ENERGIE
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Impianti eolici a Sant’Angelo in Vado La maestria di un artigiano, le conoscenze di un docente, hanno permesso questa interessante realizzazione Sant’Angelo in Vado rimane tra i paesi della provincia di Pesaro Urbino ad utilizzare per primo il vento una forma di energia rinnovabile: negli anni ’80 il comune installò nell’asilo statale, una termocucina (oggi si direbbe caldaia policombustibile a biomassa) che riscaldava tutti i locali e, nella locale casa di riposo, pannelli solari, tutt’ora funzionanti, per fornire 2000 litri di acqua. Questo record lo si deve a due appassionati amici e colleghi: Luciano e PierPaolo. Il primo docente di “Tecnica Professionale” presso l’IPSIA di Urbania è stato l’ideatore, il secondo congeniatore meccanico dell’AGIP, ormai in pensione, appassionato artigiano, ne è stato il braccio esecutivo. Tutto realizzato in loco, dalle pale, al timone, al generatore elettrico; il solo acquisto sono stati i magneti permanenti ad alta intensità, utilizzati per l’alternatore, anch’esso autocostruito: uno solo di questi può sollevare una piastra da due quintali e le sue dimensioni sono circa quelle di una scatola di fiammiferi svedesi. Vediamo alcuni dati: esso può produrre 400 watt a 14 km/h fino ad un massimo di 3500 watt a 50 Km/h, oltre i quali va in sbandata per autoproteggersi dalle raffiche di vento. Le pale in legno, realizzate a mano con un preciso profilo alare, hanno un diametro di 5 metri e la colonna di sostegno è alta 6 metri. Un concetto molto importante di questa realizzazione è il recupero: la maggior parte di questa macchina eolica è stata realizzata adattando parti meccani ed elettroniche destinate alla rottamazione, ma che adattate si sono prestate bene allo scopo. Un concetto ecologico per niente trascurabile che qui riceve un alto posto di rilievo. L’assale di una Bmw utilizzato per la rotazione del generatore, quello di una Panda per realizzare il timone mobile, i pali di sostegno da quelli di un capannone, le batterie recuperate da dei muletti elettrici non più funzionanti, i diodi di raddrizzamento da un centralina galvanica. Come è stato realizzato La parte principale dell’aeromotore è la torretta realizzata sull’assale della Bmw. Essa è stata saldata distanziandola dall’asse principale in modo da creare la spinta necessaria a spostarla in presenza di forti raffiche. Su questo sono stati realizzati gli anelli, montati su un supporto isolante, necessari per la traslazione della corrente elettrica prodotta dal generatore. Questo è di tipo radiale cioè con le bobine montare in piano su un disco di resina inglobante, anche queste autocostruite e collegate in modo da ottenere una uscita in corrente alternata trifase a 48 volts. Esso è sostenuto da un disco metallico di sostegno ancorato sulla parte fissa del supporto dell’auto. Sul suo perno di rotazione invece sono fissati due dischi metallici con 32 magneti complessivi, uno all’interno e l’altro all’esterno del generatore. Qui due piastre metalliche circolari serrano le tre pale della turbina eolica. L’assale della Panda invece è stato utilizzato per permettere a tutta la torretta di mettersi parallela al timone in caso di raffiche o di eccessiva velocità del vento. Vi è stato realizzato un taglio obliquo che sollevando la coda direzionale, fa scivolare il fronte delle pale sempre più vicino al timone. A velocità diminuita lo stesso peso permette in riassetto automatico della turbina. Le pale realizzate in legno di cipresso, inattaccabile da parassiti e dagli agenti atmosferici e leggero, sono state sagomate manualmente secondo un preciso profilo aerodinamico. Il tutto è stato montato su di una colonna di acciaio da 25 cm di diametro, saldamente collegata ad una blocco di