ENERGIE
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I Generatori a Vento del CATRIA In una recente uscita scolastica i ragazzi di terza della scuola media di Fermignan A stimolare la visita era stato un libro pubblicato recentemente dal titolo "Vento per l'energia" ove vengono riportati tutti gli interventi nel settore eolico, in Italia. E' stato realizzato dalla sezione italiana dell'ISES che è una prestigiosa associazione internazionale che si occupa dello studio e utilizzo del sole e delle altre energie rinnovabili da esso derivate e che raccoglie tra i suoi soci, Enti pubblici di ricerca o produzione, industrie del settore energetico, soci individuali. In esso sono riportati tutti dati riguardanti i vari generatori e i siti dove essi sono installati; per quanto riguarda il monte Catria vi sono installati a quota 1500m, due gruppi, montati nel 1985 dall'ANAS grazie ai contributi messi a disposizione da una legge innovativa la 308 del 1982, la quale incentivando l'utilizzo di energie rinnovabili ne liberalizzava la produzione anche ai privati, togliendo così in parte all'ENEL, il monopolio elettrico.
Esso rappresenta uno dei 20 siti eolici italiani che garantiscono una produzione complessiva di 18 milioni di watt, contro i 3 milioni di w della Francia o i 5 milioni di w del Belgio. Per ritornare ai ragazzi essi si sono documentati e si sono accorti anche dalle diverse visite effettuate negli anni passati che spesso gli aeromotori sono stati in panne, segno forse di difetti di costruzione o di una scarsa manutenzione. Da esperti nel settore delle energie rinnovabili hanno sottolineato, scrivendo all'ANAS, che quello che appare non è certo un efficace sfruttamento dell'energia del vento e se le cose rimarranno così gli aeromotori del Catria rischiano di dimostrare l'inefficenza, più che un effettivo utilizzo delle energie cosidette alternative. Speriamo poi che ciò non sia effettivamente voluto. Fermignano 6.5.96 prof. Giuseppe Dini Redazione di Pesaro de “Il Resto del Carlino” Spett/le Redazione, mi permetto di intervenire a proposito dell’articolo apparso sul vostro
giornale di domenica, a riguardo dei generatori a vento del Monte Catria. Voglio subito esprimere che gli ambientalisti, non sono affatto contrari all’uso
dell’energia del vento, una forma non esauribile, pulita, in particolari siti sempre disponibile. Tant’è che nel mondo rispetto al 1996 è incrementata del 25%. Anche allora per la localizzazione dell’impianto eolico dell’Anas, nonostante installato in
area a particolare interesse naturalistico, con tutte le riserve, fu dato l’assenso. Occorre dire anche che le opere di sistemazione finale e della localizzazione della struttura di trasformazione, furono veramente
eseguite correttamente. Chi seguì i lavori, ricorderà certamente la ricopertura degli scavi con le stesse zolle erbose, precedentemente realizzate e messe da parte per la ricopertura. Quello che occorre sottolineare, è la trascuratezza da parte dell’ente proprietario per
questo sito di produzione energetica, uno dei primi realizzati nell’Italia centrale, e che giustamente, aveva l’ambizione di proporsi, come cita il cartello di ingresso, come “Campo dimostrativo” dello
sfruttamento dell’energia del vento. E’ apparso recentemente anche in un libro edito dalla Le Monnier nel 1995, dal titolo “Vento per l’Energia” assieme a tutti gli altri impianti eolici italiani. Fin dai primi anni di realizzazione, attuata con il finanziamento fornito dal Piano Energetico
Nazionale (legge 308 del 1982), che ha liberalizzato la produzione di energia da fonti rinnovabili, ha dato dei problemi alle pale, che per diverse rotture sono state via via sostituite. La ragione può anche essere
ricercata anche nella formazione di ghiaccio nel timone di direzione, che essendo di piccola taglia perché servoassistito, tende a bloccarsi impedendo il giusto orientamento della torretta, con le conseguenti
sollecitazioni anomale su tutta la struttura. Considerando che le potenze in gioco dipendono dal cubo della velocità del vento, è facile capire i vari danni subiti. Già il 23 di maggio1996, in occasione di una visita agli aerogeneratori con una mia classe
terza media, mettemmo in evidenza attraverso il vostro giornale la situazione di degrado dell’impianto; persino l’anemometro installato aveva perso il timone di direzione; lo scrivemmo anche all’Anas di Ancona, che
non ci rispose. Certo così com’è, è una pubblicità negativa per l’utilizzo del vento e per l’Anas
stessa. Se si considera anche la prassi burocratica per la realizzazione di un sito di sfruttamento
eolico, che oggi va intorno ai tre anni, per tutte le autorizzazioni in gioco, è proprio un vero peccato l’aver ridotto quello del Catria nello stato attuale. Perciò chiedo all’Anas, attraverso il vostro giornale, l’immediata ripulitura dai rottami
del luogo interessato, lo smantellamento di tutta la struttura o il ripristino funzionale dei due generatori a vento, così che si possa veramente affermare che è possibile sfruttare l’energia eolica. Sant’Angelo in Vado 30.11.98
Prof, Giuseppe Dini
Carissimo
voglio rispondere alla tua osservazione relativa all'intervento di Lester Brown sull'eolico.
