|
AMBIENTE
|
|
La Cascata del Sasso o del Metauro rappresenta un biotopo di particolare interesse paesaggistico e naturalistico. E' un quadro naturale degno di essere visto e goduto. Eppure rappresenta anche la situazione di degrado che stiamo vivendo, di come l'uomo accaparratore riesce, per i suoi egoistici interessi, a distruggere la natura. Qui nessuna amministrazione è riuscita a fare granché, se non la tenacia di pochi ambientalisti.Oggi nonostante che siano delimitate le aree di protezione, la cascata continua ad essere inaccessibile al pubblico, seppure magnifica nei vari abiti stagionali (clicca sulla foto). E' formata da marne calcaree a reggipoggio, con l'acqua che ci scivola sopra, ha un fronte, da sponda a sponda, di 100 metri, una altezza di 12 metri sul davanti, mentre sulle balze posteriori il dislivello sale a 18 metri Le altre situazioni ambientali vogliono rappresentare una sorta di squilibrio ecologico, direi scontato, a cui siamo abituati, che può ancora manifestarsi. Ovviamente le cose oggi sono diverse da quelle espresse negli interventi, ma ho voluto comunque inserirli affinché siano motivo di attenzione da dedicare al nostro ambiente, sempre più alterato dalla mano dell'uomo, e che viene sempre dopo, rispetto agli altri interessi.
Al Presidente del Comitato Regionale Territorio C/O Servizio di Urbanistica e Cartografia Regione Marche Via Tiziano 44 60125 ANCONA
Sant'Angelo in Vado 18.11.1996 Oggetto: tutela pesaggistica della zona circostante la Cascata del Sasso sul fiume Metauro comune di S.Angelo in Vado (vs. Class. PS57/1497/39/18)
Egregio Assessore, le scrivo in merito alla tutela della Balza del Metauro. E' certamente un gran passo, il parere del Comitato di tutelare finalmente questa bellezza naturale trascurata e "calpestata" da privati e enti diversi. Nella precedente risposta del dott. De Maio, del 1.7.96, si dichiarava che la balza è soggetta alla protezione della L. 431/85, ma di per sè tale norma vincola anche il più "insignificante" tratto di fiume. Ma la meraviglia più grossa è stata per me, il non averla inserita nel PPAR, nonostante le osservazioni scritte proposte da diversi gruppi ambientali della provincia: le aggressioni che essa ha subito sono in gran parte dovute a questa omissione. A ciò va aggiunta la superficialità con cui la Provincia, delegata alla tutela delle bellezze naturali, è intervenuta, per ultimo mandando ad un incontro sul posto, nel luglio 1996, un tecnico che non conosceva affatto il caso. Oggi è inserita nello statuto comunale e nel PRG, e con la protezione prevista dalla L. 1497/39, speriamo possa definitivamente essere tutelata. Vorrei comunque esprimere il mio disappunto, sia per non aver ricevuto informazione circa l'incontro del 19.9.96, sia per non aver ricevuto gli allegati previsti, alla comunicazione in oggetto: avevo espressamente chiesto, nelle mie comunicazioni al Presidente della Giunta Regionale, di essere informato di tutti i procedimenti in merito riguardanti la Balza, ciò ai sensi della legge 241/90. Per quanto riguarda il parere del Comitato, ritengo un assurdo essersi limitati alla sola sponda destra, dalla quale la Cascata è non godibile e irraggiungibile per l'elevata altezza e perpendicolarità della riva. Chiedo perciò > l'estensione della protezione a tutta l'area verde sovrafluviale, che costeggia la zona industriale in sponda sinistra, così come risulta dalle due carte qui allegate, delimitando tali aree con apposita alberatura autocnona, anche come mascheratura dei capannoni industriali presenti (tali aree sono visibili anche sulla carta al 25000 allegata al parere in oggetto spedito al comune) . Faccio presente che l'area a monte della Balza è stata a suo tempo soggetta, fra l'altro ai contributi previsti dalla L.R. 41 del 1988 per interventi di tutela ambientale: Inoltre in tale aree sarebbe oltremodo opportuna l'eliminazione delle linee aeree dell'ENEL. Per quanto riguarda la riva destra a valle del mulino del Sasso, si chiede: > la rialberatura in fianco alla nuova strada comunale, > la sistemazione della sponda degradata da sbancamenti, > la realizzazione di un nuovo sentiero di accesso alla Cascata, > di liberare la strada a vincolo pubblico di accesso al fiume, > la delimitazione sul posto dei confini pubblici ai fini di poter accedere alle aree demaniali ai sensi dell'art.8 della L. n° 37 del 5.1.94. Inoltre per quanto riguarda la balza si chiede, > di difformare gli spigoli della lama in calcestruzzo realizzata nel letto del fiume, così come quelli del belvedere; si fa presente che tali operazioni erano già state concordate con l'ex genio Civile di Pesaro, grazie alla legge sui procedimenti amministrativi, ma mai realizzati. Tali interventi potranno essere realizzati accedendo ai contributi previsti dalla L.R. 41 del 26.9.96 che lei stesso, in quanto Assessore all'Ambiente, potrebbe proporre e chiedere. Si suggerisce inoltre la realizzazioni, nelle aree in sponda destra, di sentieri natura, la classificazione con apposite etichette delle varie essenze vegetali, la realizzazioni di cartelloni contenente indicazioni idrografiche del Metauro e geologiche della cascata, la ripulitura del fronte della balza dagli arbusti cresciuti anche sotto il belvedere. In conclusione la protezione delle aree esigue della balza del Sasso, in sponda sinistra, si rende necessaria perché solo da queste, la balza ed il fiume stesso sono accessibili. Si chiede che questa lettera e relativa documentazione, sia allegata alla documentazione in oggetto. Mi permetta di concludere con un aneddoto: in pieno periodo fascista i contadini ed i pescatori del posto, vinsero un ricorso contro il proprietario possidente, per mantenere il diritto di accesso pubblico al fiume; oggi in piena democrazia non si riesce a fare granché. In attesa di sue comunicazione ai sensi della L. 241/90, porgo distinti saluti. Giuseppe Dini In questi giorni di agosto 2008, si vuole attentare ancora alla Cascata del Sasso, con la proposta di una realizzazione di una centrale idroelettrica: ecco, in un articolo, le nostre argomentazioni, per dire: no, grazie!
|