Alla REDAZIONE POLITICA del TG1:

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Spett/le redazione,

Sono un insegnante di Educazione Tecnica della scuola Media di 1° grado ormai al 32° anno di servizio.

Vi scrivo al fine di avere delle risposte dal Ministro Moratti, circa la mia disciplina che nella riforma è sparita, trasformata in “Tecnologia” accorpata a Matematica - Scienze, più due ore di laboratorio opzionale.

Al momento queste 3 ore sono state assegnate a noi insegnanti di Ed. Tecnica, ma fino ad oggi nessuno ci ha mai risposto e detto che fine faremo, e la data ultima della modifica del d.  l.vo 59 è il 17.10.05. Siamo in 22.000 circa compresi i precari e tutt’ora si continua a proporre i corsi abilitanti SSISI anche per la classe di concorso A033 che è Ed. Tecnica.

Ora, dopo questa necessaria premessa, vorrei far presente due aspetti.

1° La riforma del saper fare elimina proprio la disciplina del realizzare: mi chiedo perché; l’ho chiesto più volte al ministro già dal gennaio 2003, ma senza avere alcuna risposta. Si rischia così di proporre una scuola sempre più lontana dal reale, allievi organizzati solo per la scrivania e orientati sempre più al virtuale. Li si allontana dalla creatività e dal gusto del “questo lo fatto io”.

Ho inviato più volte queste riflessioni ampliamente analizzate, al ministero, ai mass-media eppure, non ho mai visto pubblicato niente di tutto questo, ed in Italia sono tra i pochi (5 o 6 in tutto) che scrivono, tra i circa 200 interessati. Purtroppo questo è il male della scuola italiana, dove esiste una scarso impegno sindacale e dove non ci si sente coinvolti socialmente.

Non è vero neanche che possiamo insegnare informatica, questa disciplina assieme all’educazione alla convivenza civile è spalmata tra le discipline e nella riforma non si dice chi la deve fare. Eppure se questa è entrata già da molto tempo prima nella scuola, con i vecchi Commodore 64, o Pc 086, lo si deve per la maggior parte agli insegnanti di tecnica, che hanno seguito il costante aggiornamento tecnologico della scuola.

2° In tutti questi anni della mia carriera, ho voluto aggiornarmi costantemente per portare la disciplina che insegno alla pari delle altre (era ritenuta di serie C), ho effettuato 1500 ore di aggiornamento, le mie realizzazioni hanno avuto rilevo nazionale: la bici solare a celle fotovoltaiche 1995 Rai 3 Livingstone Bruno Modugno, emittente televisiva alla Scuola Gandiglio di Fano 1987, 14 Milioni delle vecchie lire per il progetto Scientifico e Tecnologico indetto tra le scuole 1999, terzo posto consecutivo per il  concorso Enel  “Energia in gioco” 2002, 2003, 2004, vincitrice del concorso ISES “100 celle fotovoltaiche per 1000 scuole” 1997, la mia scuola è diventata scuola polo per gli istituti della provincia in tema di energie rinnovabili e ambiente.

E ora mi ritrovo a non sapere che insegnante sono, cosa dovrò fare, come dovrò comportarmi, mentre sento che si annuncia il giusto ingresso di 40 mila precari (fra l’altro già presenti nella suola) e mi chiedo “A cosa è servito tutto questo mio impegno, tutte le energie e denaro sottratto al mio unico stipendio famigliare, per andare ad apprendere nuove metodologie didattiche?”.

Intanto mi sono dimesso da qualsiasi incarico che avevo nella scuola, non farò, informatica né altre ore aggiuntive ad di fuori del mio orario obbligatorio e cercherò di proporre ai genitori l’educazione tecnica  così come l’ho impostata in questi anni; ho chiesto che i miei laboratori opzionali, non siano inseriti al pomeriggio, così come esprime fra l’altro il decreto sulla riforma, di modo che se qualche genitore non scegliesse questa attività, sarà costretto a venire a prendere il proprio figlio per le ore non scelte e poi riportarlo: questo è uno degli effetti della riforma; ho  invitato i miei colleghi a fare altrettanto.

Mi scuso per il mio sfogo, ma ho scritto molto senza avere alcuna considerazione; potrete trovare la relativa documentazione nel sito da me curato www.educambiente.it.

Inoltre esistono due forum dei docenti di Ed. Tecnica su www.aniat.org e su www.leonessa.net .

Sant'Angelo in Vado 9.9.05

Prof. Giuseppe Dini

Educazione tecnica