AMBIENTE

ABUSIAMO DELLA TERRA PERCHE' LA CONSIDERIAMO UNA COMODITA' CHE CI APPARTIENE. QUANDO VEDREMO LA TERRA COME UNA COMUNITA' ALLA QUALE APPARTENIAMO, POTREMO INIZIARE A SERVIRCENE CON AMORE E RISPETTO

 
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Il Papa dell'ecologia

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Etica e Ambiente Tolentino 21.10.05

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Giovanni Paolo 2° Il Papa dell’ecologia

 

Di Papa Giovanni Paolo 2° si ormai detto molto. Nessuno però ha mai sottolineato che è stato il Papa dell’ecologia. 

Vi ci si è trovato così come molti di noi adulti, preso dallo sviluppo moderno che ha portato il suo fardello di aspetti negativi in fatto ambientale: piogge acide, effetto serra, ricaduta radioattiva, incidenti chimici, aggressione all’acqua, distruzione delle foreste, desertificazione, saccheggio delle risorse comuni, organismi geneticamente modificati, sono solo alcuni dei fatti più eclatanti accaduti o resisi più evidenti durante questo magistero Pietrino. 

Papa Wojtyla sensibile agli aspetti della natura, che amava frequentare, con le sue passeggiate in montagna (chi non ricorda agli inizi del suo pontificato la foto d’archivio che lo ritraeva con una famiglia, un bambino al collo, nei prati della sua Polonia); una sorta di passione per cui, nel 1999  durante la visita in Polonia,  nell’omelia di Zamość, esprimeva “ …Contemplo la bellezza di questa terra patria…Qui sembrano parlare, con una potenza eccezionale, l’azzurro del cielo, il verde dei boschi e dei campi, l’argento dei laghi e dei fiumi. Qui suona in modo particolarmente famigliare, polacco, il canto degli uccelli…E tutto ciò testimonia l’amore del Creatore…”

Contemplazione e ammirazione della natura per  avvicinarsi maggiormente a Dio Creatore, così come Giovanni Paolo 2° ebbe modo di sottolineare più volte.

Eppure agli inizi del suo pontificato dovette rendersi conto della realtà dei fatti per quanto succedeva a tutta la Terra. “…L’uomo di oggi sembra sempre minacciato da ciò che produce, cioè dal risultato del lavoro delle sue mani e, ancor di più dal lavoro del suo intelletto, delle tendenze della sua volontà..”scriveva nel 1979 nella Redemptor hominis.

Con lui si passò nella Chiesa, dalla vecchia concezione medioevale dell’uomo che “soggioga e domina la terra”, che può fare di tutto alla natura per i suoi fini, alla più giusta di uomo chiamato a custodire e conservare il giardino dell’Eden, al fine di garantirlo a tutta la sua progenie.

“Siate custodi della Terra” ed il custode non distrugga, gridava agli austriaci nel 1988.

“Ogni generazione guadagna o sperpera a vantaggio o danno delle generazioni future”; ecco che “la questione ambientale  è anche una questione etica  a motivo che le forme recenti assunte dallo sviluppo non sempre tiene in dovuta considerazione l’uomo e le sue esigenze”. Il Papa esprimeva questo durante la ricorrenza della giornata mondiale dell’ambiente indetta dalle Nazioni Unite il 5 giugno 1986.

Lo stesso anno qualche settimana prima accade l’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl ed in visita a Ravenna nel citare la stessa frase, constata che “mai l’uomo si è trovato in mano tanta potenza e insieme tanta fragilità…E’ pur vero che la nostra stessa tecnologia consente già da ora all’uomo di vedersi resa inabitabile la terra, pericolosa l’aria  e pauroso il cielo”. Rivolgendosi ai giovani a Firenze lo stesso anno sottolinea come il rapporto tra l’uomo e l’ambiente si sia notevolmente deteriorato dato che l’uomo tratta la natura in modo egoistico. Una natura che deve essere anche oggetto di ammirazione e contemplazione.

La questione morale, sia in senso più esteso, che ambientale, viene ampliamente analizzata dal santo Padre nella Sollicitudo Rei Socialis, dove sottolinea la destinazione universale dei beni della terra, la questione del debito internazionale delle nazioni più povere verso quelle più ricche, la vendita di armi per la quale esprime un giudizio ancor più severo.

