Assessore Renato Claudio Minardi
Assessore Tarcisio Porto
Protocollo
P.E.C. Provincia Pesaro Urbino
provincia.pesarourbino@emarche.it
Consigliere Provinciale Lunghi Daniele
Dott.ssa Anna Maria Meattini
Prefettura Pesaro Urbino
Dott.ssa Paola Magliola
Regione Marche
paola.magliola@regione.marche.it
Protocollo PEC Regione Marche
regione.marche.protocollogiunta@emarche.it
Raggr. GEV
WWF Marche
Prot. n. 12/6104/10
Sant’Angelo in Vado 02.06.2010
Oggetto: risposta
all’interpellanza del consigliere provinciale Lunghi Daniele sulle G.E.V.
Gentile Assessore ,
mi permetto di intervenire nelle sue risposte all’interpellanza del consigliere Lunghi, relativa alle varie problematiche GEV, nelle parti che mi competono e che vedono questa lunga diatriba tra i volontari ed i funzionari della sua amministrazione.
Sono guardia
volontaria dal 1983 col primo corso di vigilanza ecologica, dal 1990
coordinatore di nucleo (provinciale), dal 1994 coordinatore di Gruppo
(regionale) delle guardie WWF. Ho avuto quindi modo di seguire le varie
vicissitudini della vigilanza volontaria con la sua amministrazione, anche per
parte diretta e personale.
Quello che è sempre mancato da parte della Provincia è stato il coinvolgimento al dialogo e alla partecipazione agli atti.
Lei cita il regolamento prov. della vigilanza volontaria del 2000. Esso è nato dall’ufficio caccia provinciale, esteso a tutte le guardie volontarie, senza però coinvolgere minimamente le associazioni ambientali.
Stessa cosa
si compie con il regolamento del 2005. Un mio fitto carteggio conferma quanto da
me sottolineato: ancora non si è voluto coinvolgere le associazioni ambientali.
Eppure la L. R. 29/1992 all’art. 3, prevede che il regolamento sia compatibile
con i regolamenti delle singole associazioni, proprio per considerare al meglio
la partecipazioni di tutti, che ribadisco non è mai avvenuta, in fase
preparatoria.
Le ricordo
che la L. 108/2001 approvazione della convenzione di Aarhus e la L. 241/1990
prevedono proprio il coinvolgimento partecipativo degli interessi coinvolti.
Non solo, lo stesso regolamento contiene delle illegittimità ed incongruenze: quale la nomina del decreto da parte del Pres. Prov.le, quando il D.L.vo n. 112 /1998 all’art. 163, comma 3, trasferisce alle province espressamente il solo riconoscimento della nomina a guardia giurata degli agenti venatori ed ittici; l’ecologia rimane di competenza dello stato, quindi la nomina in questo settore è del solo Prefetto; le leggi statali hanno precedenza su quelle regionali, fra l’altro, quella G.EV., è anche anteriore.
Le stesse
sanzioni contenute nel regolamento sono esagerate e discriminanti nei confronti
della guardia volontaria rispetto ai colleghi assunti. Ricordo che il decreto è
del tutto personale, è della guardia; la stessa associazione può chiederne la
sospensione, ma nulla vieta che esso sia riproposto dalla guardia, attraverso
un’altra sigla di appartenenza; può
essere tolto solo se variano le condizioni previste dal TULPS e suoi
regolamenti, che prevedono solo l’iscrizione al casellario penale; non può
essere tolto se non si effettuano i
corsi di aggiornamento o tanto meno se si riceve una sanzione perché uno getta
via un involucro di carta: la invito a leggerlo per esteso, noterà questo.
Inoltre quello che emerge dal Regolamento è che la provincia fagocita le guardie volontarie che appartengono alle rispettive associazioni, esse non sono della Provincia; nella stessa Toscana le GAV Guardie Ambientali Volontarie, sono distinte dalle guardie associative ed ultimamente è stato chiesto di scegliere l’una o l’altra appartenenza, ma ciò non inficia l’attività di quelle non GAV.
Per tutto
questo ho prodotto un ricorso al Capo dello Stato contro il regolamento del 2005
(disponibile al link: http://www.educambiente.it/vigilanza/ricorso_capo_dello_stato.htm
).
Ho sempre sostenuto, che convengo per il coordinamento da parte dell’Amm.ne Prov.le delle guardie volontarie: l’ente ha i mezzi e le risorse, cosa che non hanno le associazioni di volontariato, ma ricordo che coordinare, significa mettere ordine insieme e per fare questo occorre fare convenzioni, cioè venire ad accordi insieme, cosa che la Provincia, ribadisco non ha mai fatto né voluto.
Anzi attraverso i suoi funzionari si è sempre comportata nei nostri confronti in maniera vessatoria, non certo come un buon padre di famiglia: non ha riconosciuto i corsi promossi dal WWF, ha usato tutto il suo peso, costringendo due guardie volontarie, Albertucci e Ferri, ad un procedimento penale, dove sono stati assolti in formula piena dopo tre anni (ho tutto il carteggio procedimentale e sono stato testimone di parte) e dopo ancora diversi mesi non hanno riavuto il decreto di guardia ecologica, difformemente ritirato, neanche sospeso come si sarebbe dovuto fare.
