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AMBIENTE
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Piano
Energetico Ambientale Regionale
Osservazioni
a cura di Dini Giuseppe per conto del WWF regionale
Ciò che appare subito evidente dalla lettura del piano, è che la regione Marche punta in maniera particolare alla produzione da Biomassa e da Eolico. Il solare viene in un secondo momento così come la produzione idroelettrica. Lo si evince sia dalla premessa che dalla corposità del trattato sulla Premessa che dal n. 7 “Governo dell’energia”. Dal momento che queste argomentazioni via via sono state trattate, nei diversi paragrafi mi permetto di dare indicazioni generali riguardanti le forme energetiche rinnovabili, le proposte e le osservazioni a mio parere considerabili da parte dell’associazioni ambientali. Biomassa Si parla in particolare del riutilizzo di materiale legnoso in due centrali termoelettriche dislocate una nella provincia di Pesaro e l’altra in quella di Ascoli Piceno. Va subito detto che tali strutture debbono essere alimentate esclusivamente da legno vergine non trattato seppure di recupero. Non si debbono utilizzare scarti di pannelli artificiali legnosi, la cui combustione combinata darà origine a diossine così come previsto dallo stesso decreto di riutilizzo di tali materiali come CDR. I materiali cellulosici artificiali contenenti resine e pennellature potranno essere destinati alla filiera del recupero per la produzione dei medesimi. Per quanto riguarda l’uso di Biomasse forestali si potrebbe tentare il recupero di quella parte di ramaglie, nel passato destinato alla produzione di fascine, oggi non più utilizzata, e che viene lasciata nel bosco, valutando la convenienza dell’uso energetico con quella dell’arricchimento del terreno. Questi cascami posso essere anche destinati alla produzione di cippato e di pelletts. Per quanto riguarda l’utilizzo di legna da ardere è auspicabile che così come qualsiasi fonte rinnovabile sia consumata direttamente sul posto o sulle vicinanze. Ciò permetterebbe subito il risparmio sul trasporto. Questo può essere realizzato soprattutto in quei comuni collinari e di montagna dove si potrebbe incentivare anche attraverso contributi diretti, l’utilizzo della legna nella cosiddette “termocucine e caldaie da camino” destinate alla produzione di energia termica per radiatori, col conseguente miglioramento energetico dei camini. Va considerato che l’attuale produzione termoidraulica si è cosi raffinata da produrre caldaie a sistema gasogeno a fiamma inversa e pirolitica, dalle elevate prestazioni. Caldaie di questo genere, anche di tipo policombustibile possono essere proposte agli agricoltori, nelle quali potrebbero usare gli stessi cascami agricoli e forestali. Si pensi all’uso come combustibile diretto della paglia che in agricoltura è in sovrapproduzione; nel mercato ci sono caldaie che utilizzano direttamente la balla intera. Per quanto riguarda la produzione da cascami di legno e cellulosici, si potrebbe incentivare la produzione di bricchetti e di pelletts da materiali diversi, non solo da trucioli di falegnamerie, tornerie del legno e cornici, ma anche da tutta una serie di sottoprodotti agricoli, presenti nella nostra regione: sansa di oliva, vinaccioli e raspi, tutoli e fusti di mais, gusci di noci e nocciole.
