media Statale 1 ° grado “Bramante”
61033 Fermignano PU