Pur condividendo le apprensioni circa gli attuali rischi di speculazioni in merito allo sfruttamento di questa forma di energia RINNOVABILE, nonché all'adeguato
inserimento paesaggistico ambientale o anche il non inserimento, nei siti ad alto interesse naturalistico, percepisco una forma di riluttanza (non solo da parte tua) nei confronti di questa energia naturale non
inquinante.
Se ne parlato a lungo, senza sentire altri pareri.
Ti invio perciò la carta dei venti realizzata dal CNR dove si evidenziano
determinate località favorevoli altre meno; è estratta da un libro di Paolo Bullo "Energia dal Vento: gli aerogeneratori e la loro installazione, la scelta dei siti e gli aspetti economici" editoriale
Delfino 1981 Milano, quindi in tempi non sospetti.
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L'esperienza più recente certo non è stata stimolante. L'aerogeneratore
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Il campo dimostrativo dell'ANAS sul Catria ha solo dimostrato la pessima manutenzione operata dall'ente sulle macchine, che abbandonate a se stesse sono poi rovinate
al suolo. Si sarebbe potuto prevederne il ripristino integrale di due gemelli, piuttosto che vietare la realizzazione di 4 gruppi come era stato recentemente richiesto. Anche in questo sito non erano state considerate
le condizioni climatiche; la galaverna che spesse volte si forma a quelle altitudini, gelava il piccolo timone servoassistito, impedendo la rotazione della torretta, cosicché le pale erano anormalmente sollecitate, che
spesse volte si rompevano e quindi necessitavano della loro sostituzione. Sarebbe bastato inserire delle resistenze antighiaccio nel timone, per eliminare le disastrose conseguenze.
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Ti aggiungo oltre al testo citato, una piccola bibliografia utile per analizzare la questione:
Paolo Cella "L'energia eolica" ed. Longanesi e C. 1979 Milano
Dermot Mc Guigan "Energia del Vento a piccola scala" Muzzio ed. 1979 Padova
sono libri di facile consultazione, che allora lanciarono la conoscenza delle cosiddette "energie alternative"
Désiré Le Gourieres "Energia Eolica" Masson Italia Ed. Milano 1985, più scientifico; l'autore proviene dall'università di Dakar
De Pratti e altri "Energia del Vento" Ises Italia Roma 1998, più recente,
Castelnuovo e altri "Vento per l'energia" Ises Italia Le Monnier ed. Roma 1995. raccomandato dal
WWF.
Infine suggerisco un libro che mi ha veramente aperto la mente sul discorso dell'energia in senso ampio, Debeir, Deléage, Hémery "La storia dell'energia" Sole 24 ore Ed. Milano 1987 trovabile presso la CDE di Milano.
Qui è riportata la seguente premessa:
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"Il Cielo ha le sue ragioni, la Terra le sue risorse, l'Uomo il suo ordine politico; questo con i primi due forma una triade. Ma commette un errore se non
rispetta i fondamenti di questa triade, calpestando il campo degli altri due."
Xun Quang, Xunzi, 17 (3° secolo prima della nostra era).
Un abbraccio.
Peppe Dini
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