Biodiesel Per quanto riguarda il Biodiesel si sostiene che la resa energetica di questo prodotto debba essere calcolata e attuata, escludendo l’attuale contributo che viene dato a questa coltura, dato che ciò falsificherebbe quanto espresso nel piano. Si aggiunge che le piante utilizzate posso essere anche altre, quali la già citata colza, soia ed altri semi oleosi, la cui produzione si possa attuare nei nostri terreni. Va sottolineato che occorre valutare attentamente l’uso di quelle tecniche colturali che appesantiscono il terreno di fitofarmaci, che nel caso di semi destinati alla produzione di olio combustibile, possono essere sicuramente ridotti se non eliminati. Bioalcool Anche questo tipo di filiera merita attenzione. Nel Piano è prevista la produzione sperimentale di idrogeno (o meglio di gas ad alto valore di idrogeno), ma la produzione di questo combustibile è più attuale data l’elevata produzione vitivinicola della nostra regione e la produzione di zucchero della Sadam di Jesi. I sottoprodotti di entrambe lavorazioni, possono essere destinati alla distillazione per la produzione di alcool etilico destinato all’autotrazione. Usato in miscela con la benzina contribuisce non solo al risparmio energetico, ma anche alla sostituzione dei discussi additivi antidetonanti, visto il suo elevato numero di ottani. Gli scarti della distillazione in particolare, i vinaccioli posso essere destinati alla produzione di olio e di bricchetti per uso termico. Biogas Va promossa la realizzazione di impianti di depurazione anaerobica, con la conseguente produzione di metano miscelato. Il depuratore di Pesaro sarebbe in grado di attivarsi a questa produzione essendo già predisposto in fase progettuale. Si condivide l’utilizzo di tale gas prodotto nelle discariche. Va risolto il problema fiscale della produzione termica, che fra l’altro impedisce la possibilità di fornire calore. La discarica di Cà Asprete dell’ASPES di Pesaro ha due gruppi di cogenerazione con potenza elettrica complessiva di 920 kw, ma non riesce a utilizzare il calore che viene disperso nell’aria. A livello agricolo si sta assistendo da parte delle aziende agricole, ad uno scarico anomalo del letame nei campi senza più rispettare “le norme di buona pratica agricola” riferite anche nel Decreto ministeriale citato nel PEAR. La conseguenza è una permanenza nei campi oltre il dovuto (in alcuni casi anche un anno) di cumuli di letame con i grave rischi di tipo ambientale (ruscellamento, lisciviazione, inquinamento acque). Ciò è conseguente ad una eccessiva produzione animale. Dato che ormai tali insediamenti sono a livello legislativo classificati come di tipo industriale, occorre proporre ed incentivare la realizzazione di impianti di depurazione aerobica adatti alla produzione animale detenuta, che possono dare un contributo energetico apprezzabile all’allevamento e consentire la conseguente stabilizzazione dei fanghi. Il biogas può essere utilizzato in appositi gruppi di cogenerazione capaci di fornire elettricità anche connessa in rete ed il calore per i servizi e le abitazioni. Solare Il solare rimane l’unica forma energetica che può competere con il nucleare come disponibilità. Va perciò incentivata quanto più possibile, sia nel settore fotovoltaico sia nel settore del termico. Rispetto agli anni, 80 si è assistito ad un lento declino dell’utilizzo di scaldaacqua solari. Occorre riproporli soprattutto in quei edifici dove è possibile il montaggio dei collettori. Va evitato la sovrabbondanza di apparecchiature, preferendo una progettazione impiantistica la più semplice possibile (circolazione naturale o il solo ricircolatore), rendendo decisamente più facile la stessa manutenzione. Per il fotovoltaico chiedere impianti che rientrino sia nell’architettura dell’abitazione, sia nel terreno prospiciente l’edificio stesso. Idroelettrico Va promosso il recupero delle centraline abbandonate e dei vecchi mulini. Oggi per quest’ultimi si assiste al recupero abitativo, ma si tralascia quello energetico. La ricostruzione delle opere di ingegneria idraulica deve essere favorita, con la ricostruzione delle traverse ed in questo caso delle scale di rimonta e dei canali di adduzione. E’ possibile rispettare anche il recupero architettonico originale utilizzando apposite gruppi di generazione immersi in tubazioni di adduzione e realizzare un’opera di microidraulica. Nell’alto Candigliano una zona viene tutt’ora chiamata la Valle dei mulini per la numerosa presenza di questi manufatti, alcuni dei quali sono inseriti nel PPAR. Nel Fiume Marecchia sono state realizzate tre nuove centraline che dato il regime torrentizio funzionano solo per 9 mesi all’anno, nei quali comunque sono produttive Rifiuti Limitatamente agli Oli Vegetali Esausti OVE, si afferma, data l’elevata quantità che finisce nelle fognature, di cercare la possibilità del recupero attraverso le isole ecologiche o centri autorizzati anche per i singoli cittadini. Va detto che per gli OVE non è stato previsto il consorzio come per altri rifiuti e che il circuito di raccolta anche per i ristoranti e servizi alimentari è carente. Una volta istituito è facile controllarne la destinazione e quantità. I dati elencati meritano un intervento in tal senso. Si condivide la destinazione energetica. Eolico L’intervento è stato
oltremodo esaustivo e completo. Occorre ribadire
la particolare attenzione alle
tutte aree sensibili descritte con efficacia nel PEAR. L’installazione
di microturbine ad uso famigliare deve aver un iter burocratico
facilitato. Sant’Angelo in Vado 5.10.04
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