Attraverso l’enciclica “Centesimus annus”, in particolare dal paragrafo 36 al 40, allarga l’orizzonte ecologico ad altri aspetti quali: “il fenomeno del consumismo, stili di vita illeciti e dannosi per la salute fisica e spirituale, necessità e urgenza di una grande opera educativa e culturale che comprenda l’educazione dei consumatori ad un uso responsabile  del loro potere di scelta, la scelta di investire il proprio denaro in un settore produttivo piuttosto che in un altro (scelta morale e culturale), la questione ecologica con la salvaguardia delle condizioni morali di un’autentica <<ecologia umana>>, il dovere per l’intera società di difendere i beni collettivi”.

Ogni momento,  è un motivo per Giovanni Paolo 2°, per mettere l’accento sul creato, dal congresso degli otorinonolaringoiatri, all’incontro con i giovani della Coldiretti, dal saluto alla Pontificia Accademia delle scienze, al discorso quaresimale dedicato all’acqua 1993: “…Quando i beni della terra non sono rispettati, si agisce in modo ingiusto e anche criminale, perché le conseguenze sono miseria e morte per molti fratelli e sorelle…E’ evidente inoltre che uno sviluppo industriale anarchico e l’impiego di tecnologie che rompono gli equilibri naturali hanno causato ingenti danni all’ambiente, provocando gravi catastrofi. Corriamo il rischio di lasciare in eredità alle generazioni future, in molte parti del mondo, il dramma della sete  e del deserto”.

Parole forti, quelle di Papa Wojtyla, che continua a proclamare con decisione attraverso i suoi interventi: “In questo stesso arco di tempo, hanno raggiunto livelli di estrema pericolosità altre emergenze a carattere planetario, che lasciano intravedere il rischio di una sorta  di <<olocausto ambientale>>, dovuto all’improvvisa distruzione di vitali risorse ecologiche e al moltiplicarsi di attentati sempre più insidiosi alla difesa ed al rispetto della vita umana…”Così si rivolgeva agli scienziati riuniti ad Erice nel maggio 1993.

Parole che esprime con estrema franchezza anche ai diplomatici riuniti in saluto per il nuovo secolo: “Le scienze e le biotecnologie continuano ad avere nuovi campi di applicazione, ma pongono allo stesso momento il problema  dei limiti da non oltrepassare se vogliamo salvaguardare la dignità, la responsabilità e la sicurezza delle persone…l’uomo del 21° secolo sarà chiamato a sviluppare il senso della sua responsabilità.

"L'amore e il rispetto per la natura" sono "un compito che oggi s'impone a tutti con urgenza" e "un aspetto qualificante dell'impegno dei cristiani nel mondo". È quanto ripropone Giovanni Paolo 2° nel Messaggio inviato ai giovani scout dell’AGESCI nell’agosto 2003 "Là dove tutto parla del Creatore e della sua sapienza, dalle maestose montagne alle incantevoli valli fiorite, voi imparate a contemplare la bellezza di Dio, e la vostra anima, per così dire, "respira", aprendosi alla lode, al silenzio ed alla contemplazione del mistero divino…Il "Campo" a cui state partecipando, oltre a una vacanza avventurosa, diventa in tal modo un incontro con Dio, con se stessi e con gli altri; incontro favorito da una profonda revisione di vita alla luce della Parola di Dio e dei principi del vostro progetto formativo".

Un ampio richiamo ad una catechesi dell’ecologia, a mio parere il più completo in tal senso, che rivela tutti i percorsi educativi cui si incammina il cristiano impegnato per la tutela dell’ambiente è “Pace con Dio Creatore , Pace con il tutto il Creato” dedicato alla Giornata della Pace del 1990.

Un chiaro ed utile documento per la crescita interiore dei nostri giovani, per “formare una coscienza ecologica che non deve essere mortificata, ma favorita”. Diversi gli aspetti sottolineati: l’uomo custode dei beni della terra, la questione morale, il rispetto dell’ordine del creato, l’urgenza di una nuova solidarietà, il valore estetico del creato e, infine, la questione ecologica una responsabilità di tutti. “A maggior ragione, coloro che credono in Dio creatore e, quindi sono convinti che nel mondo esiste un ordine ben definito e finalizzato, devono sentirsi chiamati ad occuparsi  del problema…”

Non è possibile qui sintetizzare la moltitudine degli interventi in materia ecologica di Giovanni Paolo 2° fino ai suoi ultimi giorni, ma attraverso la lettura di questo documento citato si può, percorrere un cammino di crescita spirituale con l’attenzione ai tempi che viviamo, ricordare attraverso le parole espresse, un Papa che ha amato intensamente tutto il Creato.

 

Sant’Angelo in Vado 05.05.05

Giuseppe Dini

Per approfondire:

LA CHIESA L'ECOLOGIA

E' possibile scaricarlo in formato pdf dalla pagina SCOUT di questo sito.

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