Mi chiedo
quali fautori di Giustizia siamo?
Mi chiedo
ancora perché non ci si comporta nella stessa maniera nei confronti dei
funzionari provinciali coinvolti nello scandalo dei rifiuti, quelli che aprivano
cancelli, della chiamata operazione Arcobaleno, i cui nominativi appaiono nelle
intercettazioni telefoniche del NOE?
Quante
risorse reciproche sono state spese in questa conflittualità, che come unico
risultato ha dato la diminuzione della vigilanza ambientale sul territorio da
parte dei volontari che lo conoscono meglio e sono in grado di dare un
intervento tempestivo; si vuole forse questo?
Per quanto riguarda i corsi di aggiornamento, realizzati dalle associazioni e sempre messi a disposizioni di tutti quanti volessero partecipare, siamo in grado di utilizzare le risorse messe a disposizione del CSV che prevedono per i relatori tre tipologie di pagamento 35, 55, 65 €/ora, in base ai titoli, più eventuali spese di viaggio, con il conseguente risparmio per tutta la collettività, ma tutto questo richiede ancora accordi e fiducia reciproca, che può venire solo da incontri.
Non ho dato
la mia adesione all’ultimo corso proposto, perché è mancato proprio quel
rispetto su accennato; non sono state “sentite le associazioni
ambientalistiche riconosciute” così come prevede l’art. 9, comma 1, L.R.
29/1992. Così come non ho firmato il protocollo di intesa al regolamento 2005,
come WWF, ma alla firma mancano anche Ampana, Lega Ambiente, ENPA, Federnatura.
Mi spiace di non condividere quanto da lei espresso nella parte finale del documento su polizia e PG. Evidentemente chi l’ha suggerita, non conosce correttamente le norme; l’art 13 della L. 689/1981 il quale prevede che i pubblici ufficiali “possono per l’accertamento delle violazioni di rispettiva competenza, assumere informazioni e procedere a ispezioni di cose e luoghi diversi dalla privata dimora, a rilievi segnaletici, descrittivi e fotografici ed ogni altra operazione tecnica. Possono altresì procedere al sequestro cautelare delle cose che possono formare oggetto di confisca amministrativa”.
Inoltre per le
G.E.V. può parlarsi di agente di p.g. a competenza settoriale o speciale
funzionalmente limitata.
D’altra
parte il privato che procede all’arresto in flagranza ex art. 380 c.p.p.
assume la veste di organo di polizia, nei limiti descritti nell’articolo in
questione: ne deriva perciò, l’applicabilità dello statuto penale del
personale di polizia giudiziaria. Sicuramente le G.E.V. non saranno meno del
singolo cittadino (si veda risposta procura di Forlì 2005).
Al di là
delle disquisizioni giurisprudenziali, due normative statali, entrambe di
competenza delle G.E.V. parlano chiaramente di funzioni di PG.
Il R. D. 1604
del 1931 sulla pesca nelle acque demaniali, prevede all’art. 31 che gli agenti
giurati “hanno qualità di agenti di polizia giudiziaria”.
La legge
189/2004 che all’art. 6 individua quali organi di polizia giudiziaria, le
guardie particolari giurate delle associazioni protezionistiche e zoofile
riconosciute, con particolare riguardo agli animali d’affezione, ma non
limitatamente a questi.
Lei consideri
che il Nucleo Guardie di Ancona del WWF e della Lega Ambiente hanno effettuato
anche sabato 29 maggio 2010, un sequestro penale di un cane e della relativa
area di abbandono dei rifiuti, ennesimo intervento concordato con la relativa
procura.
Apprendo dalla
sua risposta, della nota della
Prefettura di Pesaro del 27.01.2010 prot. n° 1176/2010 13.03/AREA I che chiedo
di avere anche in formato elettronico, ai sensi della L. 241/1990 alla dott.ssa
Anna Maria Meattini che ci legge. Mi spiace, dal momento pare che ci coinvolga,
non averla potuta ricevere in tempo, anche per fare le eventuali dovute
osservazioni in qualità di responsabile di un gruppo di vigilanza; anche questa
è democrazia partecipativa trascurata.
Le chiedo
cortesemente, visto l’art.13 L. 689/1981, di adoperarsi affinché la Polizia
Provinciale eviti di chiamarci come “persone a conoscenza dei fatti” in
occasione delle nostre verbalizzazioni: non è corretto; è come se il Corpo
Forestale lo faccia nei confronti dei Carabinieri o viceversa; ci si chieda una
eventuale relazione.
Infine le
chiedo, ai sensi della L. 241/1990, di attivare un apposito procedimento
amministrativo, nel quale tutte le associazioni, anche ambientali, siano
coinvolte, al fine di rivedere il regolamento provinciale del 2005, alla luce di
quanto ho esposto ed in conseguenza del nuovo regolamento regionale G.E.V. del
15 febbraio 2010 n. 1."Disciplina
del servizio volontario di vigilanza ecologica Legge regionale 19 luglio 1992,
n. 29".
Un primo passo
verso un dialogo costruttivo.
Resto in attesa
di sue risposte.
Giuseppe Dini