AMBIENTE

ABUSIAMO DELLA TERRA PERCHE' LA CONSIDERIAMO UNA COMODITA' CHE CI APPARTIENE. QUANDO VEDREMO LA TERRA COME UNA COMUNITA' ALLA QUALE APPARTENIAMO, POTREMO INIZIARE A SERVIRCENE CON AMORE E RISPETTO

 
EDUCAMBIENTE
 
ED. TECNICA
 
SCOUT
 
ENERGIE DOLCI
 
ARCHIVIO

 

Cascata Sasso
Acqua Potabile
Chiesa e OGM
Cave
Futuro Terra
Scarichi Metauro
Scempi da evitare
Puliamo il mondo
PEAR

Osservazioni PEAR

Il Papa dell'ecologia

Tintore

Etica e Ambiente Tolentino 21.10.05

Orme misteriose

Ambiente e rivelazione

Acqua è vita

No alla riapertura delle cave a Sant’Angelo in Vado

 

Il Piano Provinciale Attività estrattive, di recente approvazione, ha autorizzato la riapertura di due cave contigue  nel comune di Sant’Angelo in Vado Località Ca‘ Teobaldelli, (Monticello) zona Magnavacca. Il materiale presente è scaglia rossa  e/o detrito di falda, praticamente lo stesso di Ca Madonna di Urbania cui la zona è contigua. La Cava di Ca' Teobaldelli

Ora il WWF vadese esprime il suo completo disaccordo con tale scelta dal momento che l’area è rinaturalizzata fino al 70% (così esprime lo stesso Piano Regionale Cave),  va ad incidere sull’oasi faunistica di Pian d’Achille limitrofa ed in parte situata sulla stessa area cave, ed infine ancor più importante,  vi è la presenza delle sorgenti di acqua potabile di Magnavacca la cui copiosità la si deve proprio al bacino di scaglia rossa ( il Selli stimò la sua portata intorno agli 8 litri al secondo). Oggi tale sorgente fornisce acqua potabile al comune di Peglio e a Sant’Angelo in Vado. Già fin negli anni 80 / 85 e 90 / 95 le sorgenti furono motivo di forte scontro con l’allora sindaco di Peglio, Dante Marchi,  oggi Presidente ATO, e le amministrazioni vadesi a causa di ricerche sull’area, mediante pozzi di sondaggio ed un pozzo profondo, per il potenziamento del prelievo da parte del comune di Sant’Angelo in Vado.

La scelta dell’apertura delle due cave, inattive da 40 anni, è stata voluta solo da alcuni politici locali e non, a causa degli alti interessi in gioco legati agli appalti per la grande viabilità. Il vecchio frantoio

Ora pensiamo che sia molto più importante la tutela dell’acqua per i cittadini, piuttosto che fare gli interessi di pochi.  

D’altra parte non c’era da aspettarsi granché da questa amministrazione che si è sempre interessata superficialmente della tutela dell’ambiente a Sant’Angelo, se non per il recupero del centro storico e dell’area archeologica.

L’acqua potabile fornitaci questa estate è stata prevalentemente fluviale: lo ha dimostrato anche la realizzazione di una diga, operazione da noi sempre criticata negli anni, per aumentare il livello ai pozzi di prelievo, proprio nel momento in cui  il fiume ha la minore portata d’acqua e quindi la maggior concentrazione di carico inquinante; si pensi solo alla quantità di  additivi usati per il cemento nel cantiere della Guinza che attraverso il S..Antonio raggiungono il Metauro. La potabilizzazione è (ahimè) garantita solo dal materasso filtrante del terreno di circa 20 metri.

Le fontanelle di acqua potabile, proveniente da sorgente d’altura, trattata con Ultravioletti, che hanno fatto di Sant’Angelo uno dei primi comuni precursori di tale tecnologia, è ora trattata col cloro, con il conseguente declino delle sue caratteristiche.

Con due varianti al PRG, la zona industriale è stata spostata verso Sant’Angelo diminuendo di fatto l’ampiezza della zona di protezione verso la città.

Nella recente modifica alla strada 73 bis, si sono inutilmente abbattuti 28 tigli (ne sono stati tagliati 60) nella sponda verso la zona industriale e tuttora pur avendo tutto per poter ripiantumare come previsto nel progetto, l’operazione deve essere ancora avviata.

Il torrente Morsina proprio nel tratto cittadino d’estate diventa una fogna a cielo aperto e lo stesso collettore comunale che conferisce i liquami al depuratore, perde al centro della città, perché otturato.

Infine che dire della raccolta differenziata a Sant’Angelo, che di fatto era rimasto il comune della  provincia a più basso indice di recupero (intorno al 3 %). Si deve al Megas che ora gestisce la raccolta dei rifiuti la sistemazione del centro per i materiali ingombranti situato nell’area industriale, che di fatto è stato finora una discarica dei residui delle industrie lì vicine, mentre queste dovevano di fatto convenzionarsi con apposite ditte.

La cura dell’ambiente, non può oggi essere un accessorio, ma un aspetto da valutare e seguire concretamente a difesa soprattutto della salute di tutta la comunità.

Sant’Angelo in Vado 19.10.03

Per il WWF Vadese

Giuseppe Dini

AMBIENTE