calcestruzzo armato, realizzato in profondità sul terreno. Considerazioni Luciano mi rivela che questa sua passione per la meccanica, è nata per la sua curiosità a tutte le cose nuove. La sua casa di campagna è ricca di mezzi e materiali da lui realizzati o riparati e prima abbandonati da chi li riteneva inservibili. Una sete di conoscenza che lo ha portato ad innamorarsi della tecnologia, fin da piccolo quando smontava i suoi giocattoli per capirne il funzionamento: “La mia università, è stata l’area del demolitore che frequento spesso, dove trovavo materiali e strumentazioni interessanti, la maggior parte riutilizzabili al 90 %; una apparecchiatura seppure dismessa contiene ancora un bagaglio di informazioni interessanti, come le soluzioni adottate da chi l’ha realizzata; smontandola ne capisci il guasto e tenti di ripararlo. Oggi i ragazzi usano poco le mani e gli utensili in genere; allora le mie programmazioni didattiche si concludono spesso, con un lavoro pratico e funzionale sui quali gli allievi hanno progettato, costruito, realizzato. Una maniera per trasmette a loro il gusto di sentirsi creativi, anche con la tecnologia.” Per quanto riguarda il generatore eolico, Luciano sta già pensando alla possibilità di brevettarlo, per poterlo poi distribuirlo sul mercato. Quando mi sono recato nella collina per fotografarlo già funzionante, non ho potuto fare a meno di notarne l’eleganza ed il basso impatto visivo, niente rispetto al traliccio dell’alta tensione dell’Enel lì vicino, nonché ho provato una certa suggestione nel vedere le pale ruotare viste da sotto, senza alcun rumore. Mi ha raccontato PierPaolo la fatica della realizzazione, le scelte adottate per la costruzione delle varie parti, i fallimenti di alcune impostazioni poi corrette. Lui da poco in pensione, si sente un appassionato artigiano, che cerca di risolvere problemi tecnologici con le poche attrezzature che ha, ma che si sente soddisfatto quando riesce a realizzare soluzioni efficaci, che funzionano. Mentre sta seduto sull’argine del fossato, guardando la sua macchina eolica, commenta: “Sai, è anche bello!”. Certamente è utile; la sua casa per il momento è per metà alimentata attraverso un inverter, anche questo proveniente dal recupero, che trasforma la corrente delle batterie in alternata, come quella di casa, garantendo così un efficace risparmio elettrico. E questi amici sembrano aver contagiato, nella zona, la passione per l’eolico: in una casa colonica ne è stato montato uno acquistato e c’è ne un quarto in costruzione. Scelte energetiche che provengono dal basso, dalla gente, la quale sa spenderci il proprio tempo e passione, soluzioni che sicuramente potranno essere una risposta alla carenza energetica del futuro. Bibliografia A cura del CAST “ La progettazione di un mulino a vento” ed. CLUP Milano 1982 Paolo Cella “L’energia eolica” ed. Longanesi Milano 1979 Dermot Mc Giugan “Energia dal vento a piccola scala” ed. Longanesi Padova 1979 Désiré Le Gourieres “Energia eolica” ed. Masson 1985 Milano Castelnuovo Trezza Vigotti “Vento per l’energia” ed. ISES Roma 1995 ISES “ Glossario dal Vento” ed. Tecnoprint
Roma 1992 AA
VV “Windpumps” Intermediate Technology Pubications Ltd
ottingham 1993 Paul Gipe “Elettricità dal vento” ed. Franco Muzzio Roma 2002 Sitografia www.otherpower.com è il sito dove è stata ripresa la costruzione del generatore eolico; ovviamente è in inglese e le misure sono tutte riferite a quelle anglosassoni; ricco di link. www.isesitalia.it la prima grande associazione ad occuparsi di en. alternative www.energoclub.it ricco di documentazione sulle energie rinnovabili. www.energia-eolica.it specifico sullo sfruttamento energetico del vento
Sant’Angelo in Vado 31.10.05 Giuseppe Dini
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